The Last of Us è un brand rinomato in tutto il mondo, in grado di far appassionare giocatori più o meno incalliti, riuscendo a raccontare una storia dal setting convincente, a fare da contorno a personaggi e vicende talmente tanto ben scritte da far dimenticare la sola dimensione videoludica. Al tempo dell’uscita del primo capitolo, un documentario aveva rivelato dettagli sulla realizzazione. Adesso che succede?
Diventa sempre più difficile, trovare delle persone che non sappiano cosa sia The Last of Us. Si tratta ormai, di uno di quei titoli che hanno quella forza che permette loro di trascendere il media videoludico, riuscendo a sfociare nella più ampia e variegata “cultura pop”. I motivi dietro questo successo, sono sicuramente da ricondurre ad alcuni fattori, che hanno permesso alla saga di The Last of Us di diventare uno dei prodotti di punta di Sony.
Al tempo dell’uscita del primo capitolo, Naughty Dog era già un nome ben noto nel marasma di case di sviluppo di videogiochi, riuscendo a distinguersi con titoli sempre ottimi, alcuni più degli altri forse, ma riuscendo a mantenere un livello qualitativo altissimo. Basti pensare soltanto alla saga di Uncharted, in cui assistiamo a una rivisitazione di quel modo di raccontare storie tipico di avventure alla Indiana Jones, con la giusta dose di azione ed esplorazione, il tutto condito dalle più fantasiose trame si potessero concepire.
Naughty Dog, col primo The Last of Us, ottiene riconoscimenti a destra e a manca: arrivano le lodi di pubblico e critica, per un titolo che racconta una storia forse semplice, forse in parte già vista, ma in grado di catturare chiunque vi si approcciasse grazie all’umanità che traspariva da ogni personaggio, da ogni situazione, da ogni ambiente. Si trattava di un periodo in cui le storie di zombie erano tornate in auge, sia in campo videoludico dove i giocatori andavano alla sfrenata ricerca di survival in cui immergersi, sia in campo televisivo con The Walking Dead che macinava apprezzamenti da ogni parte (prima dell’inevitabile declino).
Visto il successo del primo titolo, Naughty Dog ritenne saggio sviluppare un secondo capitolo che, se possibile, alzò ancora di più il tiro rispetto al primo. La sensazione era quella che, il gioco del 2013, fosse un tentativo per la software house, di tastare il terreno, per cercare di capire se ci fosse una porzione di giocatori interessati a quelle vicende. Quando ciò divenne palese, ecco arrivare The Last of Us Parte II e il mondo videoludico impazzisce, per quello che si rivela essere un sequel che migliorava praticamente ogni aspetto del predecessore, dalla trama alla narrazione, sino ovviamente al gameplay.
L’uscita del secondo capitolo, arrivò a 7 anni di distanza dal primo, nel 2020, praticamente sul morire della generazione PlayStation 4. Ciò comportò, per Naughty Dog, una necessità: fare una remastered. In tal modo, ci si sarebbe potuti adattare alle nuove tecnologie messe in campo da Sony con la PlayStation 5. Mancano una manciata di giorno all’uscita della Remastered e, per l’occasione, oltre a varie migliorie tecniche, verranno aggiunte delle nuove modalità di gioco, così da intrattenere anche chi ha già finito la campagna.
Come detto, manca veramente poco all’uscita di The Last of Us Parte II Remastered, prevista per il 19 gennaio 2024. Gli appassionati non vedono l’ora di immergersi ancora una volta nel mondo di Naughty Dog, di rivedere quei personaggi che hanno imparato ad amare e odiare, quelle vicende così cupe eppure così umane, in un contesto apocalittico in cui essere umani è il pericolo maggiore. Ma Naughty Dog, non poteva accontentarsi di una semplice release.
Ad accompagnare l’uscita della Remastered infatti, arriverà presto un documentario sulla creazione del gioco, una panoramica dietro le quinte di quello che è uno dei videogiochi più importanti del mercato videoludico degli ultimi anni. Come riportato dagli stessi sviluppatori, nel trailer del documentario intitolato “Grounded II”, lo sviluppo di questo prodotto era iniziato nel 2016, in contemporanea all’inizio dello sviluppo del gioco.
Per via della pandemia da Covid però, Naughty Dog si è ritrovata a dover sospendere non solo le riprese ma l’intero progetto che, per anni, è stato dimenticato e tenuto da parte. Quale migliore occasione dell’uscita della Remastered per PS5 per tirarlo fuori, finito, montato e pronto a essere dato in pasto agli appassionati.
Quel che sappiamo finora: il documentario sarà distribuito gratuitamente sul canale YouTube di Naughty Dog, come successo al tempo dell’uscita di The Last of Us, in cui un documentario dal titolo “Grounded” venne pubblicato, raccontando il making of del primo capitolo; da quel che si vede nel trailer, il documentario sarà parecchio incentrato sul lato umano dietro allo sviluppo di quello che viene definito “il gioco più ambizioso nella storia dello studio”; oltre al lato creativo, ampio spazio verrà dedicato a quello che gli addetti ai lavori hanno provato durante lo sviluppo, tra stimoli esterni di appassionati che sputavano su un progetto ancora nemmeno mostrato, senza tralasciare l’aspetto del “crunch” che ha colpito tanti degli sviluppatori dietro al progetto.
Non c’è ancora una data d’uscita precisa per Grounded II: Making of The Last of Us Part II ma, vista l’uscita imminente del titolo, previsto per il 19 gennaio 2024 su PlayStation 5, è logico pensare che non passerà troppo tempo prima di poterci immergere nel viaggio affrontato dagli sviluppatori, potendo tastare in maniera palpabile, la passione riversata su un progetto del genere.
Qui, su Player.it, non saremo sicuramente avidi d’informazioni a riguardo.
This post was published on 15 Gennaio 2024 10:30
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