Qualcuno ha voluto a tutti i costi provare a far girare Starfield su hard disk al posto che su SSD. I risultati non sono stati rosei…
Starfield è disponibile da pochi giorni su PC e Xbox Series X|S. Una delle ragioni che ha suscitato un’accoglienza non esattamente entusiastica è l’esosa quantità di risorse richieste dalla versione PC per girare in modo fluido. Sono già state fatte diverse analisi sulle performance della versione PC del gioco che evidenziano come i requisiti hardware necessaria d ottenere un’esperienza priva di rallentamenti siano esageratamente alti, sintomo di scarsa ottimizzazione. Stando così le cose, viene spontaneo consigliare di installare il gioco su SSD, per massimizzare la velocità di caricamento e ridurre il più possibile i tempi di attesa e la possibilità di freeze e/o perdita di frame. Insomma, non ci sarebbe davvero motivo per installare il gioco sui cari vecchi (e soprattutto lenti) hard disk, soluzione che comporterebbe un drastico calo della qualità dell’esperienza di gioco.
Ma se fosse l’unica alternativa possibile? Un giocatore ansioso di provare Starfield ma impossibilitato ad installarlo su SSD, riuscirebbe comunque a godere di un’esperienza decente anche su disco fisso? Se l’è chiesto la redazione di Rock Paper Shotgun che ha pensato bene di effettuare questo esperimento, con risultati… non propriamente eccezionali.
James Archer ha provato ad installare Starfield su hard disk, partendo dal presupposto che sia esagerato affermare che i videogiochi odierni funzionano bene solo se girano su SSD. Del resto, argomenta Archer, lo stesso Ratchet & Clank Rift Apart, strombazzato da Sony come caso emblematico di gioco che richiede il velocissimo SSD di PS5 per girare a dovere, si è dimostrato perfettamente in grado di essere riprodotto anche tramite HDD nella sua versione PC. Dunque, sebbene persino i requisiti minimi del gioco Bethesda specifichino che sia richiesto un SSD per l’installazione, Archer ha deciso di provare ad ignorare questa raccomandazione e verificare se l’unico malus di questa scelta possa essere rappresentata da un allungamento dei tempi di caricamento e qualche fenomeno di pop in.
L’esperienza di gioco su HDD di Starfield è stata a dir poco pessima. Archer ha riscontrato nei suoi “tentativi di gioco” una marea di problemi: oltre ai tempi di caricamento enormemente dilatati e ai frequentissimi pop in, cose che aveva comunque messo in conto, il redattore ha segnalato anche frequentissimi casi di crash del gioco, stuttering, problemi nelle animazioni e continui salti audio. Oltre ad aver sofferto di blocchi totali del gioco, che è frequentemente crashato riportandolo alla schermata del desktop del PC più volte nell’arco di pochi minuti, l’esperienza di gioco è stata funestata da una marea di brevi freeze che hanno spesso reso singhiozzante il gameplay, con il risultato che gli scontri a fuoco divenissero praticamente impossibili da gestire. Di seguito un breve estratto dell’esperienza di Archer, il quale peraltro ha dovuto compiere numerosi tentativi per riuscire a registrare sequenze di gameplay senza che il titolo crashasse.
Anche l’audio, come già accennato, è stato vittima di problemi di sincronizzazione particolarmente gravi e sistematici, con audio dei dialoghi che partono dopo secondi di silenzio, ovviamente senza alcuna sincronia tra labiale e battute degli NPC, suoni e rumori ambientali che vanno e vengono, e così via. In ultimo, i già citati tempi di caricamento raggiungono in alcuni casi tempi… stellari, ad esempio oltre un minuto e mezzo per caricare l’ultimo salvataggio al menù principale. Archer ha effettuato una serie di test comparativi da questo punto di vista che ovviamente sono impietosi nel divario temporale tra SSD e HDD, se non per il tempo di avvio del gioco dalla schermata di Steam, sorprendentemente più veloce nel secondo caso.
Insomma, a quanto pare Starfield è un titolo che praticamente necessita di un SSD per poter essere fruito a dovere. In un certo senso questo è orai indice sintomatico del fatto che i cari vecchi HDD hanno ormai fatto il loro tempo nell’ambito gaming, e che almeno per quanto riguarda le produzioni AAA la loro utilità sia ormai cessata definitivamente. Ciò non toglie che i dischi meccanici possano ancora regalare soddisfazioni legate al retrogaming o a titoli anche di pochi anni fa, magari giocati a basse prestazioni, nonché ovviamente a produzioni indie poco esose in termini di risorse hardware. Insomma se il gaming odierno sembra ormai richiedere a tutti i costi i dischi a stato solido, non siate troppo celeri nel disfarvi dei vecchi mattoni: potrebbero ancora regalarvi qualche soddisfazione.
This post was published on 12 Settembre 2023 12:30
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