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Lo streamer criminale si rimangia le parole e torna sulla piattaforma: cosa sta succedendo

Guy Beahm, noto ai più come Dr Disrespect, dopo una fase di ban da Twitch per le accuse di adescamento di minore, è tornato in live su YouTube per raccontare la sua verità.

Di streamer che vengono bannati da Twitch, se ne sente parlare con cadenza giornaliera, soprattutto se si segue un po’ più da vicino il mondo dello streaming, che sia italiano o straniero. Alcuni casi ovviamente, fanno più scalpore di altri. In Italia per esempio, ha fatto tanto discutere il caso legato a Sdrumox o ad altri personaggi come Liccardo Rosario o Don Alì. Nel panorama internazionale però, uno dei ban più sconvolgenti, non per il ban in sé quanto per il motivo a cui questo è legato, è quello di Dr Disrespect.

Cosa ha fatto?

Guy Beahm, in arte Dr Disrepect, è un content creator veterano di YouTube e Twitch, noto per il suo modo sempre sopra le righe di parlare di videogiochi. I ban da Twitch erano abbastanza all’ordine del giorno, visti i suoi modi. L’ultimo che gli è stato inferto però, ha una gravità totalmente diversa dato che il motivo sarebbe legato al fatto che lo streamer, avrebbe inviato messaggi e immagini esplicite a sfondo sessuale, a un minore, alludendo anche alla programmazione di un incontro di persona.

Le motivazioni del ban sono state diffuse, secondo quanto dice Dr Disrespect, da un addetto di Twitch senza che ne avesse alcuna autorizzazione, motivo per cui anche lui ha deciso di tornare a parlare della vicenda tramite una live sul suo canale YouTube, che ha intitolato “The Truth”, la verità.

Cosa ha detto lo streamer

Come è facile immaginare, il contenuto della live stream, consisteva in una sua difesa in relazione alle accuse che lo volevano adescatore di minore tramite messaggi e immagini esplicite. Subito Dr Disrespect ha esordito con “non sarei nemmeno dovuto essere bannato”. Secondo quanto riportato dallo staff di Twitch, lo streamer si sarebbe messo in contatto con un utente della sua chat, attraverso la funzione Whisper di Twitch.

Dr Disrepsect non ha negato di aver effettivamente contattato l’utente in questione, ma ha voluto chiarire che il contenuto dello scambio di messaggi, era costituito soltanto da “battute” e che, in ogni caso, l’interlocutore avesse ormai superato l’età legale del consenso. In stato di palese agitazione, ha continuato alludendo al fatto che vi sarebbe una forte campagna mediatica contro di lui.

Ha poi proseguito ad attaccare l’ex dipendente di Twitch, Cody Conners, che aveva reso note le motivazioni dietro al ban:

“Sai, tu non sai un ca**o ed era ovvio dal tuo tweet. Non avevi nessuna informazione diretta riguardo la mia diatriba con Twitch. Hai detto che sono stato bannato da Twitch perché avevo fatto sexting con un minore attraverso i messaggi Whisper? Almeno sai qual è la definizione legale di sexting? Io si. E si, ho usato i Whisper di Twitch, ma non ho fatto sexting con nessuno”.

Dr Disrespect ha poi risposto alle accuse, secondo cui avrebbe tentato di organizzare un incontro col minore, alla TwitchCon:

Diciamo le cose come stanno: non ho mai avuto intenzione di incontrare questo utente. Non abbiamo mai pianificato di incontrarci alla TwitchCon o da altre parti, e infatti, non ci siamo mai incontrati di persona”.

Tutto era iniziato nel 2020, quando l’ex dipendente di Twitch, intervistato dalla rivista Rolling Stone, aveva reso note le motivazioni, rendendo la vicenda di dominio pubblico.

This post was published on 12 Settembre 2024 18:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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