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Cyberpunk 2077 è ancora più Cyberpunk | Hanno ricreato la voce del doppiatore deceduto con AI

L’IA è sicuramente la tecnologia del nuovo millennio. Da anni non si fa altro che parlare di come le intelligenze artificiali siano evolute in maniera vertiginosa, già solo rispetto a un paio di anni fa, permettendo tanti piccoli lavori che prima erano impensabili o almeno, lo erano con la rapidità a cui le IA ci hanno abituato. Certe volte però, il loro utilizzo ha risvolti inquietanti.

Cyberpunk 2077 torna al centro della discussione

La cartolina gialla della discordia

Cyberpunk 2077, il titolo della software house polacca CD Projekt Red, ha fatto tanto discutere sin dalla sua uscita e tante parole sono state spese, vista l’incredibile operazione che ha portato a una release a dir poco fallimentare, che ha rischiato di affossare tutto quello che di buono c’era in quel titolo. E questa storia, gli appassionati, la ricorderanno sicuramente.

Dopo un timido annuncio nel 2012, tramite un teaser in CGI che del gioco aveva ben poco se non le atmosfere, del titolo si erano perse le tracce. CD Projekt Red si era tanto concentrata sullo sviluppo del terzo capitolo della saga che fece conoscere la software house al mondo: The Witcher. Col terzo gioco, The Witcher 3: Wild Hunt, la popolarità della casa polacca crebbe a dismisura e con essa, l’aspettativa.

Cyberpunk 2077 iniziò a venire effettivamente pubblicizzato qualche anno dopo, dopo che per molto tempo il progetto era rimasto silente negli studi di CDPR. Arrivati al 2020, i frutti sembravano maturi e la casa di sviluppo, annuncia che ormai manca molto poco all’uscita ufficiale di Cyberpunk sul mercato, dopo una campagna marketing pazzesca.

Quel “you’re breathtaking” urlato da Keanu Reeves a un fan durante la presentazione del gioco, era solo l’ultimo di tanti elementi che stavano aiutando a costruire il mito di un gioco che, sulla carta, avrebbe rivoluzionato il modo di concepire l’RPG occidentale, offrendo una libertà mai vista prima nel free roaming. E dagli autori di The Witcher, le promesse non sembravano sicuramente vane.

Poi dalla prima data d’uscita annunciata, aprile 2020, iniziano i rinvii. Ogni volta che un comunicato di CDPR approdava sui loro social, con la caratteristica cartolina gialla, i fan tremavano, impazienti di mettere le mani sul titolo che aspettavano ormai da mesi e che ogni volta, si vedevano sfuggire di mano.

Ultimamente, con le ultime patch e con l’uscita del DLC Cyberpunk 2077: Phantom Liberty, il titolo pare aver finalmente raggiunto il livello che gli sviluppatori si erano proposti all’inizio. Ma in questo mare magno di errori, rinvii e riconferme, come si colloca l’interazione con le intelligenze artificiali? La risposta arriva, non senza qualche risvolto inquietante.

Una voce dall’aldilà tramite l’IA

Viktor Vektor con l’IA

Cyberpunk 2077 è un gioco dalle tematiche adulte e, spesso, inquietanti, che non risparmiano nulla a chi ne fruisce. Gli sviluppatori ultimamente, hanno preso una decisione che sta facendo molto discutere e che abbraccia, come accade sempre più spesso negli ultimi anni, la tecnologia e il suo utilizzo etico, fino al raggiungimento di quel punto in cui la morale incontra l’utilitarismo.

Nel 2021 è tragicamente scomparso, prematuramente, Miłogost Reczek, doppiatore che, in Cyberpunk 2077 interpretava uno dei personaggi con cui, già dalle prime battute del titolo, il giocatore faceva la sua conoscenza: Viktor Vektor, un”bisturi” ovvero una sorta di bio-meccanico che, a Night City, si occupa di impiantare e sostituire impianti cibernetici sui suoi clienti.

Tuttavia, i piani di CD Projekt Red prevedevano un ritorno del personaggio di Viktor nel DLC Phantom Liberty, sebbene in un ruolo marginale e con uno screen time abbastanza ridotto. Una delle prime opzioni valutate dal team polacco fu quello di effettuare un recast del doppiatore di Viktor: avrebbero ingaggiato un nuovo professionista e, per dare continuità ai fruitori del titolo, avrebbero fatto ridoppiare anche le parti di Viktor Vektor nel gioco originale.

La soluzione però venne subito accantonata in quanto, il team si rese subito conto, che sarebbe stata una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro di Miłogost Reczek. Il direttore della localizzazione spiegò che non sarebbe stata una soluzione giusta, in quanto “Miłogost Reczek era uno dei migliori talenti vocali in Polonia” e definì la sua performace su Viktor “stellare“.

La decisione adottata infine, dopo aver ricevuto anche la conferma dal figlio di Miłogost Reczek, è stata quella di utilizzare un’intelligenza artificiale per sintetizzare e riprodurre la voce del compianto doppiatore. In questo modo, sempre secondo il direttore della localizzazione, avrebbero “mantenuto la sua performance nel gioco e offerto un tributo alla sua performance con Viktor Vektor”.

Il software utilizzato è stato Respeecher. La tecnica utilizzata, consisteva nel far recitare la parte di Viktor Vektor a un altro doppiatore e poi “filtrare” la registrazione tramite il software, che avrebbe modulato la voce, ricreando nella maniera più fedele quella di Miłogost Reczek. I passati lavori di Reczek sono stati utilizzati dall’IA come modelli a cui attingere, per ottenere più fedeltà.

Ovviamente, la faccenda ha destato più di una domanda, tra i tanti che vedono in questa scelta, una manovra poco etica che, oltre a “deumanizzare” un processo come quello del doppiaggio, propone un’alternativa a basso costo che, nel lungo periodo, rischia di eliminare o limitare all’osso il lavoro dei doppiatori.

This post was published on 18 Ottobre 2023 10:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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