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Overwatch 2: il fuggi fuggi di giocatori secondo Blizzard è fisiologico

È inutile girarci troppo intorno: Overwatch è uno dei franchise su cui Activision Blizzard punta maggiormente, ed il cui secondo capitolo ha l’ambizioso intento di bissare il successo che fu del primo. Tuttavia, come avviene in ogni gioco online, anche Overwatch 2 ha conosciuto e sta conoscendo delle fluttuazioni nel numero di utenti che, dopo un lancio decisamente ottimo e “affollato”, sono sensibilmente diminuiti.

Tuttavia, stando alle dichiarazioni del team di sviluppo, questo calo di utenti attivi non sarebbe nulla di preoccupante ed anzi, ci sono grandi aspettative sulle innovazioni che riguarderanno il videogame nei mesi a venire, che dovrebbero aumentare l’engagement dei giocatori in maniera esponenziale.

Nelle righe che seguono, analizzeremo le dichiarazioni rilasciate da Jared Neuss, executive producer di Overwatch 2, in merito ai programmi Activision Blizzard sul videogioco.

Overwatch 2: dal boom iniziale al calo attuale

Chiunque abbia giocato il primo capitolo del franchise, sa benissimo che Overwatch 2 è arrivato probabilmente nel momento giusto, riuscendo a riportare alta la soglia dell’attenzione di pubblico e critica su un videogame che, dopo circa 6 anni di attività, aveva decisamente bisogno di una ventata di aria fresca. Ebbene, il secondo capitolo ha effettivamente portato una serie di importanti novità, tra cui un roster di 36 eroi (a cui se ne aggiungeranno altri, come di consueto), una serie di nuove mappe ed un PvP con qualche modifica rispetto a quanto eravamo abituati a vedere in precedenza, tra cui la riduzione del numero di giocatori per squadra (da 5 o 6).

Tuttavia, non tutto è ancora al suo posto. Il team di sviluppo aveva menzionato anche una modalità PvE che, secondo le aspettative, avrebbe dovuto essere una Story Mode, mentre invece, dopo mesi di silenzio, si è rivelata essere poco più di una manciata di missioni.

Il cambiamento di maggior peso ha riguardato la natura stessa del gioco, che ha adottato un sistema free-to-play con microtransazioni ed un battlepass che, se acquistato, garantisce tutta una serie di contenuti aggiuntivi.

Aggiungiamo a quanto ora detto che, lo scorso 10 Agosto, Overwatch 2 è stato lanciato su Steam, ottenendo recensioni perlopiù negative da parte dell’utenza, dovute alla mancanza della modalità PvE, ridimensionata a ciò che abbiamo detto prima, ed al fatto che determinati eroi sono piuttosto difficili da sbloccare.

Le dichiarazioni di Jared Neuss

Di seguito, riportiamo una parte delle dichiarazioni rilasciate dall’executive producer di Overwatch 2, nel corso di intervista concessa ad IGN, incentrata soprattutto su Invasion, la nuova stagione del gioco, pubblicata lo scorso 10 Agosto, che ha aggiunto Illari, un nuovo eroe, una nuova modalità di gioco (denominata “Flashpoint”), delle missioni premium e, ovviamente, un nuovo battlepass.

C’è un aspetto interessante che riguarda il modo in cui abbiamo accatastato così tanti nuovi contenuti in Overwatch 2: Invasion. L’abbiamo fatto perché stavamo sperimentando diverse soluzioni per la nuova stagione, ed una delle cose che volevamo davvero provare era che cosa sarebbe accaduto se avessimo messo insieme tutte queste grandi novità, queste fantastiche aggiunte e queste diverse espressioni del gioco?

Per noi non è stato come pensare “Oh, c’è molto da fare”. Per noi si tratta di capire in che cosa consiste una buona stagione. Abbiamo provato un sacco di cose, giusto? Con la quinta stagione abbiamo cercato un approccio molto tematico. Abbiamo provato cose diverse nella seconda e nella terza stagione.

Non si tratta più di dire “c’è tutta questa roba su Overwatch 2: Invasione?”, ma di dire “quale pensiamo siano il ritmo e la cadenza giusti?”, e “come possiamo creare questi grandi momenti per i giocatori?”.

Inoltre, Neuss non si è dichiarato preoccupato dal calo dell’engagement dei giocatori.

Il calo è dovuto al fatto che siamo un gioco free-to-play ed è molto facile sia arrivare al gioco e provarlo, sia andarsene per provare altri titoli. Assistiamo un normale flusso e riflusso di giocatori. Non c’è nulla di preoccupante per me o per il team.

This post was published on 13 Agosto 2023 11:30

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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