Sam Lake ha già le idee chiare in proposito e sono megalomani!
Alan Wake II è finalmente uscito, c’è voluto un decennio abbondante, ma non è forse vero che l’attesa del terrore è esso stesso il terrore? Ok forse l’adagio non recitava esattamente così, in ogni caso siamo tutti felici e contenti che il gioco sia finalmente uscito e si sia rivelato un ottimo sequel, ancora carico delle atmosfere da incubo che permeavano il gioco originale, impreziosite da un gameplay che ha svecchiato alcune delle sue caratteristiche più vetuste ed ha aggiunto nuove interessanti meccaniche come quella del castello mentale dei protagonisti.
Il buon riscontro critico e la risposta entusiasta del pubblico hanno sicuramente fatto piacere a Remedy e al suo fondatore Sam Lake, artefice della saga e volto molto noto al mondo videoludico dato che il suo volto è letteralmente presente in svariati videogiochi, a partire dai primi due episodi della serie Max Payne, in cui il protagonista possiede i suoi esatti connotati. Anziché tirare un sospiro di sollievo e andare in vacanza a godersi gli incassi, pare proprio che Lake sia già pieno di progetti, e soprattutto abbia le idee molto chiare su ciò che Remedy dovrà sviluppare in futuro. Ecco ciò che ha dichiarato.
Sam Lake a ruota libera
Nel corso di un’intervista concessa a GQ Magazine, Lake si è lanciato a ruota libera su considerazioni a proposito della lavorazione di Alan Wake e del futuro di Remedy. Innanzitutto l’autore ricorda quanto fosse stato difficile partorire il primo Alan Wake dopo il successo di inaspettato e prorompente di Max Payne, una gestazione travagliata e durata 7 lunghi anni di sviluppo che Lake riassume con il concetto “maledizione da secondo album”. Lo stress accumulato per il successo improvviso e la necessità di non deludere le aspettative altissime portarono ad un grande accumulo di stress ed un rallentamento dei lavori, ma quando finalmente approdò sul mercato nel 2010 anche Alan Wake fu coronato dal successo di critica e pubblico che Remedy sperava.
Il successo portò a nuove opportunità commerciali che però l’azienda decise di non cogliere per preservare la proprietà indipendenza (Microsoft si fece avanti per produrre un sequel a patto di acquistare anche la proprietà sull’IP), preferendo invece dedicare a nuove storie e nuovi concept. Nacquero così Quantum Break prima e Control poi, anche se quest’ultimo si rivelo appartenere allo stesso universo narrativo di Alan Wake, dimostrando una volontà di legare insieme i propri franchise in una specie di ‘Remedy gaming universe’. E arriviamo ora ad Alan Wake II, un’avventura horror investigativa con doppio protagonista intercambiabile, che è riuscito a rinnovare la formula mantenendosi fedele allo spirito del primo episodio.
Remedy insomma ha una lunga carriera di successi alle spalle, nessuno dei suoi giochi ha sfondato il mercato con hit da decine di milioni di copie, ma al contempo ha sempre messo a segno centri quasi perfetti in termini di successo critico e di pubblico. Una software house di così grande qualità deve senz’altro nutrire piani ambiziosi per il futuro, ed infatti Sam lek non ha perso tempo a sbilanciarsi su questo punto, con una spregiudicatezza che rasenta la megalomania.
Verso l’infinito e oltre
Con un gioco appena uscito e che sta facendo sfracelli, Remedy non ha intenzione di adagiarsi sugli allori. D’altronde sono già state annunciate due espansioni per Alan Wake II, la prima delle quali (Night Springs) dovrebbe arrivare già la prossima primavera. Inoltre il team è al lavoro per introdurre ulteriori funzionalità al gioco base, come la Photo Mode e il New Game +. Ma al di là del supporto al gioco corrente, l’azienda sta già guardando oltre e i progetti in cantiere abbondano.
Del resto è stata la pubblicazione dell’ultimo resoconto finanziario della società a permetterci di sbirciare nei progetti in cantiere presso l’azienda. Control 2 è già stato confermato, ad esempio. Attualmente si trova ancora in una fase concettuale, ma i lavori stanno progredendo e l’intenzione è farne un prodotto più grande e ambizioso del primo. C’è poi Condor, nome in codice di un misterioso progetto multiplayer cooperativo che è uscito dalla fase preliminare e si appresta ad entrare in produzione vera e propria.
In cantiere c’è anche un progetto di GaaS affidato ad un team interno costituito ad hoc e denominato Vanguard; anche il gioco in questione è noto per il momento come Codename Vanguard, e di esso si sa solamente che è sviluppato in Unreal Engine 4 e che si propone di offrire un’esperienza free-to-play diversa dai canoni ordinari, con l’ambizione di dar vita ad un gioco di qualità che non sfiguri accanto alle produzioni maggiori dello studio. Come ciliegina sulla torta per i più nostalgici, è confermato lo sviluppo di versioni rimasterizzate di Max Payne 1 e 2, che potrebbero fare da viatico ad un ipotetico futuro nuovo capitolo originale. In ogni caso questo dipenderà dagli accordi futuri che Remedy stipulerà con Rockstar Games, developer di Max Payne 3, dato che la proprietà dell’IP è stata ceduta a Take-Two nel lontano 2002 per 10 milioni di dollari.
Ma tutto questo, già tantissimo, potrebbe non essere tutto. Al termine dell’intervista succitata, infatti, Sam Lake si è lasciato scappare di aver lavorato saltuariamente ad un’idea da molto tempo, ancora in maniera estremamente concettuale e fumosa: un “dark gothic fantasy ad altissimo budget, quasi folle” che forse prima o poi svilupperà in un progetto vero e proprio. Dato l’eccellente pedigree dello studio, c’è da augurarselo fortemente!