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Dead Space 3 non “S’avea da fare” in quel modo per lo sceneggiatore del gioco

Che lo si voglia ammettere o meno – e non me ne voglia a male il buon Croix89 – Dead Space è stato uno dei grandi survival horror del XXI secolo, che io stesso ho sempre apprezzato fin da quando giocai al primo (anche se divorai e consumai il disco del secondo capitolo). I primi due titoli della saga ottennero un successo senza precedenti e furono un vero e proprio successo di pubblico, oltre che di critica. Tuttavia lo stesso non si è potuto dire per Dead Space 3, che si rivelò una vera e propria delusione.

Dead Space: tra necromorfi, l’Ishimura e lo spazio

Il primo titolo della fortunata saga di Visceral Games pubblicata da EA uscì nel lontano 2008. All’epoca erano presenti sul mercato console che ora come ora ci sembrano di un’era fa: stiamo parlando di Xbox 360 e PlayStation 3. Questo titolo una volta uscito attirò su di sé una certa attenzione: a colpire molti giocatori fin da subito fu l’ambientazione tetra e oscura della USG Ishimura (la nave “Planet Cracker” con il compito di prelevare materiali rari dal pianeta Aegis VII e portarli in seguito sulla terra). Ma non solo, anche gli orrori presenti al suo interno portarono questa saga a divenire iconica.

La prima volta che si incontrano i necromorfi è assai traumatico: nei panni di Isaac Clark dovremo fuggire da questi esseri mostruosi dopo essere approdati sulla nave per effettuare delle riparazioni (accompagnati ovviamente da una squadra, che prontamente tirerà le cuoia in men che non si dica). Il resto è molto probabilmente storia del videogioco: dovremo percorrere in fretta e furia un corridoio schivandoli tutti e recandoci all’interno dell’unico ascensore presente alla fine.

Qui verremo colti da un piccolo “jump-scare” con uno dei necromorfi che tenterà di entrare al suo interno per ucciderci, ma verrà fortunatamente ucciso dalla chiusura fulminea delle porte: da qui in avanti inizierà la nostra terrificante avventura in Dead Space, che ci porterà a fare chiarezza sul marchio e a ricercare la tanto amata Nicole Brennan (fidanzata del protagonista).

Questo commistione di elementi si rivelò un vero successo e diede vita a una delle saghe più apprezzate dai videogiocatori per quanto concerne il genere del survival horror. Il sequel Dead Space 2 fu anche esso un ottimo gioco, ma purtroppo non si può dire lo stesso del terzo capitolo che tutt’oggi è uno di quelli meno apprezzati: non a caso sull’argomento si è espresso recentemente lo sceneggiatore e co-produttore stesso del gioco, chiamato Chuck Beaver.

“Rifarei da capo Dead Space 3” afferma Chuck Beaver

Recentemente Chuck Beaver ha rilasciato un’intervista nella quale ha affermato che “Se ne avessi la possibilità, rifarei praticamente per intero da capo tutto Dead Space 3”. Questo è quanto ha affermato durante l’intervista fatta nel podcast di “CaptainBribo” (che potete comodamente guardare per interno qui sopra).

Nello specifico ha detto che avrebbe rivoltato da cima a fondo la trama del gioco, andando a focalizzare pesantemente le varie vicissitudini sullo storico protagonista della saga, oltre a modificare il rapporto tra Isaac ed Ellie. Allo stesso tempo si è detto anche favorevole, nel caso in cui potesse rimaneggiarlo da zero, di mantenere la sua struttura cooperativa del gioco, con cui permettere al giocatore di saggiare con mano i punti di vista differenti di Isaac e John Carver (protagonista secondario di Dead Space 3).

Infine ha affermato che se il gioco si è discostato molto dai due precedenti capitoli, è da attribuire alla volontà di EA di creare un nuovo capitolo della serie con un gameplay completamente nuovo (distante anni luce da un survival horror). Questo venne fatto per attirare nuovo pubblico, ma portò all’effetto contrario: Dead Space 3 non fu in grado di attirare nuovo pubblico e, anzi, portò molti storici fan ad allontanarsi dalla serie. Non è un caso che in seguito la stessa Visceral Games venne chiusa dalla compagnia americana, che ancora una volta dimostrò all’epoca la veridicità del detto a lei legata: “dove passa EA non cresce più l’erba”.

This post was published on 31 Ottobre 2023 15:30

Matteo Perini

Mi sono avvicinato al mondo dei videogiochi nel 2003, quando mi venne regalato il GameBoy Color assieme a Pokémon Cristallo e al gioco di Alien. Nel corso degli anni mi sono appassionato a moltissime saghe, in primis Pokémon seguito da Gears of War, COD, Halo, Metal Gear Solid, The Elder Scrolls, Fallout e Dark Souls. Parallelamente alla mia ossessione per i videogiochi, ho coltivato anche quella per la lettura di libri e di manga, avvicinandomi progressivamente alla scrittura: iniziai così a scrivere prima per Pokémon Millennium - aprendo allo stesso tempo dei blog personali chiamati "Historia Italiae" e "Genshin Odyssey" - per poi approdare su Player.it. Spinto da questa mia passione per la scrittura e la letteratura - oltre ovviamente alla storia - decido così di iscrivermi alla facoltà di lettere moderne dell'Università degli Studi di Verona, percorso che sta quasi per giungere alla sua conclusione.

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