Famoso YouTuber italiano pubblica inchiesta su noto scandalo videoludico italiano

Il video che fa discutere

Ha fatto scalpore, negli scorsi giorni, il video pubblicato dallo YouTuber Karim Musa, noto sulla piattaforma come Yotobi, in cui ricostruiva la vicenda dietro al videogioco italiano “Gioventù Ribelle”. Ma c’è dell’altro.

Yotobi è un noto YouTuber e intrattenitore del panorama web italiano, uno dei pionieri di YouTube e Twitich Italia, in grado di affascinare centinaia di migliaia di persone, grazie a uno stile d’intrattenimento unico che ha saputo calare all’interno di vari format. In tantissimi l’hanno sicuramente conosciuto per le recensioni ma, una cosa che forse non tutti sapevano fino a poco tempo fa, è che una delle sue più grandi passioni, oltre alla televisione italiana degli anni ’80/’90, sono i videogiochi.

Non a caso, anni fa, insieme a un altro YouTuber, IlTizioQualunque, Yotobi aveva aperto un canale interamente dedicato ai videogiochi. YoTizioGames che, dopo l’abbandono del collega, è diventato semplicemente YotobiGames. La sua passione videoludica però, da un po’ di tempo, ha strabordato, diventando oggetto d’inchiesta anche sul suo storico canale principale. Dopo un primo esperimento andato decisamente bene, in cui Yotobi raccontava la storia dietro al disastro che è stato The Day Before, che anche noi vi avevamo raccontato, ha deciso di alzare il tiro e raccontare una storia tutta italiana.

Nell’ultimo video ha infatti deciso di raccontare in maniera quanto più dettagliata possibile, la storia dietro al videogioco “Gioventù Ribelle”, una storia che non tutti conoscono e che ha generato scandalo tra i videogiocatori, nonostante siano passati 13 anni dall’uscita.

Dal video ai commenti, cresce lo scandalo

Gioventù Ribelle è il titolo di un videogioco, uscito nel 2011 e fortemente voluto dal Ministro della Gioventù di quegli anni, l’attuale premier Giorgia Meloni, creato nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il gioco, presentato in pompa magna alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si proponeva di far rivivere ai giocatori gli ultimi momenti della Breccia di Porta Pia del 1870, evento che avrebbe poi contribuito alla totale annessione dei territori dello Stato Pontificio.

Ciò che viene fuori dal video di Yotobi, dopo una prima parte in cui ci si concentra più sulla qualità del titolo e su alcuni aspetti umoristici della vicenda come “Napolitano primo Beta tester”, parlando in generale della vicenda e dei problemi che hanno fatto diventare il gioco tanto discusso come la possibilità di sparare al Papa o del fatto che, cercando oggi su internet “www.gioventùribelle.it” si venga reindirizzati a un sito chiamato “Porno Caldo”, si passa a una seconda parte di video più incentrata su alcuni aspetti più oscuri della vicenda, che più difficilmente sono usciti fuori negli anni.

gioventù ribelle screenshot
Sparare al Papa non è mai stato così semplice

Come lo stesso Yotobi consiglia nel video, un articolo di Kotaku uscito lo scorso anno, aiutava a farsi bene un’idea, a cui Karim ha dato un ordine ben preciso, mettendo al centro della vicenda due nomi: Raoul Carbone e Marco Accordi Rickards, figure che non solo sono risultate inserite nel mondo del gaming a vari livelli, dall’editoria fino all’insegnamento all’interno di diverse accademie, ma che negli anni sono finiti al centro di accese polemiche, dalle recensioni che nascondevano palese conflitto d’interessi fino alla scoperta di dipendenti sottopagati e diffusione di false informazioni a mezzo stampa, per quanto riguarda numeri e meccaniche di funzionamento dell’industria videoludica italiana.

Carbone e Rickards vengono menzionati nel video, in quanto considerati due dei nomi centrali dietro allo sviluppo di Gioventù Ribelle e proprio la loro presenza, è bastata per riaccendere vecchie e sopite micce: sempre nel video infatti, vengono ripescati commenti e post su vari blog, di persone che raccontavano di come il gioco, proposto come un titolo che avrebbe potuto rivaleggiare con i colossi dell’epoca, sarebbe stato in realtà stato semplicemente una tesi laurea realizzata da una manciata di studenti, in poco più di due settimane.

Ad avvalorare questa ricostruzione, arrivano poi anche svariati commenti al video, di ex studenti delle accademie gestite da Carbone e Rickards, che testimonierebbero il fatto di essere stati sfruttati su altri progetti. Di Gioventù Ribelle ormai, si parla soltanto per ricordi e vecchi articoli che si possono trovare in rete. Rievocare tutti questi elementi però, ha portato Yotobi a ricevere, nei giorni successivi all’uscita del video, decine e decine di mail, come dichiarato da lui stesso durante una live su Twitch, che per la maggior parte chiedevano una “seconda parte” del video, per raccontare tutte le storture dietro alla produzione del gioco e alle personalità, politiche e non, coinvolte; dall’altra, parevano celare delle velate minacce, argomento che non è stato però ben chiarito e sviscerato.