Smettete subito o non cominciate neanche!
Se il gioco d’azzardo fosse vissuto come un divertimento una tantum, ci sarebbero casinò in tutte le città del mondo. Purtroppo non è così. La ludopatia è un fenomeno tristemente diffuso, che in qualche caso arriva ad essere una vera e propria piaga sociale. Padri di famiglia che dilapidano un’intera fortuna al gioco; anziani che si giocano l’intera pensione alle slot machine; e ora l’emergere dirompente per delle truffe online. Se è già difficile monitorare e contrastare le pratiche di gioco patologico (o le derive truffaldine che ne derivano) nel mondo fisico, quando si entra nell’ambito digitale si apre un vaso di Pandora da cui scaturisce un ginepraio di virtual slot, casinò elettronici e invitanti popup pubblicitari che promettono vincite sensazionali in poco tempo. Ne nascono così tanti in poco tempo che le autorità fanno fatiche a star loro dietro, e l’internauta sprovveduto cade facilmente nella loro tela.
Fortunatamente gli occhi di molte autorità di tanti paesi hanno da tempo iniziato a vigilare su queste attività truffaldine, adottando vari tipi di contromisure.
In vari paesi del mondo sono state messe in atto contromisure per contrastare le truffe legate al gioco d’azzardo online. In alcuni casi le decisioni prese sono particolarmente categoriche: negli Stati Uniti, ad esempio, giocare d’azzardo online è illegale, dunque è vietato intrattenere attività di ogni sorta legate alle scommesse online, che peraltro molto spesso sono in mano ad organizzazioni criminali o mafiose. Nella dichiarazione Law Enforcement Implications of Illegal Online Gambling del 2015, ad esempio, Joseph S. Campbell della direzione investigativa dell’FBI parlava così davanti alla Commissione per la supervisione e la riforma del governo della Camera dei deputati:
Il Dipartimento di Giustizia prende in seria considerazione la questione delle scommesse illegali, incluso il gioco d’azzardo online, e ha focalizzato le proprie risorse nell’individuazione di quelle organizzazioni che più sistematicamente ricorrono questo tipo di condotta criminale. Queste sono a volte riconducibili al crimine organizzato come Cosa Nostra; altre volte fanno parte di un disegno criminale di più vasta scala; e alcune di esse prevedono che una parte o tutta l’attività di scommessa e raccolta dei proventi avvenga negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia continua con successo a indagare e perseguire il gioco d’azzardo online illegale.
– Law Enforcement Implications of Illegal Online Gambling – 9 dicembre 2015
In Europa il gioco online non è vietato, ma ci sono alcune raccomandazioni e parametri stringenti da seguire. La Commissione Europea ha emanato la raccomandazione n. 2014/478/UE del 14 luglio 2014, con la quale intima agli stati membri di integrare le proprie normative sulla questione, in particolare dal punto di vista delle restrizioni alla pubblicizzazione del gioco d’azzardo online, che non deve stimolare la propensione al gioco soprattutto in soggetti particolarmente a rischio come i minorenni. E in Italia?
Il decreto legge n. 158 del 2012 (convertito nella legge n. 189 del 2012) vieta messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e nelle rappresentazioni teatrali o cinematografiche non vietate ai minori. Una serie di ulteriori provvedimenti hanno poi trovato il loro apice nel decreto-legge n. 87 del 2018 (convertito nella legge 9 agosto 2018, n. 96) che impone il divieto assoluto per la pubblicità di giochi e scommesse, incluse le sponsorizzazioni e le forme di pubblicità indiretta su tutti i “canali informatici digitali e telematici, inclusi i social media”. Dunque una normativa piuttosto stringente nel nostro paese esiste, quantomeno in termini di promozione del gioco d’azzardo online, che però resta legale.
In un contesto simile, quindi, il semplice accesso ad Internet rende una persona psicologicamente fragile o in un periodo di forte stress una facile preda dei siti di scommesse online, situazione agevolata dall’always on di questi siti, disponibili 24 ore su 24 e accessibili ovunque, che moltiplicano esponenzialmente le occasioni per entrarvi in contatto. Come porre rimedio a questa piaga? Una risposta arriva, incredibilmente, dai videogiochi. Roberto Pozzetti, psicoanalista e professore a contratto dell’università LUDeS di Lugano, ha infatti spiegato che i videogiochi possono avere una funzione benefica nella “disintossicazione” dal gioco d’azzardo giovanile, arrivando ad assumere una inconsueta funzione clinica:
Abbiamo già scritto qui, nell’articolo Digitale amico dell’autismo del febbraio 2020, quanto si dimostrino d’aiuto nel trattamento clinico e nella relazione educativa con ragazzi autistici i dispositivi digitali in generale e, fra questi, i videogiochi. Testimonianze come quella dell’adolescente autistico francese Théo Fache, che ha instaurato molti legami giocando a videogames quali Fortnite, sono di enorme insegnamento. In questi anni, del resto, si moltiplicano i progetti volti a ripensare i videogiochi come strumento terapeutico anziché considerarli soltanto un problema che causerebbe dipendenza dalla Play Station e da varie consolle o esplosioni di aggressività data dall’identificazione con immagini violente dei videogames. Sorgono attività come quelle degli Edugamers: educatori, psicologi, operatori sociali esperti del gaming, che giocano con i ragazzi in contesti appropriati quali le biblioteche e le ludoteche. L’assunto fondamentale in questi termini sta nel fatto che i dispositivi digitali e, soprattutto, i videogiochi costituiscono uno strumento di autoregolazione padroneggiabile e, dunque, disangosciante. In particolar modo nell’adolescenza, periodo dell’esistenza nel quale avviene una ristrutturazione del proprio carattere, offrono una via di costruzione dell’identità attraverso gli avatar e i personaggi di fantasia dei quali viene assunto il ruolo.
– Dipendenza dal gioco d’azzardo online: come si sviluppa, come curarla – 19 dicembre 2023
Ovviamente un percorso del genere deve essere intrapreso integrandolo con un opportuno supporto psicologico ed evitando di cadere da una dipendenza all’altra: stando attenti cioè a che gli stessi videogiochi non diventino una dipendenza, che potrebbe causare un isolamento ancora maggiore in ragazzi problematici trasformandoli in hikikomori.
This post was published on 24 Febbraio 2024 16:30
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