Wolfenstein
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Pubblicato in: News

Wolfenstein

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Nel mondo dei videogames si possono citare due categorie che a colpo sicuro sono quelle più abusate in assoluto: Seconda Guerra Mondiale e atmosfere horror…correggetemi se sbaglio. Anche ID Software si ributta nella mischia, riproponendoci il seguito di uno dei suoi marchi leggendari, Wolfenstein giunge nei negozi di tutto il mondo con una storia abbastanza piacevole ma con qualche pecca di gameplay e stilistica di troppo che la casa texana proprio non riesce a scrollarsi di dosso: andiamo a vedere i pregi e i difetti di questo nuovo FPS horror.
 

B.J. BLAZKOWICZ IS BACK

Se state cercando di leggere o pronunciare il nome appena citato, sappiate che anche io sono afflitto dal problema della sua pronuncia impronunciabile ma per nostra fortuna non sarà una cosa importante ai fini del gioco sapere a memoria il nome del personaggio che andremo a controllare.
La storia si apre sulla Germania del 1945, quando l’esercito nazista stava lentamente capendo che la guerra era andata persa – il terzo reich ha iniziato a spingere sempre di più sulle sue attività dedicate al paranormale per la creazione di un soldato più forte (mutante o tecnologicamente avanzato) che gli permettesse di recuperare terreno sui nemici.
La trama principale si aprirà sulla cittadina di Eisenstadt, nella quale saranno custodite le super informazioni segrete di una confraternita o culto di adepti che hanno trovato il modo di visitare una dimensione parallela chiamata Il Velo (originale, complimenti), dove al suo interno, i maestri del culto, hanno imparato a controllare vari poteri paranormali. Ovviamente noi saremo chiamati, con il nostro personaggio dal nome impronunciabile, a fermare questa folle corsa dei nazisti verso la scoperta di armi e poteri sempre più terribili. Ovviamente il signor Blaszkowicz non è un soldato alle prime armi ma ha già avuto modo di combattere orde di feroci nazisti modificati geneticamente e dalla magia oscura, nel primo indimenticabile Return to Castle Wolfenstein, riveduto e corretto nel lontano 2001 (vero e proprio remake del titolo originale targato 1992 e papà di tutti gli FPS della storia – ebbene si, se pensavate che Doom fosse stato il primo, vi sbagliavate).

NOSTALGIA PORTAMI VIA

Devo ammetterlo da subito, da questo nuovo titolo di casa ID Software mi sarei aspettato un cambio di rotta notevole mentre invece ci troviamo per le mani il solito FPS a tema horror nazistoide che non aggiunge veramente nulla di nuovo al panorama videoludico.
Il gioco è a tutti gli effetti un titolo lineare all’inverosimile e che nasconde al suo interno i classici colpi di scena ripetuti fino alla nausea dalla ID Software – abbiamo dunque un gioco che vuole far paura solamente in alcuni punti pre programmati o che ci porta solamente dove vuole lui senza lasciarci alcuna scelta di agire come diavolo pare a noi.
Beninteso, questi difetti che giudico tali, potrebbero invece appassionare nettamente un giocatore che non ha mai sentito parlare ne dell’universo dedicato a Wolfenstein ne della suddetta casa texana: sicuramente però se siete giocatori di vecchia data e conoscete le voci appena citate e siete alla ricerca di un FPS horror con qualche marci in più, potete benissimo leggere il commento finale e decidere se il gioco vale davvero la sua spesa.

Nella campagna single player, ci troveremo di botto nella città di Isenstadt, dove al suo interno potremo iniziare ad esplorare le sue strade e le sue piazze alla ricerca di missioni da portare a termine – ecco, questo è uno dei punti che mi ha fatto parecchio storcere il naso, non per la libertà dell’esplorazione ma proprio perché a questa libertà si affiancano missioni che nascondono al loro interno i soliti muri invisibili e gli accessi limitati. Ovviamente uno si chiede perché possiamo inizialmente esplorare la città del titolo se poi si va a finire nel classico corridoio pre impostato. Difficile rispondere a questa domanda ma l’unica cosa che mi viene in mente di dire è che alla ID Software non hanno ancora le idee chiare su dove vogliano andare a parare e cercano delle soluzioni a metà strada: speriamo che le cose cambino e pure di tanto con l’arrivo di RAGE.

Come dicevo poco sopra, ci troveremo dunque nel centro della cittadina e da li potremo esplorare o sbloccare le zone circostanti nella ricerca di missioni che a loro volta sbloccheranno altri pezzi del gioco. Le missioni ci verranno fornite da due fazioni ben distinte: i partigiani e la setta del Sole Nero – chi siano questi misteriosi soldati, lo lascio scoprire a voi perché se ve lo dico vi rovinerei davvero l’unica bella sorpresa di tutto il gioco.
All’interno della mappa, dunque, potremo iniziare ad affrontare varie “quest” che ci porteranno ad avere una fama alle nostre spalle – buona o cattiva che sia, state certi che i nazisti (gli unici che ci perdono comunque), vi daranno sempre più noie e si formeranno pattuglie di soldati in quasi ogni angolo della città nella assurda ricerca di stanarvi…dico assurda perché ogni pattuglia buona è una pattuglia morta e diventerà molto facile da parte vostra trebbiare questi incauti nazisti.

