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Disastro in casa Gamestop: chiude la storia dei videogiochi

Chiude Game Informer dopo 33 anni di onorato servizio. I dipendente della testata giornalistica a tema videoludico, gestita da Game Stop, si sono ritrovati disoccupati dall’oggi al domani e le motivazioni sarebbero preoccupanti.

Il giornalismo videoludico, è una branca di cui si fa sempre un’estrema fatica a parlare. Molto spesso ci si chiede quale sia l’utilità dei giornali videoludici. E di testate ne esistono tante, che negli anni si sono susseguite, portando contenuti di diverso genere ma sempre con uno scopo silente e condiviso: rendere i giocatori, consapevoli di ciò che il mercato videoludico offre loro, sotto varie forme.

Vedere una testata videoludica che riesce a sopravvivere per più di 30 anni, rimanendo sulla cresta dell’onda, è sicuramente una rarità nel mercato in cui ci si trova a navigare oggigiorno. Per questo motivo, fa particolarmente male la notizia secondo cui tutti i dipendenti della famosa testata americana Game Informer, posseduta dal gruppo Game Stop sin dal 2000, si siano ritrovati a casa senza alcun tipo di preavviso.
Ma come si è arrivati a una chiusura tanto repentina e sconvolgente, non solo per i dipendenti di Game Informer ma per tutti gli appassionati, che attendevano il nuovo numero della loro rivista preferita, per capire come orientarsi nell’immenso e complesso mondo dei videogiochi odierni?

Cos’è successo?

Game Stop, come società, non naviga sicuramente in acque serene: negli ultimi mesi, il titolo aveva registrato un crollo in borsa vertiginoso, che aveva preoccupato in maniera non indifferente gli investitori. E nonostante non goda proprio di un’ottima fama tra i videogiocatori, Game Stop rimane un po’ una delle ultime istituzioni “fisiche” nel mondo sempre più digitalizzato del gaming.

E se è vero che non tutti sono concordi, nel parlare della bontà di Game Stop, si potrebbe dire però che “ha fatto anche cose buone”. Una di queste, era sicuramente Game Informer. Una testata videoludica estremamente longeva che, senza alcun tipo di preavviso, si è trovata svuotata di tutti i suoi dipendenti. Tutti in mezzo a una strada dall’oggi al domani, questa la situazione raccontata tramite un post su X da Kyle Hillard, direttore di Game Informer.

A riprova di quanto sia arrivata repentinamente la comunicazione di licenziamento, Hillard ha precisato nel suo post, come la redazione fosse già a un livello avanzato di lavoro per il prossimo numero della rivista, che era ormai completo al 70%.

Game Informer era nato nel 1991, come newsletter di FuncoLand. Nel 2000 poi, il balzo di qualità: la società viene acquisita da Game Stop e diventa la rivista di videogiochi più longeva di sempre, arrivando a vendere fino a 8 milioni di copie nel 2011, diventando per quell’anno, la terza maggior rivista per vendite in tutti gli Stati Uniti. Nell’ultimo numero della rivista, il 367, si ripercorreva la storia dietro Dragon Age: The Veilguard, il nuovo titolo di Bioware. Chissà cosa avrebbe riservato il 368.

La comunicazione del licenziamento di massa e della conseguente chiusura del progetto Game Informer, è arrivata tramite un post su X, direttamente dall’account ufficiale della testata. Una lettera aperta, dedicata a tutti i fan che hanno seguito, per 33 anni, le imprese editoriali di un vero colosso della comunicazione videoludica, “dalle avventure pixellate di un tempo fino ai reami virtuali immersivi di oggi”.

This post was published on 7 Agosto 2024 18:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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