Giocare è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri. È davvero così? Beh, il mondo videoludico, sin da quando esiste, ha imparato a conoscere le magie del cheating e, se da un lato molti giocatori hanno iniziato a utilizzare questi mezzi solo per divertirsi e ridere, tanti altri hanno iniziato a servirsi dei “trucchi” per avere dei vantaggi non da poco in titoli con una forte componente competitiva. Alcune volte però, riuscire a capire cosa significhi “barare” è più complicato che in altri casi.
Una diatriba su cui i giocatori si sono spesso arrovellati, e su cui non si riesce ben bene a trovare una risoluzione soddisfacente per tutti, riguarda proprio l’utilizzo di determinati tipi di “aiuti”, che permettono di semplificare delle dinamiche di gioco. Questi mezzi possono essere ritrovati e utilizzati sia per titoli single player, magari dall’alto grado di difficoltà, sia in titoli multiplayer in cui, teoricamente, si dovrebbe poter competere tutti alla pari.
Bisogna però capire quale sia il confine che permette di definire quell’aiuto, un vero e proprio “cheat”, un imbroglio, qualcosa di non conforme non solo alle regole morali del gioco ma, molto spesso, alle indicazioni che gli stessi sviluppatori danno per quel gioco. Tante volte per esempio, ci si è arrovellati sul fatto di considerare come sbagliato a prescindere lo sfruttamento di un glitch, un errore dovuto al gioco e non al giocatore, per ottenere un vantaggio.
Situazioni simili si verificano spessissimo in titoli dalla forte componente competitiva, come per esempio Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege, il famoso titolo marcato Ubisoft che di meccanismi del genere ne ha fatto scorta per i tanti anni che si porta ormai sul groppone: i veterani ricorderanno sicuramente il glitch degli scudi che permetteva di sparare senza necessità di abbandonare la posizione difensiva con operatori dotati di scudo; il glitch degli scudi mobili in faccia, che rendevano intangibili agli headshot; il glitch della claymore che permetteva di diventare invisibili. La lista potrebbe continuare.
La domanda da porsi a questo punto però, diventa: dove inizia il cheat voluto e dove finisce lo sfruttamento fortuito? Perché se è vero che il 100% dei glitch sopra elencati, sono tutti generati solo e soltanto da errori di programmazione, non imputabili ai giocatori, è anche vero che questi ultimi si sono spesso ritrovati a forzare le dinamiche di gioco per attivare tali glitch. E dunque, un giocatore che sfrutta delle meccaniche messe a disposizione dal gioco, per avere un vantaggio che potenzialmente chiunque potrebbe avere allo stesso modo ma che si decide di non avere per un semplice blocco “morale”, è da imputare come un cattivo giocatore?
Altre volte invece, la zona grigia è molto meno ampia e si può parlare con facilità di cheating, magari con l’utilizzo di programmi esterni che permettono al giocatore che li utilizza, di sfruttare delle meccaniche che il gioco non prevederebbe nemmeno. A riaprire il dialogo su ciò che è più o meno lecito però, ci ha pensato uno degli ultimi aggiornamenti del firmware di PlayStation 5. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Con uno degli ultimi aggiornamenti firmware di PlayStation 5, Sony ha messo in chiaro la proprio volontà sul modo di procedere riguardo a un determinato argomento, che da anni tocca i giocatori da console. L’ultimo aggiornamento infatti, blocca l’utilizzo di dispositivi Cronus Zen. Per chi non sapesse cos’è un Cronus Zen: si tratta di un controller con funzionalità aggiuntive rispetto a quelli tradizionali, che soprattutto in alcuni generi come gli sparatutto, permette di avere dei vantaggi non da poco. In alcuni casi più estremi si parla di mira assistita e velocità di sparo aumentata, in casi più blandi si parla di semplice possibilità di reimpostazione dei comandi, cosa che non tutti i giochi permettono.
Lo Zen viene utilizzato per esempio in titoli multiplayer competitivi: Call of Duty: Warzone è un ottimo esempio, dato che si tratta di un titolo che prevede il cross platform tra PC e console e molti giocatori di queste ultime, tendono a essere svantaggiati rispetto a chi gioca con mouse e tastiera. Secondo il sito del Cronus Zen, ben più di mezzo milione di giocatori utilizzerebbe tale dispositivo.
Il vero problema si pone quando, in titoli che prevedono la possibilità di giocare solo con chi proviene dalla stessa piattaforma di gioco, ci si trova in netto svantaggio non a causa di mancanza di abilità. Ed è anche vero che lo Zen non è l’unico dispositivo che adempie a tali compiti: esistono tante conformazioni di mouse e tastiera pensate a posta per le console, in grado di non farsi “riconoscere” così da non essere bloccate dai sistemi di gioco.
Alcune software house, negli anni, hanno tentato di porre rimedio al problema, non ultima proprio Ubisoft che sul suo Rainbow Six ha implementato la cosiddetta “mouse trap”, un meccanismo in grado di identificare certi movimenti come impossibili da compiere con un normale controller. Non sono tuttavia stati diffusi dati su quanto si sia rivelato efficace, nella lotta ai furbetti del M&K.
Col blocco posto da Sony con l’aggiornamento 24.01-08.60.00, si fa un ulteriore passo avanti nella lotta a queste periferiche di gioco. Tutto ciò però, ha portato Cronus a rilasciare delle dichiarazioni per mettere in allerta i suoi utenti, così da non far loro scaricare l’aggiornamento che non permetterebbe più l’utilizzo dello Zen. Di seguito le dichiarazioni:
Siamo consapevoli di un problema con Zen e PS5. Il 24 gennaio, la console ha richiesto a tutti di scaricare la versione 24.01-08.60.00 e, se lo fate, Zen non potrà più connettersi a PS5 senza venir disconnesso. Tuttavia, questo aggiornamento non è obbligatorio. Semplicemente, evitatelo e tutto dovrebbe ancora funzionare come figurato con l’aggiornamento Zen 2.2.2
Quella di Sony è una mossa che verrà sicuramente apprezzata da gran parte della community del gaming online, anche se nell’aggiornamento non si accenna mai direttamente al “Cronus Zen”. Quella di Sony però, pare una mossa in linea con quanto fatto da Microsoft su Xbox nell’ottobre del 2023, quando aveva messo al bando controller e accessori non autorizzati.
This post was published on 30 Gennaio 2024 10:00
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