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Google è ora in guai seri | Un gioco a dir poco razzista finisce sul Play Store

Il colosso tech di Mountain View non vivrà momenti felici dopo aver approvato un gioco del genere sul suo store di applicazioni.

Ultimamente si sente spesso dire che il “politicamente corretto” ha rovinato l’industria cinematografica, delle serie TV e anche quella dei videogiochi, ma ci sono casi in cui si supera davvero il limite.
C’è una grossa differenza tra il creare un’opera con contenuti forti, ma storicamente accurata e un qualcosa che è solamente di pessimo gusto e basta.

Di videogiochi che hanno superato questo limite ce ne sono stati in passato, ma di solito erano reperibili solo nei meandri dell’internet e non sugli store ufficiali.
Stavolta però si tratta di un titolo mobile, o meglio, di un’applicazione per smartphone che è finito addirittura sul Play Store di Android.

Google è sempre stata molto attenta ai contenuti delle sue piattaforme: tra tutti sicuramente molti contenuti su YouTube che sono stati oscurati perché non rispettavano le linee guida della community.
Sembra davvero strano che un gioco del genere sia stato approvato sul Play Store e anche scaricato e giocato un bel po’ di volte dagli utenti.

Quando i videogiochi sono veramente violenti

I videogiochi sono violenti” oppure “i videogiochi istigano alla violenza“: quante volte abbiamo sentito queste frasi magari da chi non conosce davvero il media videoludico e parte molto prevenuto.
Siamo tutti d’accordo che in GTA puoi sparare o investire i pedoni in un contesto urbano senza un valido motivo, ma questo non vuol dire che tutti quelli che giocano a GTA sono criminali.

Al di là di questo discorso saltato fuori in più occasioni, oggi stiamo parlando di un gioco finito sullo store ufficiale di app Android che ha sollevato un polverone per i suoi contenuti.
Questa applicazione, a differenza di titoli come GTA, non dà la possibilità al giocatore di usare o meno la violenza, ma questa è proprio alla base del gameplay: il gioco consiste proprio nell’usare la violenza su altri esseri umani.

Il discorso però non è finito qui: l’applicazione non solo costringe il giocatore a usare la violenza, ma le vittime all’interno del titolo sono degli schiavi.
Un gioco davvero di pessimo gusto che s’incentra sulla schiavitù, una delle piaghe più atroci della storia mondiale, ma che in questo gioco è presentata davvero senza il minimo criterio.

Google torna sui suoi passi: cancellato il gioco, ma non è finita qui

L’applicazione in questione si chiama “Simulador de Escravidão“, una frase che in portoghese significa “simulatore di schiavitù”.
Il nome è tutto in programma e in realtà racconta in cosa consiste il gioco: è una sorta di gestionale nel quale l’utente deve gestire tratte di schiavi; farli lavorare duramente e anche di torturarli e frustarli su di loro per farli lavorare più intensamente.

Inutile dire che il gioco in poco tempo è stato surclassato di polemiche sul web, soprattutto da parte degli utenti brasiliani a cui era indirizzato principalmente il gioco.
In Brasile la schiavitù ha lasciato particolarmente il segno e il governo brasiliano con ogni probabilità muoverà delle accuse anche concrete nei confronti di Google.

Il colosso di Larry Page ha comunque eliminato ogni traccia dell’applicazione dal Play Store, ma c’è il sentore che la storia non possa finire qui.
Le maggiori colpe però verranno attribuite ovviamente agli sviluppatori di Magnus Games che, mettendo le mani avanti, hanno dichiarato che non c’era alcun intento razzista nella creazione di questo gioco.

This post was published on 3 Giugno 2023 6:30

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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