Valve è diventata negli ultimi venti anni una delle maggiori software-house del mercato videoludico. Famosa per titoli quali Half Life, Portal e Left 4 Dead venne fondata nel 1996 da Gabe Newell e Mike Harrington. La vera ascesa della compagnia si deve soprattutto alla creazione della piattaforma per l’acquisto di videogiochi da PC chiamata Steam e lanciata nel lontano 12 settembre del 2003: grazie a essa l’azienda è riuscita a guadagnare moltissimi soldi, divenendo di fatto il colosso dell’acquisto di videogiochi su computer e il cui unico rivale al momento è senza ombra di dubbio Epic Games. Proprio in questi ultimi giorni Valve ha fatto parecchio parlare di sé a causa di una controversia con l’Unione Europea.
Steam, il punto di riferimento per tanti videogiocatori da PC!
Il punto di forza primario di Steam è che questo può essere scaricato su tutti i PC, purché abbiano un sistema operativo compatibile e le caratteristiche adeguate per far girare i giochi. Infatti può essere scaricato su Windows (che è il sistema operativo per eccellenza dove viene usato questo servizio), ma lo si può trovare pure su Linux e anche MacOS. Parallelamente è anche molto facile da utilizzare: basta semplice registrarsi e creare il proprio account, che permetterà di scaricare i giochi e di chiedere l’amicizia ad altri giocatori. Inoltre si potranno anche consultare e visitare tutta una serie di forum inerenti a diversi videogiochi.
Tuttavia l’elemento che rende estremamente versatile e conveniente Steam è il numero incredibile di offerte presenti al suo interno, che in molti casi permettono di acquistare tanti giochi a dei prezzi molto bassi. Non a caso il periodo dei saldi è particolarmente atteso dai videogiocatori di tutto il mondo, soprattutto perché permette a molti di acquistare il proprio videogioco preferito senza spendere chissà quanto. Comunque sia, negli ultimi giorni Valve è finita all’interno di una controversia con l’UE a causa dell’infrangimento di alcune regole e leggi.
Valve e l’Unione Europea, che è successo?
Infatti il tribunale dell’Unione Europea ha bocciato in tronco l’appello di Valve contro l’Unione Europea per aver concretamente infranto la legge riguardante la competitività nei territori dell’UE. Infatti il colosso americano ricevette una multa di 7,8 milioni di euro nel gennaio del 2021 per aver permesso l’attuazione di una serie di pratiche di blocco basate sull’area in cui vive il giocatore in maniera illegale per alcuni videogiochi. Non a a caso Valve avrebbe permesso alle seguenti aziende di poter agire in maniera del tutto indisturbata (con alcuni nomi noti): Focus Home Interactive, ZeniMax, Koch Media, Capcom e Bandai Namco.
Valve, che fin dall’inizio si è opposta a questa decisione, ha utilizzato come scusante il fatto che non potesse essere accusata per delle scelte prese direttamente da parte di aziende terze. Allo stesso tempo ha anche affermato che dalla vendita dei giochi con blocchi basati sull’area in cui risiede il giocatore non ha avuto alcuna entrata. Ciononostante questo non è bastato a far retrocedere il tribunale dell’Unione. Infatti, indipendentemente da ciò, la legge salvaguardante il diritto alla concorrenza è stata comunque infranta, soprattutto perché vi è stato un profitto derivante dalla concessione di licenze in cambio di un pagamento. Questa non è la prima volta che l’UE interroga Valve sullo stesso argomento, in quanto già nel 2015 l’azienda americana venne indagata per la presenza di sistemi di blocco omonimi.