Continua ad intrufolarsi in ogni ambito della vita quella che può essere l’IA: ora arriva ancora più forte nel mondo dello sviluppo.
Da anni non si parla d’altro, praticamente ovunque. Qualsiasi singola attività umana, lavoro o pratica che svolgiamo quotidianamente, fosse anche scegliere cosa guardare stasera su Netflix, finisce col diventare campo di applicazione di questa o quella IA. Una panacea per ogni dubbio, per ogni inefficienza, per ogni scelta.
La questione sta ovviamente dividendo l’umanità. E’ impossibile non vedere i risvolti etici a cui dovremo fare fronte, e che in realtà già sono ben tangibili e calcolabili oggi, sull’utilizzo dell’IA in modo sregolato e ossessivo. Con tante persone che stanno perdendo il lavoro e tantissimi altri che saranno i prossimi sul patibolo del progresso ad ogni costo.
Particolarmente controverso è l’uso dell’IA nel mondo dei videogiochi, una realtà che, seppur sempre tecnologicamente all’avanguardia e sempre in qualche modo “assistita” tramite software intelligenti, è comunque sempre state percepita come estremamente umana, intima. Fatta di sogni, speranze e desideri che prendono forma quando si uniscono stringe di codice e l’idea di uno o più sviluppatori.
Anche lo sviluppo dei videogiochi però sembra in alto nella lista delle realtà che non potranno non essere inglobate dal mostro senza corpo e con tanti tentacoli che si nasconde dietro due semplici letterine. A parlare dell’imminente uso massiccio dell’IA per la creazione dei propri prodotti è stato un gigante dell’industria videoludica come Embracer Group.
Il titano svedese, che raccoglie sotto di sé tanti studi di sviluppo e IP storiche e apprezzate, si è sbottonato sull’utilizzo nel prossimo futuro dell’IA per lo sviluppo dei suoi prossimi progetti videoludici, che ovviamente comprendono anche tripla-A importanti e altisonanti.
In un rapporto, la società ha annunciato di aver abbracciato una nuova strategia sull’IA che, secondo i vertici aziendali, sarebbe in grado di “migliorare in modo importante” il processo di sviluppo dei videogiochi “aumentando l’efficienza delle risorse, aggiungendo pratiche smart, personalizzazione e ottimizzazione alle esperienze per gli utenti”.
Embracer afferma che, sfruttando l’IA, sarà in grado di creare esperienze più curate e coinvolgenti che forniranno a ogni giocatore un'”esperienza unica, dinamica e personalizzata“. La cosa ovviamente non può che far venire degli interrogativi etici e riflettere sul futuro dell’intero settore videoludico, oltre che di chi ci lavora.
Malgrado nel documento si legga la volontà di non sostituire le persone con l’IA e mantenere una visione “umano-centrica“, come al solito bisogna vedere cosa ne penseranno gli azionisti. Poter spendere meno in dipendenti per avere prodotti in tempi più veloci potrebbe far venire l’acquolina a più di uno shareholder. Soprattutto dopo il primo videogioco che non venderà come anticipato.
This post was published on 22 Giugno 2024 13:00
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