Tutti quanti sappiamo che il remake di The Witcher 1 è in sviluppo ma quanti hanno veramente giocato il primo capitolo della saga? Bene: non vi preoccupate perché non avrà gli elementi invecchiati male del titolo originale.
Nata distribuendo copie tradotte in polacco di popolari videogiochi provenienti dagli stati uniti d’America, CDPR, per gli amici “CD Projekt Red”, è una delle più importanti software house europee, arcinota per aver dato i natali alla popolarissima saga di The Witcher e per aver pubblicato in maniera rocambolesca Cyberpunk 2077, un action RPG in prima persona collegato all’universo narrativo dipinto da Mike Pondsmith che ha fatto molto parlare di sé per come è stato inizialmente pubblicato (leggasi: era pieno di bug e problemi).
Nell’universo post Cyberpunk, CDPR non è crollata nonostante abbia visto le sue azioni fare qualche scivolone di troppo e nell’annunciare i suoi nuovi progetti ha fatto contenti molti videogiocatori che si sono appassionati a The Witcher con il terzo capitolo.
In lavorazione, infatti, c’è un remake del primo capitolo della saga (che, per inciso, è un videogioco originariamente uscito nel 2007). Durante un’intervista con il director del titolo è fuoriuscita qualche informazione rispetto a quanto il titolo sarà svecchiato.
All’interno di un intervista comparsa all’interno della rivista Edge, Jakub Rokosz, director del remake di The Witcher 1 al momento in sviluppo presso la software house Fool’s Theory (con il supporto di CDPR), lo sviluppatore ha dato qualche dettaglio su come verrà gestito lo sviluppo del videogioco in questione.
Partiamo prima da un presupposto: Rokosz non ha lavorato al titolo originale, bensì è stato senior quest designer tanto in The Witcher 2 quando in The Witcher 3; parliamo quindi di una figura con una notevole esperienza nell’universo narrativo ed emotivo dello strigo.
La saga di The Witcher è considerata da molti come un cult classic ed è conosciuta sopratutto per l’ottima qualià del suo storytelling ma è inutile girarci attorno; il primissimo capitolo del brand non è che sia invecchiato in maniera perfetta; è pur sempre un gioco di quasi vent’anni fa. A questo bisogna aggiungere un’altro dettaglio: la sensibilità dei giocatori è cambiata in maniera importante dal 2007 e alcune scelte di game design o scelte narrative dell’epoca potrebbero risonare malissimo con i giocatori attuali.
Nell’intervista Rokosz infatti lo sottolinea:
“Prima di tutto, abbiamo bisogno di effettuare un’analisi onesta e concreta di quali parti sono semplicemente mal realizzate, superate dal tempo o completamente da rifare; nel corso di questo processo di analisi invece andremo a evidenziare le parti che sono ottime, quelle che andrebbero mantenute e quelle che non possono essere scartate poiché fondamentali per la fruizione dell’opera”.
Inutile dire che chi conosce bene il gioco sa già benissimo di cosa si sta parlando; già è nota l’intenzione degli sviluppatori di lasciare completamente da parte le cosidette sex cards, ovvero le carte collezionabili che evidenziavano l’anima da sciupafemmine di Geralt nella prima iterazione del gioco
A questo poi bisogna aggiungere diversi dettagli: il gioco, ad esempio, sarà open world, esattamente come il terzo capitolo. Questo permetterà agli sviluppatori di lasciare da parte le famose paludi che tanto hanno scocciato i videogiocatori dell’epoca, senza dimenticare una profonda ricostruzione del battle system che a giocarlo oggi fa frustrare molto rapidamente.
Conservare il bene e grattare via il male presente in The Witcher 1, insomma, è ciò che Fool’s Theory vuole fare; non ci sono ancora informazioni precise su quando il gioco uscirà ma è legittimo aspettarlo meno in là di quanto si crede; d’altronde il titolo dovrebbe avere ambizioni ridotte rispetto al quarto capitolo della saga o, addirittura, al seguito di Cyberpunk 2077.
This post was published on 3 Febbraio 2024 10:00
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