Sorprese interessanti per Mastodon, il social network che fa della decentralizzazione il suo cardine: a causa di un errore di calcolo ci sono molti più utenti del previsto.
Nel corso dell’ultimo anno, con il progressivo meltdown di Twitter/X, abbiamo visto milioni e milioni di utilizzatori di tale social scappare altrove. Le alternative dopotutto non mancano: se Meta ha realizzato per l’occasione Threads, altre aziende sono saltate sul carrozzone con prodotti come Bluesky, Spill o anche Pebble.
Tra tutti questi nomi ce n’è però un altro molto interessante dal punto di vista ideologico: Mastodon, un social network che propone come la possibilità di far realizzare delle piattaforme autogestite dagli utenti. In Italia esistono anche delle interessanti proposte di fediverso, come quella di Livello Segreto che si pone in diretta opposizione al social network commerciale che abbiamo imparato a odiare.
La pistola fumante che ha portato Mastodon a calcolare male il suo numero totale di eventi deriva da… un problema tecnico! Secondo quanto dichiarato da Eugen Rochko, fondatore e CEO di Mastodon, con un post sulla stessa piattaforma.
Ad aggiungersi al conto ci sono infatti ben 407.814 utenti divisi in 727 server diversi, cosa che porta il conto complessivo di utenti a 2.34 milioni: cifre piccoline in confronto a quello che Twitter e soci hanno racimolato durante il corso degli anni ma che sono comunque incoraggianti per quello che potrebbe essere il futuro dei social network.
Il problema tecnico ha riguardato l’aggreggatore di statistiche integrato nella piattaforma, raggiungibile a joinmastodon.org; i dati in questione provvisori che l’azienda aveva preso in esame infatti non comprendevano tutti gli utenti registrati o connessi tra il 2 e i 9 Ottobre.
Secondo le statistiche Mastodon vede aumentare i suoi utenti del 5% di mese in mese, mentre il numero di server che vengono creati sulla piattaforma aumenta di ben il 12%; di fatto il social network sta crescendo a ritmi inusitati rispetto ai tempi pre gestione Musk di Twitter.
Parte non indifferente della crescita si deve proprio alle decisioni quasi dinamitarde del magnate Sudafricano, che di volta in volta sembra trascinare il novello X in una direzione molto lontana da quella con cui Twitter si era fatto inizialmente conoscere.
L’ultima novità della piattaforma, ad esempio, è la rimozione dei titoli delle anteprime dei link: cosa che da una parte permette alla piattaforma di aumentare la retention su di essa, a sfavore però degli utenti che la abitano e che magari lavorano attivamente per creare contenuti da pubblicizzare.
La mossa ha di certo fatto arrabbiare più di una persona: diversi editori molto grandi in America, ad esempio, hanno deciso di iniziare a ridurre il quantitativo di pubblicazioni su X; il network infatti aveva fatto registrare un importante calo di traffico. Di certo questo non risolve il macro problema che Musk sta cercando di fronteggiare con risultati altalenanti: a X mancano i soldi.
Recentemente Musk aveva anche annunciato di avere l’intenzione di far pagare agli utenti una piccola tassa per l’utilizzo del social network, dichiarazione prontamente smarcata dall’amministratore delegato della stessa compagnia Linda Yaccarino. Fortunatamente Mastodon di questi problemi sembra non averne al momento e dato il suo sistema di sostentamento e il suo volersi allontanare fortemente dai mercati pubblicitari, probabilmente non ne avrà mai.
Tutti questi problemi legati a X e alla gestione bizzarra di Elon Musk, comunque, non fanno altro che donare possibilità di crescita tanto a Mastodon quanto a Threads e soci. Di per sé Mastodon ha il grande vantaggio di non dover correre la maratona degli azionisti: a differenza di Meta non deve rendicontare ricavi incredibili mese per mese a nessuno.
Al giorno d’oggi, per quanto possa sembrare contro intuitivo, ciò è un grande vantaggio: X ha un traffico incredibile e non sa come monetizzarlo in maniera sostenibile, Mastodon vuole semplicemente sopravvivere e poco più col traffico che ha: piccolo, non interessato ai ricavi a ogni costo e animato da community che generano molti meno problemi alla piattaforma di quanto abbiamo visto fare su quello che una volta era il social più riconoscibile al mondo.
This post was published on 11 Ottobre 2023 13:30
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