Nella nuova serie a fumetti dedicati ai mutanti di casa Marvel, X-Factor, si assisterà alla ripresa di un concept che mischia supereroi, politica e società esattamente come successo in Civil War.
Il fumetto supereroistico americano, sin dai suoi albori, è stato più che semplice opera d’intrattenimento. Dietro a ogni storia, si celava sempre un significato nascosto, che portava i supereroi stessi a diventare veri e propri simulacri della vita reale, di tutto ciò che non funziona nella società, fino a diventare la speranza d quella società. Non è dunque strano immaginare che, tramite i supereroi, si tenti di affrontare un tema estremamente spinoso a livello sociale.
E non sarebbe certamente la prima volta: per quelli che leggono fumetti Marvel già da qualche anno o che magari stanno recuperando le opere che hanno segnato questo infinito universo fumettistico, sarà facile notare come una delle più grandi storie dell’universo Marvel, poggi le basi proprio su un principio di discordia politica, modi diversi di vedere il mondo: la Civil War, combattuta tra Capitan America e Iron Man, il primo contro e il secondo a favore del Superhero Registration Act, utile a schedare i super “statalizzarli”, fu uno dei più grandi spartiacque fumettistici americani di sempre.
Adesso, a distanza di quasi vent’anni da quell’evento, il concept è stato tirato fuori ed è stato calato nel burrascoso mondo degli X-Men.
La nuova run
Al sapiente racconto di Mark Russell e alle matite attente di Bob Quinn, è stato affidato il compito di rilanciare uno dei super gruppi forse più sottovalutato, che però in passato ha saputo regalare grandi storie al mondo degli X-Men: torna la serie X-Factor – From The Ashes: a New Beginning. E per l’occasione, al gruppo torna uno dei membri fondatori della prima forma di X-Factor, Angel.
La storia di questo nuovo corso, si concentrerà su uno scontro sociale, puntando tutto sulla forza delle idee: in seguito a determinati e sconvolgenti eventi, tutti gli Stati della Terra, hanno iniziato la corsa agli armamenti. Ma non si tratta di bombe o razzi: si cerca di accaparrarsi quanti più mutanti possibile, così da creare un esercito di mutanti quanto più potente possibile. Come detto, il concetto alla base è molto simile a quello già visto nel 2006 in Civil War.
Come è facile immaginare, le implicazioni morali di un atto simile sono tante e diverse: mutanti che non sono d’accordo e vengono costretti, contro la loro volontà, a sopperire alle necessità militari oltre che essere sottoposti liberamente a sperimentazioni varie, nel tentativo di incrementare la potenza offensiva.
Una serie di eventi che rischiano di innescare effetti davvero rischiosi, che porteranno alla formazione di fazioni mutanti dalle diverse misure morali. Da queste premesse però, il rischio più grosso che ci sentiamo di correre, è quello di una storia incredibile, che riabbracciando lo stile che la Marvel aveva un po’ tralasciato negli ultimi anni, concentrandosi maggiormente sulle battaglie cosmiche, rimetterebbe al centro di tutto il dialogo politico e le ideologie, restituendo al fumetto supereroistico una dimensione che da sempre gli appartiene.