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I creatori di Fallout Shelter creano il The Elder Scroll perfetto per le pause in bagno

The Elder Scrolls è una delle saghe videoludiche fantasy che, più di altre, sono ancora ricordate, apprezzate e giocate da una vasta gamma di veidogiocatori, che a ogni run su Skyrim od Oblivion, riescono a scoprire interessanti dettagli del mondo di gioco. L’attesa per il nuovo TES è alta e Bethesda sa di non poter sbagliare. Intanto però, per non abbandonare totalmente i fan, viene rilasciato qualcosa che non è esattamente ciò che ci si aspettava.

La responsabilità di Bethesda

È giunto il tempo?

Bethesda, oh Bethesda!
Si tratta di una delle software house più discusse di sempre, in grado di polarizzare talmente tanto la discussione riguardo non solo i suoi titoli ma sull’intera gestione dell’azienda, da rendere quasi impossibile riuscire a costruire un dialogo valido attorno a quelle che sono state, sono e saranno le sue uscite di spicco. Al netto di tutto, ci sono dei fatti che è impossibile negare, anche solo analizzandone la storia produttiva.

Bethesda infatti, al netto di produzioni che non sempre hanno brillato come perle di game design, è sempre riuscita a costruire dei titoli che facevano tanto parlare e che creavano grosse aspettative. Il modo in cui i creativi di Bethesda riescono a costruire mondi di gioco, è quantomeno invidiabile e si finisce, spesso, col parlarne poco, relegando la software house a essere “quella con tanti bug”. E chiariamo, i giochi Bethesda sono la gioia di chi ritiene più ludico ricercare un bug piuttosto divertirsi con ciò che offre un gioco, ma non sono solo quello.

Altra accusa spesso mossa a Bethesda, è l’obsolescenza del suo modus operandi e del game design. Prendiamo Starfield per esempio: si è trattato di uno dei titoli più attesi dello scorso anno, sin dal suo annuncio del 2018 in contemporanea al nuovo The Elder Scrolls e che ha tanto preoccupato i giocatore PlayStation vista l’acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft –paura decisamente motivata, col senno del poi.

Quando poi il titolo è uscito, dopo le scoppiettanti dichiarazioni del solito Todd Howard, diventato ormai il volto dello studio, che prometteva un titolo che avrebbe totalmente sconvolto il mercato per via della sua grandezza ed estensione, i fan rimasero… tiepidi. Perché Starfield non era un brutto gioco in senso assoluto, era semplicemente vecchio, non evoluto, non al passo coi tempi. Il classico gioco Bethesda, indietro nel tempo di 10 anni.

Tali reazioni si sono poi palesate in scala maggiore, quando ai The Game Awards 2023, una delle manifestazioni più importanti dedicate al videogioco, Starfield ha ottenuto una sola nomination nella categoria “Best RPG”, categoria che sarebbe stato francamente impossibile vincere vista la concorrenza di Baldur’s Gate III o degli inaspettati bei lavori che sono stati Lies of P e Sea of Stars.

Ma il mondo continua a girare, il tempo va avanti e Starfield è già soltanto un ricordo. Perché checché se ne dica, Starfield per molti era semplicemente un antipasto. Perché se c’è un titolo che i fan di Bethesda e non solo, aspettano di giocare con ardente impazienza, è sicuramente The Elder Scrolls VI, sequel di uno Skyrim che al netto di alcuni problemi, si è rivelato un titolo in grado di essere apprezzato anche col passare delle generazioni di console, merito anche di una mod community estremamente attiva.

Il tempo per un nuovo TES dunque, pare essere finalmente giunto!
Peccato però, che non sia esattamente ciò che ci si aspettava.

Arriva The Elder Scrolls: Castles

The Elder Scrolls VI è stato annunciato nel 2018, alla compianta conferenza E3, con un teaser estremamente breve, consistente soltanto di un’inquadratura a campo largo su un paesaggio collinare, una musica trionfante e quella scritta “The Elder Scrolls VI” dorata, fluttuante, senza un sottotitolo, senza una data, senza un’indicazione. Di anni ne sono passati quasi sei e nulla più si è saputo di quel progetto. Ora però, Bethesda da un annuncio.

Arriva il nuovo titolo della saga! Si tratta di The Elder Scrolls: Castles e si tratta di un gioco per cellulare, sviluppato dai creatori di Fallout: Shelter. Esattamente come Shelter, Castles sarà un gestionale, in cui, come Bethesda scrive in post su X, bisognerà:

costruire la propria dinastia, dove ogni giorno nel nostro mondo è un anno nel mondo di gioco. Cittadini nascono, muoiono, i sovrani cambiano e possono venire traditi

Dunque i giocatori, esattamente come lascia presagire il titolo del gioco, controlleranno i propri castelli e vedranno succedersi generazioni di famiglie, svariati sovrani e a ogni cambiamento, potrebbero anche cambiare gli obiettivi. Attenti a non rendere infelici i cittadini, potrebbero rovesciare la corona e instaurare un nuovo regno.

Sarà possibile ingrandire il vostro castello a vostro piacimento, utilizzando vari strumenti, aggiungendo stanze e donando al posto l’aspetto che più vi aggrada. Vi sarà inoltre un sistema di combattimenti a turni, contro altri giocatori, in cui la posta in palio saranno risorse utili per espandere il proprio regno.

Dai negozi online da cui il titolo sarà scaricabile, si apprende che “include acquisti in gioco”, cosa che non sappiamo ancora bene come tradurre: non si sa infatti se si tratterà di un titolo free-to-play con microtransazioni all’interno o se bisognerà pagarne l’acquisto in toto. Al momento, il titolo è stato reso disponibile soltanto nelle Filippine, dunque bisognerà aspettare ancora qualche mese per poterci mettere le mani sopra, in Europa.

Si tratterebbe del terzo titolo per cellulare legato alla saga, dopo The Elder Scrolls: Legends, gioco di carte uscito nel 2017 e The Elder Scrolls: Blades, un più tradizionale RPG del 2019.

Nonostante il titolo non sia ancora scaricabile, recandovi su AppStore o PlayStore, sarà possibile registrarsi così che, non appena il titolo sarà disponibile, questo verrà installato automaticamente e riceverete una notifica che vi avviserà della cosa.

This post was published on 23 Gennaio 2024 19:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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