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Torna il più grande classico delle corse | Potete scaricare il porting per PC

L’originale Wipeout torna in vita con una versione “fan made” che promette faville

E’ sempre bello quando un classico del passato riemerge dalle nebbie e torna giocabile, ed è più o meno quello che sta succedendo col primo, indimenticabile Wipeout del 1995: il simulatore di corse futuristiche è “tornato” grazie a un ambizioso progetto di restyling fan-made per mano di Dominic Szablewski, un amateaur che dopo essere riuscito a mettere le mani sul codice della versione PC del gioco ha praticamente riscritto l’intero gioco in varie sue parti, dalla fisica al suono per arrivare alla resa grafica. 

Il lavoro di Szablewski-descritto dallo stesso programmatore sul suo blog (trovate l’intero progetto a questo link: https://phoboslab.org/log/2023/08/rewriting-wipeout), come ogni opera di archeologia digitale meriterebbe-è partito da Wipeout ATI 3d Rage Edition, una versione del porting PC di questo classico che veniva dato omaggio come le GPU ATI all’epoca. Szablewski descrive questa versione come molto difficile da lavorare, in quanto si tratta di una specie di “codice Frankenstein” con all’interno linee provenienti dalle versioni DOS, PlayStation, Windows 95, 98.

Alla fine, tuttavia, sembra che Szablewski ce l’abbia fatta, arrivando a un nuovo codice nuovo di zecca molto più leggero di quello di partenza.

Quanto a Sony, proprietaria del marchio, Szablewski non sembra preoccupato di possibili ripercussioni e ha ricordato come lo stesso colosso abbia praticamente lasciato perdere qualsiasi tentativo di rendere il gioco di nuovo disponibile e giocabile in modo ufficiale. Per questo ha anche scherzato in merito a quest’evenienza, chiedendo a Sony, qualora venisse a sapere della sua versione “pirata”, di prendere l’occasione per fare una vera e propria remastered

Wipeout, un classico senza tempo

Uscito nel 1995, Wipeout è stato probabilmente uno dei giochi simbolo di quel periodo storico grazie alle sue qualità tecniche: sfrecciare su circuiti spaziali con un’auto antigravitazionale delineata con un 3d per l’epoca avveniristico lo rese uno dei prodotti più importanti di quell’epoca. Insomma, cosa c’era di meglio, all’alba del 2000, che giocare alle “corse spaziali”? L’occasione era resa particolarmente ghiotta da un sistema di guida profondo, che metteva nelle mani del giocatore una serie di vetture ognuna con caratteristiche peculiari, che necessitavano di molta pratica per essere padroneggiate.

Oltre a ciò, il gioco ha anche avuto un forte impatto di costume, grazie alla colonna sonora particolarmente cool e al suo essere spinto con azioni di marketing quali la comparsa nel film blockbuster Hackers nel 1995, una linea di vestiti a esso dedicata e persino postazioni di gioco in vari locali notturni all’epoca della sua uscita. 

Non serve raccontare come la serie abbia avuto la bellezza di undici sequel, l’ultimo dei quali comparso nel 2021 su Android e iOS, accompagnati tra l’altro dalle musiche di veri e propri pezzi da novanta come i Chemical Brothers.

La serie non gode più dei fasti di un tempo, probabilmente surclassata da un concept che non sembra più rivoluzionario come nel periodo in cui venne lanciata, ma siamo più che certi che non sono pochi i nostalgici che vorrebbero lanciarsi di nuovo alla conquista delle care e vecchie corse antigravitazionali

This post was published on 7 Settembre 2023 9:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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