Il director di Tekken 8 Katsuhiro Harada è dovuto intervenire con un tweet per smentire la voce secondo la quale il nuovo episodio della serie di picchiaduro sarebbe stato protetto dal famigerato sistema antipirateria Denuvo, apparsa in rete qualche giorno fa.
Qualcuno aveva nostalgia delle polemiche su Denuvo? Tranquilli: a riportare l’attenzione sul celebre e temuto sistema antipirateria ci pensa uno dei picchiaduro più attesi delle prossime stagioni videoludiche, Tekken 8. Katsuhiro Harada, director del gioco, è dovuto infatti intervenire pubblicamente via X (o Twitter, fate un po’ voi) dopo che un altro commento aveva fatto notare come la descrizione del gioco su Steam facesse riferimento all’utilizzo di Denuvo.
La rassicurazione di Harada è stata tranchant: nel tweet il game designer giapponese afferma che probabilmente il riferimento a Denuvo non è che una clamorosa svista da parte del team che ha pubblicato la scheda prodotto su Steam, o addirittura un curioso copia-incolla da quella di Tekken 7 (che invece utilizzava il sistema antipirateria.) Al termine del tweet, inoltre, Harada si è lasciato andare a una piccola “escandescenza”, bollando le polemiche su Denuvo come “tediose reazioni allergiche a ogni singola cosa” e invitando i giocatori a rilassarsi.
Come dite? Una reazione anche “troppo pesante”? Forse, ma quando si parla di Denuvo gli animi si scaldano.
Lanciato nel 2014, Denuvo è uno dei sistemi anti-pirateria più chiacchierati al mondo, in quanto il suo funzionamento altererebbe le prestazioni del gioco che lo utilizza e sarebbe particolarmente invasivo nei confronti dei PC dei giocatori, in quanto occuperebbe una quantità davvero eccessiva di dati sull’SSD.
Inoltre, Denuvo richiede una connessione costante a internet, fatto questo che non va mai a genio ai giocatori.
La Denuvo Software Solutions, società madre del programma, ha ribadito più volte che le voci sul fatto che il software scriverebbe dati sugli SSD sono assolutamente infondate, ma si è sempre guardata bene dal fare luce sul funzionamento della sua creatura.
Quel che è certo è che Denuvo, nella sua veste di programma di protezione, si è spesso rivelato un osso molto duro e dunque uno strumento utile: negli anni successivi al suo lancio il sistema riuscì ad alzare la soglia di difesa di giochi come Dragon Age: Inquisition (poi crackato, ma dopo un mese di tentativi), o Just Case 3, di fronte al quale alcuni famosi team di cracker furono costretti ad arrendersi, e addirittura a dichiarare lo scioglimento in seguito alla presa d’atto che sistemi del genere erano ormai troppo efficaci.
Tuttavia, la sua fama sembra ormai segnata, con da una parte frequenti casi di fan che arrivano a boicottare questo o quel gioco appena saputo che utilizzerà Denuvo e, dall’altra, programmatori che corrono a spiegare che no, il loro progetto non utilizza Denuvo.
Una situazione davvero paradossale, che ha dato vita a un vero hot topic dell’ultimo decennio.
Annunciato durante lo State of Play di settembre 2023, Tekken 8 si appresta a far tornare sulla scena l’epica e storica saga di picchiaduro a sei anni dal precedente capitolo.
Tekken 8 è previsto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S (anche se ancora non abbiamo una data certa). Il director Harada ha affermato che il fight system premierà molto le tattiche offensive, anziché l’arroccamento su posizioni arretrate (grazie all’utilizzo di due componenti denominati Heat e Rage), e che ad avere un ruolo fondamentale sarà anche la distruzione del campo di battaglia (che, a quanto pare, sarà altamente condizionato dalle azioni degli sfidanti).
Tutti elementi che fanno pregustare un ottimo ritorno del brand e una bella risposta a giochi come Street Fighter VI, un ritorno che speriamo non venga turbato da polemiche come quella su Denuvo.
Sarebbe davvero un peccato.
This post was published on 12 Agosto 2023 15:00
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