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Zuckerberg nel pallone: compra un’azienda per fare giochi in VR e poi la chiude

Nel 2020 Meta, la società di Mark Zuckerberg, acquista Ready at Dawn, studio di sviluppo dietro a titoli come God Of War: Chain of Olympus, God Of War: Ghost of Sparta e il più recente The Order: 1886. A distanza di quattro anni, arriva la chiusura definitiva dello studio.

Negli ultimi anni, l’industria videoludica ha attraversato uno dei periodi più altalenanti che si siano mai visti. Dopo la pandemia di Covid infatti, ci si è trovati con un esubero di personale, assunto quando vi era necessità di maggior mano d’opera che lavorasse da casa. Dalla fine del 2023, ha avuto inizio un’ondata di licenziamenti e di chiusure di studi di sviluppo che ha finito col lasciare a casa migliaia e migliaia di persone.

La fine del VR in Meta?

Soltanto nel gennaio del 2024, si parlava di più di 6000 persone, contando tutte le varie chiusure e le varie ondate di licenziamenti. A distanza di mesi, la situazione è solo peggiorata e ci si ritrova a convivere giornalmente con notizie che nessuno vorrebbe dover scrivere. E proprio di una notizia del genere si parla negli ultimi giorni. Parrebbe infatti che, dopo un’avventura decisamente claudicante, Meta abbia preso la decisione di chiudere definitivamente Ready at Dawn, lo studio di sviluppo dietro titoli come God Of War: Chain of Olympus, God Of War: Ghost of Sparta e il più recente The Order: 1886.

La decisione era, tristemente, nell’aria.

Abbandonati i progetti VR?

La storia dietro Ready at Dawn inizia quando, nella seconda metà dei primi anni 2000, lo studio inizio una fortunata collaborazione con un colosso dell’industria come Sony. Sotto l’egida di Sony, vennero pubblicati diversi titoli per la console portatile della casa giapponese, la PSP. Giochi come i due spin-off della serie di God Of War, da sempre molto discussi da pubblico e critica, Daxter fino ad arrivare, nel febbraio del 2015, un titolo che fece molto parlare sia in positivo che in negativo e che col tempo è stato molto rivalutato, tanto da arrivare a desiderarne un sequel ovvero The Order: 1886.

Nel 2016, si giunge alla fine della collaborazione tra Ready at Dawn e Sony ed è a questo punto che lo studio, decide di iniziare a lavorare da indipendente, iniziando ad allargare i già ambiziosi orizzonti e puntando allo sviluppo di titolo per VR. Si arriva così alla pubblicazione di Lone Echo ed Echo Arena, finché nel 2020 lo studio non viene acquistato proprio da Meta. Ed è qui che inizia una collaborazione per lo sviluppo di titoli per Meta Quest, il visore proprietario della società di Zuckerberg.

Cosa succederà adesso?

La collaborazione però, non va evidentemente come sperato e Ready at Dawn si ritrova a essere l’ennesimo studio fagocitato da uno dei periodi più bui per i lavoratori del settore. Inizialmente, vengono licenziati diversi dipendenti, per poi arrivare all’annuncio della chiusura definitiva. La motivazione non sarebbe legata a un risparmio diretto, quanto a una volontà di convogliare tutte le risorse verso Reality Labs, la divisione VR di Meta.

Secondo quanto emerge infatti, non si tratterebbe di una volontà di abbandonare lo sviluppo di titoli per VR, tutt’altro. A riprova di ciò, Meta sta tentando di riassegnare gli ex dipendenti di Ready at Dawn, in altri studi e altre divisioni dell’azienda. Un triste epilogo, per una società che esisteva dal lontano 2003.

This post was published on 11 Agosto 2024 12:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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