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Nasce il database che promette inclusività completa | Saprete se un gioco urterà la vostra sensibilità

Accessibilità e inclusività sono termini ormai entrati in pianta stabile nel mondo dei videogiochi. Con il proposito di guidare i giocatori verso contenuti adatti davvero a tutti, nasce un database che promette inclusività completa.

I videogiochi, come qualsiasi altra forma di intrattenimento e di comunicazione, si evolvono insieme alla società. Viviamo un’era in cui è particolarmente sentito il tema dell’inclusività con il quale si vuole non lasciare indietro nessuno, cercando di dare voce e far sentire rispettati tutti gli esseri umani.

I videogiochi, da qualche anno a questa parte, hanno cominciato a prendere a cuore le esigenze delle minoranze e delle categorie di persone che non hanno avuto gli stessi mezzi, che siano fisici o sociali, di tutti gli altri.

Quello di fornire opzioni di accessibilità è senza dubbio uno dei primi passi che l’industria ha fatto in questa direzione, a cui hanno fatto seguito altre iniziative più “fisicamente” concrete, come la produzione di controller adatti ai portatori di handicap.

Controller Access, progettato per venire incontro alle esigenze dei giocatori con disabilità motorie

Molto più rischioso è invece il percorso che porta all’inclusività, attraverso il quale si vuole dare rappresentazione fedele e rispettosa a tutte le identità e alle espressioni della natura umana. Uno degli obiettivi più elementari dell’inclusività è non urtare la sensibilità di chi fruisce di un contenuto, che sia una serie tv, un cartone o un videogioco.

Nasce, dunque, con l’obiettivo di proteggere i giocatori dai contenuti considerabili offensivi (anche se solo per necessità autoriali e narrative) un database che avrà lo scopo di avvertirli della presenza di concetti, argomenti e scene che possano in qualche modo urtare la loro sensibilità.

Questo lo posso giocare? Il database risponde per voi

Coty Craven, il creatore di Can I Play That?, sito americano fondato nel 2018 che si occupa di accessibilità sia per i giocatori sia per gli sviluppatori, e un gruppo di esperti di videogiochi e professionisti della salute mentale hanno presentato il Game Content Triggers Database.

Il database funge da catalogo di tutto il materiale che può essere considerato “problematico” presente nei videogiochi, grandi o piccoli che siano.

Ad esempio, un utente può sapere se un gioco contiene ragni – contenuto che può far esplodere in modo incontrollato la sua aracnofobia – o razzismo indirizzato a comunità specifiche. Quindi, il database non si occupa solo di segnalare il materiale che potrebbe evidenziare disparità sociali, ma anche quello in grado di scatenare o peggiorare problematiche di salute, come possono essere le fobie, la motion sickness o argomenti sulla salute mentale.

Messaggio che lo studio Frogwares inserisce in tutti i suoi giochi, con cui avverte i giocatori della presenza di contenuti razzisti, “normali” nella società descritta nei loro titoli.

I dettagli segnalati nel database includono anche la presenza della possibilità di skippare il contenuto potenzialmente scatenante durante il gioco, infatti ci sono ormai parecchi titoli che permettono ai giocatori di disattivare contenuti troppo efferati o skippare intere sezioni di gioco, ad esempio Martha Is Dead, videogioco italiano che avverte il giocatore quando sta per partire una cutscene controversa o disturbante.

Craven ha dichiarato:

Il database è stato creato da un piccolo gruppo di veterani dell’industria dei giochi e di professionisti della salute mentale per catalogare i temi, gli oggetti e i VFX più frequenti nei giochi che possono avere un impatto negativo sulla salute mentale di una persona. Attualmente abbiamo un elenco di 263 diversi tag di attivazione e una collezione di lancio di 30 giochi tra i più giocati su Xbox e PlayStation, con altri giochi per PC e Switch in arrivo.

Al momento il database conta 38 giochi; Craven e il team mirano a far crescere il catalogo nel tempo in modo da offrire un prodotto completo e soddisfacente per tutti.

This post was published on 7 Dicembre 2023 16:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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