Presto l’Unione Europea dovrà fare i conti con una nuova proposta per cambiare per sempre la storia dei videogiochi: cosa deciderà?
Il mondo dei videogiochi è cambiato e anche in modo importante negli ultimi anni. Si è passati infatti a un tipo di intrattenimento che ricorda solo in parte quello che significava una volta. Molto del romanticismo che caratterizzava l’atto di videogiocare ai tempi di PS2 e Xbox 360, giusto per fare degli esempi vicini e molto generali, adesso è ufficialmente svanito.
Sempre più persone si sono interessate al mondo dei videogiochi. Questo da una parte è ovviamente una grande notizia. Perché significa che questa forma di intrattenimento continua a crescere, si possono creare tanti tipi diversi di titoli, aumenta la competizione e tutti possono provare a pubblicare il proprio gioco per una certa nicchia.
Dall’altra parte ha anche colpito in maniera negativa il gaming. Ora infatti che il settore è caratterizzato da cifre esorbitanti si parla di industria videoludica, che ovviamente ha tutte le caratteristiche e le logiche di mercato. Anche quelle più becere, tra tagli massicci, IP che vengono trattate come macchine per fare soldi e strategie di monetizzazione aggressive.
Le cose stanno cambiando e anche nettamente, con tutto che diventa semplicemente una voce di bilancio. Tendenzialmente infatti, soprattutto se si parla del mercato tripla-A, le emozioni sono andate via via scomparendo, per lasciare il posto ad analisi di costi e benefici. E questo significa vedere le nostre IP trattate come meri oggetti per aumentare il bilancio e costi fastidiosi da abbattere.
Soprattutto se si tratta di videogiochi online GAAS, ovvero Game As A Service, un tipo di prodotto in cui si massimizzano le entrate mettendolo gratis subito e poi man mano chiedendo denaro all’utente usando pass stagionali, espansioni, skin, armi, booster ecc. Un tipo di vendita dei propri videogiochi che sta diventando man mano più diffuso e apprezzato. Il tutto per poi venire improvvisamente abbandonato quando il gioco non macina più denaro.
In questi giorni è stata lanciata una nuova iniziativa dei cittadini europei per cercare di rendere illegale il fatto che improvvisamente i publisher possano decidere di rendere ingiocabili alcuni titoli chiudendone i server quando non sono più economicamente convenienti. Un modo per tutelare chi il gioco lo compra, lo paga e ci investe soldi e tempo durante tutta la stagione.
Nel caso in cui la petizione raggiunga un milione di firme, si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa, ovvero Stop Killing Games, questa verrebbe consegnata all’UE per permettere all’organismo di dibattere sulla possibilità di renderla legge. Al momento sono state raccolte circa il 20% delle firme necessarie.
This post was published on 9 Agosto 2024 13:00
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