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Star Wars rivela un segreto su un suo personaggio importante: è come in Dragon Ball

Ma come ha fatto Luke Skywalker, avendo trascorso così poco tempo ad allenarsi su Dagobah a diventare tanto capace, da riuscire a fronteggiare addirittura Darth Vader? La risposta potrebbe trovarsi in Star Wars: The Last Jedi Visual Dictionary. Ma che c’entra Dragon Ball?

Quando si parla di brand transgenerazionali, che non solo in passato hanno monopolizzato l’attenzione ma che ancora oggi, a distanza di decenni dalla loro nascita, continuano a far discutere e appassionare fan in tutto il mondo, sono diversi i nomi che possono venire in mente e dipende spesso, dal lato del mondo che si sceglie di osservare. Se si guarda a Oriente, un brand che ha totalmente superato qualunque tipo di limite spazio-temporale è sicuramente Dragon Ball, l’opera magna del maestro Akira Toriyama.

O voi sapè… o’segreto?

Se invece si porge l’occhio a Occidente, un franchise che ha rapito gli spettatori e che continua a rappresentare una sicurezza di transmedialità, nonostante gli alti e bassi di alcuni prodotti legati a esso, è sicuramente Star Wars, che magari qualcuno con qualche capello bianco in più potrebbe ancora ostinarsi a voler definire ‘Guerre Stellari’. Non manca poi molto all’uscita del nuovo gioco legato al brand,

Tra i tanti interrogativi che accompagnano la più grande saga intergalattica di sempre, ce n’è uno che da sempre fa infuriare i fan più esigenti. Parrebbe però essere stata rivelata una verità, che metterebbe la parola fine a ogni discussione e chi conosce Dragon Ball, potrebbe avere già familiarità con questa trovata.

Il tempo è distorto… su Dagobah

“Il flusso stesso del tempo è distorto”. La frase del ridente Solaire di Astora, potrebbe racchiudere la risposta a uno dei più grandi interrogativi di Star Wars: come fa Luke Skywalker, in così poco tempo trascorso ad allenarsi con Yoda, a riuscire a fronteggiare Darth Vader? Sembra infatti trattarsi di livelli di potenza totalmente diversi, eppure Luke riesce a competere con il Signore oscuro dei Sith, con l’esito che tutti conosciamo.

La risposta parrebbe trovarsi in Star Wars: The Last Jedi Visual Dictionary. Secondo quanto riportato in quello che potrebbe essere definito una sorta di manuale per la lore dell’universo creato da George Lucas, pianeti come Dagobah o Mortis, grazie alla loro speciale connessione con la Forza, sarebbero dotati di “misteriose qualità” in grado di distorcere lo scorrere del tempo. Analizzando gli elementi che abbiamo come l’invecchiamento di Yoda, la scelta di Dagobah come pianeta d’esilio, la speciale connessione con la Forza, lo sviluppo delle capacità di Luke in un lasso di tempo ridotto e queste “misteriose qualità”, si comprende che il tempo su Dagobah passi in maniera diversa.

A palestra!

Il concetto dunque, sarebbe molto simile a quello della Stanza dello Spirito e del Tempo di Dragon Ball, all’interno della quale un anno di tempo, equivale a un solo giorno nel mondo reale. Parrebbe dunque che il segreto dietro le capacità di Luke, sia legato alla durata dell’allenamento con Yoda che, nonostante venga mostrato in quantità limitata, nasconderebbe una distorsione temporale che avrebbe incrementato i risultati ottenuti.

Praticamente, mentre per Luke passavano i mesi, per i suoi compagni era solo passato qualche giorno. Viene dunque naturale domandarsi, cosa sarebbe potuto succedere su Luke avesse seguito le indicazioni di Yoda, continuando ad allenarsi per il tempo necessario. Quantomeno però, si è giunti a una soluzione che adesso permetterà ai fan di Star Wars di arrovellarsi di meno sulla questione.

This post was published on 11 Agosto 2024 23:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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