Ovviamente all’interno delle missioni o nelle fasi più avanzate dell’esplorazione cittadina, non mancherete di incontrare anche i supersoldati nazisti o quelli che avranno dalla loro la possibilità di usare la magia arcana – qui ci sarà più gioco e la difficoltà generale (che consiglio di impostare da subito a livello alto), toccherà dei vertici interessanti ma che potevano comunque essere bilanciati meglio. Un chiaro esempio è il combattimento ravvicinato davvero letale per quanto riguarda i soldati dotati di fucili al plasma o cannoni elettrici, teneteli assolutamente alla distanza – stessa cosa per quanto riguarda i boss di fine livello (il classico non tramonta mai), buoni a essere macinati ben benino sulla distanza ma letali nel ravvicinato.
Altra aggiunta agli scontri sarà la possibilità di usare i poteri del Velo a nostra discrezioni (si, anche Blaszkowicz si lascia andare alla magia oscura, che ci volete fare, la tentazione è forte), cose classiche però, abbiamo il solito rallenti del tempo o la possibilità di visione oltre i muri – ancora potremo renderci immuni da alcuni attacchi o potenziare le nostre armi.
L’utilizzo della magia oscura non è comunque illimitato ma man mano che si utilizzerà, dovremo cercare delle pozze di potere per ricaricarlo – anche qui storco parecchio il naso visto che elementi di gameplay del genere hanno ormai parecchio rotto…anzi, personalmente all’interno del gioco (quando possibile, purtroppo non sempre), non ho quasi mai usato i poteri del Velo perché risultano davvero troppo banali.

GRAFICA SI MA ANCHE NO

Anche dal punto visivo mi aspettavo davvero un salto di qualità ma purtroppo ci si dovrà accontentare di una grafica bella ma passabile. Se accostiamo Wolfenstein con titoli come Call of Duty (World at War) o il recente Call of Juarez 2, ne esce davvero con tutte le ossa rotte.
E’ vero che l’id Tech 3 di ID Software è un motore molto malleabile ma qui non sembra essere stato sfruttato a sufficienza. Di buono si salvano i modelli tridimensionali dei personaggi principali e dei Boss di fine livello (che però in primo piano sembrano perdere dettaglio…mistero).
Purtroppo anche la modellazione della città o dei soldati di contorno lascia parecchio a desiderare e sono convinto che questo sia colpa anche delle versioni console dove si è cercato di alleggerire la potenza di calcolo, tant’è che vedendo il titolo al massimo splendore su computer e su Xbox, non si notano grandi differenze ma se per console questo è un pregio, per PC mi sarei aspettato davvero tutta un’altra grafica.
Anche le animazioni facciali e quelle del corpo, lasciano un enorme punto di domanda sopra la testa del giocatore – in alcune situazioni il labbiale sfugge di mano – nel senso che i personaggi parlano ma la bocca rimane ferma…saranno mica diventati ventriloqui???
Altra cosa che si salva è la gestione della fisica, i corpi cadono al suolo in maniera realistica e poche volte mi è capitato di vedere qualche compenetrazione di poligoni (vero disagio di molti videogames). Sempre per merito dell’Havok Engine, potremo entrare in contatto con numerosi oggetti da distruggere ma anche qui per gusto personale e non per alcuni fini del gioco…vabbè. Gli effetti della particelle e dell’illuminazione passano liscie ma niente di esaltante.

STENDIAMO “IL VELO”

Gioco di parole per chiudere con il commento finale.
Wolfenstein è dunque un gioco passabile e godibile oppure è passabile e stop?
Domanda davvero difficile a cui rispondere e che deve per forza essere vista dai gusti dei giocatori.
Se cercate qualcosa di innovativo anche in minima parte, qui si è cercato (ma solo cercato) di dare qualche marcia in più ad un gameplay davvero troppo passabile e lineare – si, la città da esplorare è una bella scelta ma poi ci si perde davvero nella programmazione da muro invisibile.

La storia si lascia ben godere ma non aspettatevi l’oscar, siamo sempre alle prese con i soliti mondi paralleli e con nazisti che cercano di governare il mondo con la magia oscura e i soldati modificati, anche i poteri sono sempre quelli e di rallentare il tempo ormai ne abbiamo fin sopra i capelli.
Forse a qualcuno piacerà sapere che esiste anche una corposa parte multiplayer ma le mappe e le modalità di gioco sono le classiche viste in migliaia di titoli: deathmatch o cattura la bandiera…passiamo oltre anche in questo senso – visto che non ci sarà data neanche la possibilità di personalizzare i match.
L’unica cosa che forse si salva davvero nel gioco è l’audio che può creare, in alcuni punti, una atmosfera davvero surreale e coinvolgente.

Votazione finale: 69/100

Requisiti minimi di sistema:
Dual Core da 3GHz
RAM 1GB
SCHEDA VIDEO da 256MB
LINGUA italiano


This post was published on 6 Settembre 2009 14:50

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