Tante le soluzioni previste dagli sviluppatori per farvi evitare tempi morti e farvi godere il gioco.
Rise of the Ronin è uscito un po’ in sordina in un periodo affollato di uscite di peso, prima tra tutte quel Dragon’s Dogma 2 che ha monopolizzato l’attenzione di pubblico e critica nelle ultime settimane, spesso per motivi sbagliati. Eppure il titolo di Team Ninja ha le sue virtù e non merita di passare inosservato, come il nostro caporedattore Graziano Salini vi ha spiegato nella sua approfondita recensione.
Oltre al fascino dell’ambientazione storica e al gameplay variegato, l’action-RPG dei creatori di Nioh ha anche un’altra carta da giocare, che non va sottovalutata: non fa perdere tempo al giocatore. Il team di sviluppo infatti si è sforzato di trovare soluzioni rapide che accelerassero alcune meccaniche trite e ritrite cui i videogiochi di ruolo a mondo aperto ci hanno ormai assuefatto, e che siamo abituati a considerare quasi dei mali necessari. Per fortuna Rise of the Ronin ci dimostra che la noia non è uno scotto da pagare per forza, e che un team volenteroso può adottare soluzioni creative atte a far risparmiare tempo a tutti coloro che vorrebbero solamente impugnare un pad e giocare.
Rise of the Ronin è un gioco di ruolo d’azione ambientato nel Giappone del periodo Bakumatsu, quella tumultuosa era di passaggio tra la fine dello shogunato dei Tokugawa e la Restaurazione Meiji. Nel corso della trama del gioco ci troviamo dunque a vivere un periodo drammatico della storia giapponese, mentre il paese si appresta a entrare nella modernità sospinto più dai cannoni delle navi occidentali che dalla volontà di aprirsi al resto del mondo. Tale sontuosa cornice narrativa fa da sfondo all’azione dinamica che Team Ninja imbastisce in una struttura a mondo aperto, ambito mai tentato prima dallo sviluppatore in questione. In questo senso Rise of the Ronin rappresenta un’ulteriore evoluzione di un team che vanta una lunga storia e non ha mai smesso di sperimentare, passando dal picchiaduro di Dead or Alive all’action di Ninja Gaiden, fino alla più recente serie action-RPG Nioh, oltre ad aver realizzato importanti progetti in co-development con Square Enix. Se vi interessa approfondire la storia di Team Ninja e della sua casa madre, vi rimando al mio #aDevStory dedicato alla storia di Koei Tecmo.
Misurandosi per la prima volta con la scala di un videogioco a mondo aperto, Team Ninja ha dovuto affrontare diverse sfide, come quella di assicurare una buona varietà di attività proposte al giocatore e al contempo evitare il rischio “lista della spesa” che spesso vizia questo tipo di design. Da questo punto di vista il risultato è riuscito solo in parte, e se il team può essere scusato per l’inesperienza, a conti fatti il videogiocatore può avere l’impressione di avere a che fare con un titolo concettualmente un po’ vecchio. In ogni caso, un titolo conquista il pubblico soprattutto in virtù di quanto riesca ad essere divertente e in grado di offrire un’esperienza che scorre fluida, con un alta pulizia generale e pochi tempi morti. Sotto questo aspetto Rise of the Ronin è riuscito dove molti suoi predecessori hanno fallito: far perdere meno tempo possibile al giocatore. Il gioco infatti adotta una serie di accorgimenti che migliorano sensibilmente la quality of life del giocatore, velocizzando molte operazioni tediose cui la maggior parte dei giochi di ruolo, anche quell con approccio action, ci hanno “inflitto” nei decenni.
Come riportato da Stephen Totilo su Game File, sono diversi gli accorgimento che Team Ninja ha adottato per velocizzare alcuni processi particolarmente time consuming all’interno del genere di riferimento di Rise of the Ronin. Uno di questi è la navigazione tra i menù. Croce e delizia di tutti gli appassionati di RPG, il menù di gioco è uno degli aspetti fondamentali dell’esperienza, poiché i giocatori danno per scontato che ci passeranno un certo quantitativo di ore, nel bene e nel male. Nel bene, perché pianificare accuratamente le proprie mosse, creare la build perfetta e distribuire i punti attribuito sono alcuni dei più grandi piaceri della vita dei gamer, specialmente se minmaxer. Nel male, perché se l’interfaccia è mal disegnata trasforma rapidamente l’esperienza da appagante a frustrante. Pensiamo agli inventari troppo grandi, difficili da leggere e con scarse opzioni di organizzazione: possono facilmente diventare l’incubo di un giocatore, costretto a fermarsi di continuo e operare aggiustamenti per bilanciare il peso degli oggetti trasportabili o decidendo cosa tenere e cosa lasciare. Da questo punto di vista, la soluzione escogitata da Team Ninja è semplice e geniale: un’automazione fa sì che il loot di scarso livello sia automaticamente disassemblato o scartato dal giocatore per far posto a materiale ed equipaggiamento di qualità migliore; risultato: minuti preziosi risparmiati!
Non finisce qui, perché Rise of the Ronin adotta altri semplici ma altrettanto efficaci accorgimenti atti a non sprecare neanche un secondo del preziosissimo tempo libero che il videogiocatore ha deciso di dedicargli: come molti titoli del genere, anche nell’action-RPG di Team Ninja disponiamo di una cavalcatura per scorrazzare liberamente e velocemente per il mondo di gioco; ma in pressoché tutti i giochi di questo tipo non è sufficiente avvicinarsi alla nostro fido quadrupede per montarvi in sella, solitamente infatti è necessario uno specifico comando da parte nostra. Ebbene, Team Ninja si è reso conto che questa operazione era del tutto superflua e l’ha semplicemente eliminata: quando il vostro cavallo si avvicina vi monterete automaticamente, e via a briglia sciolta! E a proposito di corse a perdifiato: grazie al cielo il valore di stamina si attiva solo in combattimento, rimanendo infinita al di fuori di esso e permettendoci così di sprintare a perdifiato per le vaste mappe di gioco.
Sebbene il mondo sia molto vasto, non ci dovremo dannare più di tanto per attraversarlo, infatti il viaggio rapido è quasi sempre disponibile e in molti casi è legato a specifici punti di interesse, permettendoci in pochi istanti di giungere esattamente dove vogliamo. Infine un altro paio di “scorciatoie”: tutte le sequenze filmate già viste una volta non saranno ripetute, il che si traduce in un risparmio di tempo considerevole qualora dovessimo ripetere una fase di gioco (sta a nostra discrezione abilitare tale impostazione); e la modalità foto ha l’utilissima funzione di avanzamento di fotogrammi, fondamentale per cercare l’esatto frame dell’animazione che stiamo cercando per immortalarla in uno scatto perfetto!
Insomma, forse Team Ninja ha ancora un po’ da imparare per realizzare il gioco open world perfetto, ma di sicuro il resto del mondo ha molto da imparare da Rise of the Ronin in termini di esperienza utente!
This post was published on 30 Marzo 2024 10:30
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