Sembra che il nuovo anno non sia iniziato granchè bene per Starfield, l’ultima fatica di casa Bethesda. L’ultimo titanico RPG, che doveva essere un po’ lo “Skyrim nello spazio” del mondo videoludico, e che dunque avrebbe dovuto accompagnarci per lunghissimo tempo, sta continuando ad avere infatti vita difficile per quanto riguarda le opinioni degli utenti. Nel dubbio, qualora ve la siate persa, trovate la nostra recensione, ad opera dell’ottimo Alessandro Colantonio qui!
Gli utenti Steam non perdonano
L’inizio dell’anno segna, per Starfield, una flessione verso il negativo delle recensioni su Steam, arrivando ad un rating “Perlopiù negativo”; solo il 28% delle opinioni pubblicate negli ultimi 30 giorni sembrano infatti essere positive, mentre la valutazione generale continua ad essere “Nella media”, risultati che comunque in pochi si sarebbero aspettati dal tanto atteso titolo Bethesda.
Ovviamente c’è da tenere conto della natura delle valutazioni che gli utenti possono rilasciare su Steam: in primis, queste arrivano direttamente dalla community dei giocatori, divenendo spesso più segnale del sentimento comune che dell’effettiva qualità del titolo; in secondo luogo, la natura polarizzante che contrappone il “Consigliato” allo “Sconsigliato” sembra rendere molto più radicalizzate le opinioni stesse; infine, il fatto che non ci sia un minimo di ore di gioco per valutare i titoli può far pensare a giudizi quantomeno di pancia.
Verso Novembre 2023, quando ancora le valutazioni si aggiravano sulla Media, la recriminazione maggiore della community sembrava essere la percezione di una storia “pilotata” in cui le scelte individuali avevano pochissima influenza; PNG immortali, compagni d’avventura “Legale-Buono”, l’esplorazione gambizzata da continue schermate di caricamento; insomma, difetti che non ci si sarebbe aspettati da una software house così navigata nel genere come Bethesda.
Grande assente dall’esperienza del titolo, e caratteristica che contribuiva al fascino di Skyrim ad esempio, sembra essere proprio la narrativa emergente. Se esplorare l’estremo nord del Tamriel era piacevole, era anche perchè tra una missione e l’altra, durante le nostre esplorazioni, saremmo potuti incappare in incontri interessanti, che siano con PNG, mostri da sconfiggere, o luoghi particolari da esplorare. In Starfield questo non accade, anzi spesso viaggiare tra una missione e l’altra si riduce in una serie di caricamenti ed in un viaggio praticamente vuoto, senza infamia ma neanche senza lode.
Sembra poi che in molti risentano dell’effettiva scrittura del titolo: il sentore infatti è quello che il giocatore sia immerso in un mondo in cui, a conti fatti, tutte le cose interessanti sono già accadute, e non sembrano esserci temi particolari che l’ambientazione e la trama vogliono affrontare, quanto piuttosto un vago ed indefinito riferimento all’immaginario fantascientifico e futuristico, e quando invece la trama prova ad affrontare alcuni temi, sembra sempre che questi vengano solo leggermente sfiorati, mai approfonditi seriamente.
Alcuni recriminano a Bethesda l’aspetto grafico, l’estetica con cui l’avventura di Starfield è presentata. Se lo zoom–in sul volto degli PNG può sembrare un po’ fuori tempo limite, in confronto magari ad un Baldur’s Gate 3 con le performance in motion-capture per gli PNG, non è detto che un buon RPG si misuri effettivamente in base alla potenza grafica; spesso anzi i grandi titoli del genere CRPG se la sono cavata con semplici box di dialogo, e sprite approssimati.
In ultima analisi, sembra che Bethesda abbia molto da imparare dall’esperienza Starfield, mentre pianifica l’ambiziosa cadenza di aggiornamenti semestrali, con “Nuovi metodi per viaggiare” e nuove mappe; sempre nella speranza che Starfield possa essere salvato da una buona dose di olio di gomito, e che i suoi difetti non siano originati da una filosofia a monte ormai obsoleta.