Il sindacato statunitense noto come SAG-AFTRA (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists) torna a battagliare e sta volta, al centro di tutto ci sono i videogiochi.
L’utilizzo delle intelligenze artificiali generative, dopo gli enormi passi avanti compiuti in brevissimi lassi di tempo, ha portato tanti a preoccuparsi delle varie implicazioni che il troppo entusiasmo potrebbe portare a obnubilare. Tutte le implicazioni etiche e morali da tenere in considerazione però, hanno subito ceduto il passo a un argomento che accomuna più sensibilità, in maniera indiscriminata: il mondo del lavoro.
In tanti ricorderanno sicuramente, la lunga ed estenuante protesta intrapresa sul finire del 2023 da parte di due dei maggiori sindacati americani, per quanto riguarda il mondo dell’intrattenimento ovvero SAG-AFTRA e la WGA (Writers Guild of America). Il nemico comune? L’intelligenza artificiale o meglio, le aziende che servendosi dell’intelligenza artificiale, minavano il lavoro degli attori e degli scrittori. Ora, la situazione sembra ripresentarsi nell’industria dei videogiochi.
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Un videogioco è fatto di tante cose e, negli ultimi anni, grande importanza hanno assunto anche gli attori che prestano le loro fattezze, la loro fisicità o, semplicemente, la loro voce per la realizzazione di prodotti unici. E proprio questa categoria d’attori però, da qualche giorno ha annunciato uno sciopero a oltranza e le motivazioni, parrebbero legate al modo in cui le software house videoludiche sfruttano la loro unicità, tramite software d’intelligenza artificiale.
I due aspetti che più sarebbero interessati, sono il doppiaggio e il motion capture. Due processi che, fino a oggi, hanno richiesto la piena efficienza degli attori e che, con l’avvento delle IA, stanno cambiando radicalmente: se prima era necessario il doppiatore in studio, per ogni esigenza, adesso basterebbe “sintetizzare” delle sue tracce vocali e far sì che l’IA ricrei la voce di quel doppiatore. Questo, che è solo un esempio della potenza dell’IA applicata a questo campo, potrebbe significare diverse cose.
Prima di tutto, stipendi sempre più bassi per attori e professionisti, il cui lavoro verrebbe ridotto considerevolmente; secondo poi, rischi di utilizzi impropri della propria voce, una polemica che aveva colpito anche l’Italia e che era stata sollevata da Christian Iansante.
Se da una parte Fran Drescher, presidente del Sag-Aftra ha dichiarato:
“Non accetteremo un contratto che permetta alle aziende di abusare dell’AI a scapito dei nostri membri”
dicendosi stupita che sia capitata una cosa del genere, a pochissimi mesi dalla protesta degli attori e degli scrittori, dall’altra parte Audrey Cooling, portavoce delle aziende di videogiochi coinvolte nelle trattative (Activision, Disney, Electronic arts, Insomniac games, Take-two e Warner bros) ha replicato:
“Siamo delusi dal fatto che il sindacato abbia scelto di allontanarsi quando siamo così vicini a un accordo e siamo pronti a riprendere le trattative“
A queste dichiarazioni, ha poi risposto Sarah Elmaleh, responsabile delle negoziazioni della Sag per l’Interactive media agreement (IMA):
“Diciotto mesi di trattative ci hanno dimostrato che i nostri datori di lavoro non sono interessati a tutele eque e ragionevoli dall’AI, ma piuttosto a un palese sfruttamento“
Vedremo dunque come si risolverà una situazione, che al momento vede parecchia tensione che potrebbe tranquillamente tradursi in ritardi su diversi titoli già annunciati, in uscita i prossimi anni.
This post was published on 4 Agosto 2024 14:00
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