Gli sviluppatori di AC Mirage hanno confessato che un’importante componente di gioco è stata ispirata da un altro titolo di qualche anno fa.
Assassin’s Creed Mirage è uscito da poco e non ha mancato di suscitare un vivace dibattito, come da parecchio non accadeva per la serie Ubisoft, tacciata da molti essere orami estremamente prevedibile nelle sue dinamiche di design e di non tentare più nulla di nuovo. Il “ritorno alle origini” di questo nuovo capitolo, che riduce le dimensioni della mappa di gioco e rivisita le sue dinamiche di gameplay per avvicinarsi ai primissimi capitoli della serie, è stato salutato da alcuni come un cambiamento positivo dopo anni di open-world sterminati, ma è stato anche denigrato da altri come una pigra riproposizione di una struttura di gioco ormai troppo vecchia per essere trasposta tale e quale nel 2023.
Il nostro Alessio Acunzio ha analizzato approfonditamente la questione nella sua recensione del gioco, sintetizzando efficacemente la questione con una frase: “Assassin’s Creed: Mirage doveva essere la versione definitiva del classico Assassin’s Creed e invece finisce per essere solo l’ennesima versione del classico Assassin’s Creed.” Tuttavia non è solo dai vecchi capitoli della serie che gli sviluppatori hanno tratto ispirazione per questo titolo. Infatti nel corso di un’intervista è emerso come una componente fondamentale di AC Mirage sia stata presa di peso da un titolo di un’altra compagnia, che ha costituito un vero e proprio valore aggiunto per la riuscita del prodotto finale.
AC Mirage è ambientato nella Baghdad del nono secolo, nel pieno dell’Epoca d’oro islamica, il periodo di massimo fermento culturale ed artistico della civiltà araba, ed in particolare negli anni tumultuosi della Anarchia di Samarra. Al di là dei giudizi complessivi sul gioco, la ricostruzione storica dell’ambiente e della cultura araba del periodo sono stati elogiati pressoché all’unanimità, del resto la caratterizzazione storica è da sempre uno degli elementi di maggior forza dell’intero franchise.
Tuttavia la ricostruzione di un ambiente culturale non può dirsi davvero completa senza prendere in considerazione la lingua locale, i suoni che produce, ed il suo rapporto con le altre lingue straniere che si con essa si mescolavano per andare a produrre un particolare ambiente sonoro, che è parte integrante di una comunità e di una città. Nell’affrontare questo aspetto fondamentale dell’opera di ricostruzione storica di Baghdad, gli sviluppatori hanno discusso a lungo, per poi decidere che non si potesse rinunciare al suono della lingua araba all’interno di AC Mirage.
Ecco perché, come hanno raccontato l’art director Jean-Luc Sala ed il consulente culturale Mohammed Alemam a GamesIndustry, si è deciso di prevedere un doppiaggio in lingua araba con sottotitoli in inglese per Assassin’s Creed Mirage. E non l’arabo moderno, bensì quello parlato all’epoca, che ha un grado di scarto rispetto alla lingua corrente, un po’ come per noi italiani il volgare d’epoca medievale si discosta dall’italiano ottocentesco di Manzoni.
L’arabo classico si insegna a scuola ancora oggi. Perciò le persone che crescono in quell’area del mondo lo studiano e lo conoscono. Si utilizza in contesti accademici, di intrattenimento, ma anche nei notiziari, sui giornali. Anche molti libri sono scritti in arabo classico. Perciò la gente ci è abituata, e lo preserva. (…)
La nostra filosofia è stata quella di far sì che il giocatore esperisca e si goda il gioco senza far caso al fatto che ci sia una traduzione da una lingua originale.
– Jean-Luc Sala e Mohammed Alemam intervistati da GamesIndustry – 11 ottobre 2023
Nel prendere questa decisione, il team creativo ha confessato di aver tratto l’ispirazione da un altro gioco che ha adottato lo stesso approccio, con risultati molto positivi.
La decisione di offrire AC Mirage con un doppiaggio in lingua araba classica è maturata a seguito del successo comprovato di Ghost of Tsushima, action-adventure open-world sviluppato da Sucker Punch e pubblicato nel 2020. Ambientato nel medioevo giapponese, precisamente all’epoca della prima invasione mongola del Sol Levante nel XIII secolo, il gioco è un tributo alla cultura giapponese dei samurai ed alla cinematografia classica del genere, con omaggi dichiarati alle opere di Akira Kurosawa e altri grandi maestri del cinema nipponico.
Questo estremo rispetto del team nei confronti della cultura in cui è ambientato il gioco ha fatto sì che si optasse per un doppiaggio in lingua originale giapponese, una scelta che è stata ampiamente premiata da critica e pubblico, d’altronde vivere le vicende di samurai e sentirli parlare in inglese sarebbe a dir poco straniante. Ecco perché, sebbene l’opzione di audio in inglese ci sia, moltissimi giocatori preferiscono giocare Ghost of Tsushima con l’audio giapponese. Il team di Ubisoft ha tratto un importante lezione dal lavoro di Sucker Punch, e si è convinto del fatto che per ottenere il grado di immersione che volevano per AC Mirage fosse indispensabile includere un doppiaggio in arabo classico, che contribuisse a restituire l’idea di quel mondo anche sotto il profilo fonetico.
Il gioco è completamente doppiato in arabo classico al lancio. È una parte inscindibile del gioco. Abbiamo riposto un’attenzione speciale al fatto che le persone hanno amato giocare Ghost of Tsushima con l’audio in lingua giapponese, ad esempio. Onestamente sarebbe stato uno spreco perdere l’opportunità di tornare a rivisitare il Medio Oriente con Assassin’s Creed e non includere la lingua che ancora oggi vi si parla. Si ha una percezione più accurata del mondo di gioco con l’audio arabo, anche qualora non siate arabi.
– Jean-Luc Sala e Mohammed Alemam intervistati da GamesIndustry – 11 ottobre 2023
Per noi non nativi di lingua inglese sembra una ragionamento quasi scontato: la lingua parlata in una regione è parte fondamentale della cultura di quella stessa regione. Dunque proporre un gioco di ambientazione storica con la lingua parlata in quell’esatta location pare una scelta quasi scontata. Non dobbiamo però dimenticare che nel caso di uno sviluppatore internazionale come Ubisoft il ragionamento non è immediato, ed è sintomo di grande attenzione alle altre culture il fatto che abbiano riflettuto sulla quesitone del doppiaggio in lingua originale. Del resto, AC è un franchise che da sempre si distingue per l’inclusività del suo team di sviluppo, come non manca mai di far notare il disclaimer iniziale che accompagna l’avvio di ogni capitolo del franchise.
Forse Assassin’s Creed Mirage non è un gioco del tutto riuscito, ma è innegabile che lo sforzo profuso dagli sviluppatori nell’offrire una ricostruzione storica accurata che passi anche per il doppiaggio in arabo classico abbia contribuito a restituire la sensazione di aggirarsi per una Baghdad antica quantomai credibile e pulsante di vita vera.
This post was published on 17 Ottobre 2023 9:00
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