Parte del programma EA Originals, è il gioco d’esordio di Surgent Studios, studio fondato dall’attore britannico Abubakar Salim.
La diatriba sull’equiparazione tra videogioco ed arte è vecchia quasi il medium stesso, ed oggigiorno appare sempre più difficile appartenerne alla corrente che scredita questa equiparazione. Basti pensare a quante professionalità artistiche contempli il medium videoludico, che racchiude in sé tanto il linguaggio cinematografico della messinscena quanto quello letterario della narrativa, tanto la sapienza iconografica della pittura quanto quella compositiva della musica. Soprattutto, il videogioco ha dato prova di essere veicolo in rado di promuovere istanze sociali e culturali, dando spazio e voce a categoria sottorappresentate, nonché a culture storicamente derubricate come minori o di scarso interesse generale, benché magari identitarie per interi popoli o regioni del mondo.
È il caso, ad esempio, di Tchia, avventura esplorativa che esalta ambienti e cultura della Nuova Caledonia, premiato ai The Game Awards con il premio Games for Impact. E si prospetta essere anche il caso di Tales of Kenzera: ZAU, opera prima di Surgent Studios, software house fondata dall’attore britannico Abubakar Salim, che ha individuato il medium videoludico come mezzo espressivo ideale per dar forma ad un’avventura che esplorasse le tematiche del lutto e dell’elaborazione della perdita, ma che fosse anche veicolo di condivisione e rielaborazione della cultura e del folklore Bantu. In occasione della cerimonia dei The Game Awards, Abubakar Salim è salito sul palco per presentare il progetto. Ecco ciò che sappiamo.
Per chi non conoscesse la sua figura, Abubakar Salim è un attore britannico divenuto noto al grande pubblico principalmente per le sue performance nelle serie tv Jamestown e Raised By Wolves. Gli appassionati di videogiochi però potrebbero conoscerlo anche per un altro motivo: infatti Salim ha prestato la voce a Bayek, il protagonista di Assassin’s Creed Origins. Del resto l’attore è da sempre un appassionato videogiocatore, come ha avuto modo di raccontare dal palco dei The Game Awards: cresciuto con Kingdom Hearts, Garry’s Mod e Golden Sun, deve questa sua passione all’input del padre, che per primo lo ha avvicinato al medium e con il quale ha condiviso l’amore per la decima arte.
Proprio il dolore causato dalla perdita della figura paterna ha spinto Salim a cercare un modo per trasformare la sofferenza in energia creativa, e questo lo ha spinto ad una decisione da lui stesso definita “il più grande rischio della mia vita“: fondare una software house indipendente e dar vita ad un videogioco che esplorasse il tema del lutto e del passaggio di conoscenza e cultura tra le generazioni, un modo per ringraziare ed omaggiare la figura paterna tramite quel medium che aveva contribuito ad instaurare un profondo legame padre-figlio. Ecco dunque spiegata la genesi di Surgent Studios, fondato 4 anni fa e dedicato ad esplorare vari media emergenti tra cui, ovviamente, il videogioco. La lavorazione di Tales of Kenzera: ZAU ha dunque avuto una lunga gestazione, e finalmente Salim ha ritenuto che i tempi fossero maturi per presentarlo al grande pubblico. Vediamo dunque in cosa consiste e quando potremo metterci mano.
Tales of Kenzera: ZAU è essenzialmente un metroidvania 2.5D che basa estetica e narrativa sulla cultura e il folklore Bantu. Ambientato nelle misteriose terre di Kenzera, il gioco ci metterà nei panni dello sciamano Zau, che nell’estremo tentativo di riportare in vita il padre stringe un patto con il dio della morte, che avrà delle conseguenze imprevedibili. Nel suo viaggio per diventare Nganga, ovvero guaritore spirituale, Zau dovrà padroneggiare i poteri magici del sole e della luna, esplorerà terre colme di pericoli ed affronterà nemici temibili. L’atmosfera del gioco è permeata di magia, e l’estetica attinge ad atmosfere africane che offrono una ventata di freschezza con un’iconografia non troppo frequentata dal medium. Per di più non si tratta di rappresentazioni realistiche, bensì rielaborazioni creative e ricche di colore e immaginazione, con suggestioni tanto futuristiche quanto primitive, in un cocktail visivo di forte impatto.
Si diceva dell’elemento culturale Bantu, ma di cosa si tratta esattamente? Questa parola identifica un vasto gruppo etnico e linguistico che popola l’intero continente africano, con varie declinazioni a seconda della regione di riferimento. Ne fanno parte ben 400 diverse etnie che popolano le regioni dell’Africa subsahariana, che condividono un retaggio storico e culturale comune. Questo corpus culturale e linguistico ha funto da base ispiratrice principale per enucleare le tematiche e l’immaginario visivo e sonoro del gioco, che è musicato dalla compositrice Nainita Desai (nota per il suo lavoro su Immortality di Sam Barlow). Il gameplay d’altra parte appare abbastanza variegato, tra ostacoli ambientali ed una mobilità da platformer, e combattimenti basati sul giusto tempismo di reazione con vari approcci di ingaggio a seconda della tipologia di nemici. Ovviamente non è possibile valutarne responsività e varietà solamente da un trailer, ma il colpo d’occhio è senz’altro positivo.
Per chi fosse rimasto abbastanza incuriosito dalla presentazione del gioco da chiedersi quando potrà metterci le mani, il trailer offre una risposta chiara: distribuito all’interno del programma EA Originals, Tale of Kenzera: ZAU sarà arriverà sul mercato il 23 aprile 2024, su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, e Nintendo Switch. I preordini sono possibili già da ora, ed offrono il 10% di sconto sul prezzo di lancio, punti abilità bonus, una variante estetica della benedizione di Kalunga e il fumetto digitale Soulshifters, di accompagnamento alla narrativa di gioco. Aspettiamo con curiosità la prossima primavera per fare il pieno di cultura Bantu!
This post was published on 10 Dicembre 2023 17:30
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