La telenovela sta per giungere a termine: Microsoft potrebbe finalmente concludere il suo accordo per l’acquisizione di Activision Blizzard senza problemi.
L’accordo per l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft ha fatto scalpore fin dal primo annuncio, non solo per la quantità di soldi in ballo (circa 70 miliardi di dollari), ma anche e soprattutto per la caratura dello studio.
Activision è una delle aziende più di successo del mercato videoludico e l’acquisizione di Microsoft si è rivelata epocale.
Tutto è iniziato nel febbraio del 2022, ovvero circa un mese dopo l’annuncio da parte di Microsoft dell’acquisizione di Activision Blizzard e di tutti i suoi studi di sviluppo.
La caratura dell’affare aveva fatto accendere la spia d’allarme e a diverse società antitrust globali che hanno voluto approfondire la questione su questa acquisizione.
Nei mesi successivi l’antitrust americano ha aperto un’inchiesta sull’acquisizione da parte di Microsoft per capire meglio quanto sarà influente nei confronti della concorrenza.
Alle agenzie statunitensi si è unita successivamente anche quella del Regno Unito che ha deciso di opporsi categoricamente all’accordo Microsoft-Activision.
Adesso Microsoft può finalmente acquisire Activision Blizzard?
Chi segue il mondo dei videogiochi sa benissimo che negli ultimi cinque anni sono state tantissime le acquisizioni da parte di Microsoft, una su tutte quella di Bethesda.
È la prima volta che però le aziende antitrust di tutto il mondo cercano di mettere i bastoni tra le ruote all’azienda di Redmond per contrastare l’acquisizione, come mai?
Le aziende di antitrust, come l’AGCOM in Italia, lavorano per rendere qualsiasi mercato il più equo possibile evitando sbilanciamenti troppo grossi da una parte o dall’altra.
L’acquisizione di Activision Blizzard, dal valore di 70 miliardi di dollari, è subito parsa come una volontà di Microsoft di ammazzare definitivamente la concorrenza.
Serie del calibro di Call of Duty, Overwatch, Crash Bandicoot, Diablo hanno fruttato miliardi nelle casse delle varie piattaforme e un’eventuale esclusività su Xbox potrebbe sbilanciare troppo i fatturati di mercato delle varie aziende.
A quanto pare però queste indagini si risolveranno in un nulla di fatto.
A novembre scorso anche la Commissione Europea, attraverso indagini antitrust, aveva aperto un’indagine sulla stessa questione: in qual caso però la decisione era stata rimandata a data da destinarsi, ritardando ancora di più la conclusione dell’affare.
Dopo circa 6 mesi l’Unione Europea ha preso la sua decisione: via libera totale a Microsoft che ora può finalmente concludere l’affare.
La Commissione Europea dice sì: Microsoft può finalmente concludere l’affare?
Activision Blizzard, nonostante l’acquisizione da parte di Microsoft, aveva già annunciato in passato che serie decennali e importanti come Call of Duty non sarebbero diventate esclusive di Xbox.
Nonostante questo però le società antitrust hanno continuato ad avere dubbi in merito sulla questione, soprattutto per quanto riguarda la questione cloud gaming.
Se da una parte Microsoft è riuscita a tranquillizzare le aziende antitrust sulla questione esclusività, dall’altra c’era ancora qualcosa da discutere sui servizi di cloud gaming che, secondo le autorità, potevano inficiare troppo la concorrenza.
Alla fine anche questa questione è stata risolta con una serie di accordi che l’azienda di Redmond dovrà firmare per consentire il cloud gaming su qualsiasi piattaforma, dispositivo e sistema operativo.
Microsoft ha già avviato i contatti per firmare accordi sul cloud gaming con alcune aziende come Nvidia o Nintendo, proprio per i titoli Activision.
A questo punto la Commissione Europea si è sentita libera di dare il via alla conclusione dell’affare, che ricordiamo ha un valore di 68,7 miliardi di dollari.
Microsoft sta davvero portando avanti una lunga battaglia contro le società antitrust di tutto il mondo e non è finita qui: la casa di Redmond deve ancora superare l’ostacolo del Regno Unito e soprattutto quello di casa propria, ovvero gli Stati Uniti.
L’approvazione della Commissione Europea è comunque un enorme passo in avanti verso l’acquisizione.