Non sembra esserci fine al tentativo di Musk di auto-sabotare Twitter… pardon, X!
Poche cose suscitano più pietà dell’osservare uomini di potere divenire incapaci di interpretare la realtà che li circonda. Capi d’azienda le cui strategie si rivelano costantemente fallimentari, tanto da chiedersi se di strategia si possa parlare, o se non sia piuttosto il caso di tentativi alla cieca. Proprio in questo secondo novero sembra incasellarsi la politica condotta finora da Elon Musk a proposito della gestione di Twitter… pardon, X!
Già dal deprimente video di insediamento con il lavandino in mano, era chiaro che il futuro del social network non sarebbe stato roseo. I problemi infatti, sono iniziati fin da subito, dai licenziamenti di personale che ha reso difficoltoso il mantenimento stesso della piattaforma, alla decisione scellerata di cambiare nome alla piattaforma con uno dei più anonimi che si potesse immaginare. Per non parlare dell’eliminazione di uno storico logo che, nella sua semplicità ed eleganza, costituiva un marchio di riconoscibilità ed efficacia con pochi eguali nella storia dei social network.
Il delirio è poi proseguito con l’introduzione dell’abbonamento Premium che mette a pagamento funzioni che erano sempre state gratuite (a partire dall’ambita spunta blu), sottoscrivendo un canone di abbonamento mensile. Ora, non ancora sazio di… innovazioni, Musk sembra intenzionato a spersonalizzare ancor più la sua piattaforma introducendo una nuova funzionalità. E per farlo ha deciso di andare dritto all’inferno.
La “strategia” che il magnate ha deciso per la sua creatura è chiarissima e di semplicissima attuazione: fare di X la piattaforma principale per… qualsiasi cosa. Non è un’esagerazione: X dovrebbe incorporare le funzionalità di una banca (fungere da deposito e da circuito di acquisto elettronico), di un’applicazione di messaggistica, di condivisione e creazione audio e video, nonché divenire un “mercato globale di beni, servizi e opportunità”. Parole a caso senza significato? Probabilmente sì, ma cionondimeno questo è l’obiettivo da raggiungere, ed anzi, a portata di mano, almeno a detta dell’entusiastica Linda Yaccarino, attuale CEO dell’azienda.
In un contesto di tale portata globale, poteva X esimersi dal voler diventare anche una piattaforma di streaming? Ma nemmeno per idea! D’altronde, il mercato non è affatto saturo di piattaforme di streaming, c’è spazio per tutti, ad esempio Stake con Kick, Microsoft con Mixer… ok forse quest’ultimo esempio non è dei più felici. In ogni caso X sta iniziando ad implementare le funzionalità di streaming, limitatamente agli utenti Premium, trasformando il network in una sorta di competitor diretto di Twitch, anche perché la principale declinazione di queste dirette sarebbe l’ambito videoludico, come dimostra la proliferazione di contenuti inerenti lo streaming di Diablo IV sulla piattaforma.
Siccome al ridicolo non c’è mai fine, lo stesso Elon Musk si è reso protagonista di una discesa all’inferno, con la trasmissione di una diretta in cui ha giocato al titolo di Blizzard in diretta. O per lo meno ci ha provato, passando decine di minuti della live ad cercare di risolvere problemi tecnici di varia natura, per poi tediare gli spettatori con una minuta descrizione della improbabile build del proprio personaggio druido. Per questi spettacoli di arte varia Musk è ricorso a volte al suo canale principale, altre volte ad account alternativi, come “cyb3rgam3r420” su cui è andato in onda il pietoso spettacolo di cui sopra, a inizio di questa settimana (precisamente il 2 ottobre 2023).
Per nulla scoraggiato dai piccoli problemi di questo primo test, il giorno seguente Musk ha tentato una seconda diretta, questa volta dal suo account principale, che si è rivelata un vero disastro tecnico. Quasi 7 milioni di spettatori sono stati allietati per una quarantina di minuti da riproduzioni a singhiozzo, flickering costante e strane distorsioni audio nella voce di Musk, più stridula del solito. Il tycoon comunque ha rassicurato che si tratta di problemi di facile risoluzione, e noi siamo assolutamente sereni e tranquilli, fiduciosi che ogni parola pronunciata dall’illuminato magnate corrisponda a verità corroborate da dati certi. X cambierà senz’altro le nostre vite, soppianterà qualsiasi tipo di servizio online rendendo di fatto inutile il resto dell’Internet al di fuori di lui. Probabilmente ci aiuterà anche a conquistare Marte e a curare il cancro.
L’unica cosa che non farà più sarà comunicare agilmente notizie in 140 caratteri, caratteristica che davvero distingueva il social network da tutti gli altri, consentendo una capillare diffusione di notizie e una rapida organizzazione di eventi ed azioni collettive, funzioni per le quali Twitter è sempre stato conosciuto ed è stato di supporto per cause nobili e concrete sotto il profilo della libera informazione, dell’attivismo e della politica. Il tutto spazzato via da proclami fanatici, status di VIP a pagamento e fallimentari streaming di Diablo IV.
This post was published on 7 Ottobre 2023 18:00
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