Dopo un braccio di ferro durato oltre un anno, il garante inglese per la concorrenza ha finalmente dato un parere preliminare positivo all’acquisizione da parte di Microsoft. Ma non è ancora finita.
Da oltre un anno tiene banco un braccio di ferro che vede impegnate Microsoft da una parte e gli enti antitrust americani ed inglesi dall’altra. Il motivo della discordia, come tutti sappiamo, è il tentativo di acquisizione di Activision Blizzard da parte dell’azienda di Redmond, per la quale la strada è stata finora tutta in salita.
I termini dell’accordo sono stati esaminati ed approvati da molti enti analoghi in tutto il mondo. Persino quello europeo, dopo qualche reticenza, si è detto favorevole all’acquisizione. Le opposizioni più agguerrite sono arrivate dalla FTC americana e dalla CMA inglese, che per prima espresse un parere fortemente negativo lo scorso febbraio, sostenendo con fermezza il rischio di una deriva monopolistica del mercato a seguito di questa operazione. Ora però le cose sono cambiate, e la chiusura della transazione sembra improvvisamente più vicina.
Il segmento cloud gaming era stata la principale perplessità dell’ente inglese, non senza legittime preoccupazioni: si tratta di un mercato nuovo in cui Microsoft parte già in posizione di grande vantaggio sul resto della concorrenza, ancora sottodimensionata per numeri e risorse da investire. La casa madre di Xbox invece è già forte del servizio Game Pass Ultimate, che include la funzionalità Xbox Cloud. Si parla dunque di un catalogo di centinaia di titoli, con la possibilità di avere le nuove produzioni disponibili al day one. Dare a Microsoft l’esclusiva su IP quali CoD e WoW equivarrebbe a consegnare a Microsoft la quasi totalità dell’utenza interessata al cloud gaming.
Ecco perché la mamma di Xbox ha messo a punto una nuova proposta, portando quest’estate una nuova proposta di accordo sul piatto, stavolta molto più accettabile agli occhi dell’autorità: cedere i diritti delle IP di ABK per il cloud gaming a Ubisoft. Inoltre nei mesi precedenti Microsoft ha stretto numerosi accordi con vari concorrenti (tra cui l’acerrima rivale Sony) per assicurare che la pubblicazione multipiattaforma delle maggiori IP di Activision Blizzard sarà garantita per almeno un decennio.
Si tratta di una rinuncia tutt’altro che misera per Microsoft, che d’altronde ha tutto l’interesse a trovare un punto d’accordo con la CMA, poiché in caso di mancata concretizzazione dell’acquisizione dovrebbe pagare ad ABK una salata penale di svariati miliardi di dollari (del resto ha già bruciato la prima data fissata per la formalizzazione dello stesso). Inoltre i soldi persi da Microsoft uscirebbero dalla porta per rientrare dalla finestra: per capire come riassumiamo i particolari dell’accordo così come sono stati divulgati da Brad Smith, Vice Chair & President di Microsoft, attraverso un post sul blog ufficiale dell’azienda.
Tali termini prevederebbero che Ubisoft ottenga i diritti di streaming di tutti i giochi di ABK sia su console che su PC, per IP sia già esistenti che future, per i prossimi 15 anni. Ubisoft sarebbe in grado insomma di piazzarle su qualsiasi servizio di cloud gaming, proprietario o di terze parti, in tutto il mondo e anche su sistemi operativi non Windows, leggasi quindi Mac e Linux. D’altra parte, per Microsoft sarebbe un modo conveniente per far uscire tali IP dalla porta e farle rientrare dalla finestra, dato che, come sappiamo, Ubisoft+ è disponibile anche su Xbox (sebbene non sia incluso nel Game Pass), al prezzo di €17,99 mensili (il servizio su PC costa invece €14,99/mese).
Quindi se è vero che Microsoft rinuncerebbe in parte agli incassi derivanti dallo streaming dei giochi in questione, è pur vero che si assicurerebbe un allargamento del proprio bacino di utenza console. In ogni caso Microsoft riceverebbe da Ubisoft un pagamento una tantum per la cessione di questi diritti (la cifra in questione ancora non si sa). Insomma, per Microsoft si tratterebbe tutto sommato di una “piccola” perdita oggi in cambio di un grosso guadagno domani.
Tutte queste modifiche hanno dato i suoi frutti, dato che la CMA ha espresso un primo parere favorevole in merito ai nuovi termini dell’accordo di acquisizione, che risolvono buona parte dei problemi che avevano reso inaccettabile la prima versione.
In particolare, la vendita dei diritti di cloud streaming delle IP Activision a Ubisoft impedirà che importanti contenuti – quali Call of Duty, Overwatch, e World of Warcraft – cadano sotto il controllo di Microsoft per quanto attiene al segmento cloud gaming. (…) Mentre l’accordo così ristrutturato è sostanzialmente differente dalla sua versione primigenia e risolve molti dei suoi problemi, la CMA mantiene preoccupazioni residuali sul fatto che alcuni termini relativi alla vendita dei diritti sulle IP Activision per il cloud gaming a Ubisoft possano essere aggirati, annullati o non applicati. (…) Microsoft ha proposto rimedi che garantiscano che i termini della vendita di tali diritti possano essere applicati dalla CMA stessa. La CMA ritiene che queste ulteriori salvaguardie potrebbero sufficienti a risolvere gli ultimi dubbi. La CMA ha ora aperto una consultazione sulle nuove proposte di Microsoft, che si concluderà il 6 ottobre.
– New Microsoft/Activision deal addresses previous CMA concerns in cloud gaming – 22 settembre 2023
La CMA ha tempo per esprimere la sua decisione definitiva fino al 18 ottobre.
This post was published on 24 Settembre 2023 9:00
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