Introvabile a causa degli scalper che, come al solito, fanno affari d’oro.
PlayStation Portal è stata immessa sul mercato il 15 novembre, giusto pochi giorni fa. Sony ha studiato accuratamente il calendario e ha piazzato la vendita della sua “quasi console portatile” a ridossi sia del Black Friday sia delle vacanze di Natale, una scelta strategica per massimizzare le vendite in vista delle festività. Peccato che non abbia fatto i conti con quella che ormai risulta essere una vera e propria piaga videoludica: gli scalper. Già responsabili di aver inasprito ancora più la carenza di hardware disponibile all’epoca del lancio di PS5 e Xbox Series X|S, introvabili per mesi ma rivendute a prezzi da usura sulle piattaforme di aste online, l’hanno di nuovo fatta grossa lanciandosi a piene mani su questo nuovo dispositivo, che nell’arco di soli due giorni è andato sold out nell’intero mercato britannico e degli Stati Uniti.
È incredibile che un fenomeno del genere si ripresenti sempre uguale, malgrado si sappia benissimo che si sono farabutti che si approfittano della situazione facendo incetta di pezzi che rivendono a prezzi senza senso facendo leva su acquirenti sprovveduti che magari stanno solo cercando un regalo per il proprio figlio, oppure persone che non riescono a trattenere i propri impulsi e cedono al ricatto di chi guadagna cifre inenarrabili commettendo un vero e proprio reato di bagarinaggio. Sia come sia, il risultato è sconfortante: PlayStation Portal è appena uscita e già non si trova più, a meno che non vogliate dilapidare un patrimonio per acquistarla da gente senza scrupoli.
C’è ancora un po’ di confusione attorno a PlayStation Portal ed al suo funzionamento, confusione che, siamo certi gioca tutta a favore dei malintenzionati che la spacceranno come nuova console portatile rivendendola a carissimo prezzo a persone poco informate, che potrebbero trovarsi con un oggetto inutilizzabile. Questo perché PlayStation Portal non è una nuova console handheld e non è nemmeno una PS5 in versione portatile: nonostante il suo aspetto, non si tratta di un dispositivo autonomo, in grado di riprodurre o installare giochi nativamente.
Il modo più facile di intendere Portal è quello di periferica, infatti per funzionare necessita di essere accoppiata ad una PlayStation 5. La vostra? Non per forza: una qualunque PS5 di cui abbiate le credenziali di accesso, che sia di vostra proprietà, di un parente, di un amico o di chi vi pare. Lo scopo del dispositivo è quello di eseguire in streaming i titoli installati sulla PS5 a cui è accoppiata, ovviamente a patto di avere una linea Wi-Fi stabile e veloce.
Badate bene che PS Portal è in grado di rilevare solamente i giochi assegnati all’account attualmente loggato sulla PS5 a cui siete accoppiati, e non a tutti gli account eventualmente associati alla stessa console. Ciò dimostra che, ovviamente, il suo utilizzo primario è pensato per un accoppiamento con una console domestica di proprietà del medesimo utente. Non è questa la sede per valutare pro e contro di un dispositivo di questo tipo, limitiamoci a considerarlo un accessorio utile per utilizzi molto specifici, e dunque adatto solo a determinati utenti e non ad altri. Sta a voi decidere se si tratti di un acquisto sensato per le vostre tasche e abitudini di gioco, ma quel che è certo è che senza una PlayStation 5 a cui accoppiarla, ve ne farete ben poco.
PS Portal è stata immessa sul mercato il 15 novembre 2023, al prezzo di listino di $199.99 / €219.99 / £199.99. Si tratta sicuramente di un accessorio dispendioso, il cui valore può essere determinato in ultima analisi solo dalle abitudini di consumo videoludico degli utenti che scelgono di acquistarla. Purtroppo per i consumatori, tuttavia, non è il prezzo di listino quello con cui sono costretti a misurarsi al momento: nel giro di sole 48, infatti, le scorte di PlayStation portali disponibili sui mercati anglosassone e statunitensi sono esaurite, e l’unico modo per accaparrarsene una al momento è cercarla sulle piattaforme di usato/aste online. Proprio qui iniziano i problemi.
Basta farsi un giro sui principali si di usato e aste online per rendersi conto di quanto gli scalper stiano marciando sulla penuria di hardware che i consumatori si trovano a dover fronteggiare. Facendo una rapida ricerca di “PlayStation Portal” su Ebay, filtrando la provenienza degli oggetti dagli Stati Uniti e ordinandoli per prezzo, è comune imbattersi in dispositivi venduti sopra i 500 euro, ovvero circa $545 al cambio attuale: un prezzo più che doppio rispetto a quello di listino! Limitando la ricerca alla sola Europa continentale, tenendo d’occhio in particolare i prodotti provenienti dal Regno Unito, si registrano casi di PlayStation Portal vendute all’equivalente di 570 euro, ovvero circa £499, anche in questo caso un prezzo più che doppio rispetto al listino anglosassone.
Esaminando i prezzi relativi ad hardware proveniente dall’Unione Europea la situazione migliora leggermente, ma ovviamente l’accessorio risulta fortemente sovraprezzato, con prezzi che oscillano tra i 300 e i 350 euro. Inoltre specifico che, al momento della stesura dell’articolo, PS Portal risulta non disponibile anche sullo store italiano ufficiale di Sony. Sullo store di Amazon non appare nemmeno. Forse dobbiamo prepararci ad una penuria di pezzi anche qui in Europa insomma, a tutto vantaggio degli scalper.
La domanda sorge spontanea: com’è possibile che tali situazioni si rieptano ogni volta senza eccezioni? C’è effettivamente un problema di stock iniziale di quantità limitata? O i bagarini hanno gioco troppo facile nel far man bassa di prodotti da rivendere? Sullo store ufficiale di Sony una nota specifica che, data l’alta richiesta, gli acquisiti sono limitati a massimo un pezzo per ordine, ma questo non sembra aver impedito il rapido esaurimento delle scorte. Gli altri store e le catene retail adotteranno le stesse politiche restrittive, o consentono al primo arrivato di portarsi casa anche dieci PS Portal assieme senza battere ciglio?
In queste situazioni è difficile puntare il dito contro qualcun altro che non siano gli scalper stessi, ovviamente, che rimangono i primi e principali responsabili della situazione dato che realizzano guadagni stratosferici rivenendo i dispositivi a carissimo prezzo. Tuttavia non è mai sbagliato richiedere a gran voce che le istituzioni e gli organi di vigilanza sul mercato adottino politiche di controllo più restrittive, magari con controlli a campione e limite ai pezzi venduti anche negli store fisici, per tentare di arginare una piaga che purtroppo sembra ripresentarsi impunemente ogniqualvolta ne capiti l’occasione.
This post was published on 20 Novembre 2023 12:30
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