La marina militare degli Stati Uniti d’America sta addestrando leoni marini e delfini attraverso i videogiochi. Lo scopo di questa iniziativa è quello di avere mammiferi marini per compiti di ricognizione e recupero in mare.
Quando ormai credevate di averle viste tutte nel campo della guerra, arrivano sempre gli americani a cercare soluzioni alternative bizzarre. Stavolta è il caso di Spike, una foca brava ai videogiochi, che assieme ad altri animali marini sta venendo addestrata per missioni dei Marine statunitensi in mare.
Tra i tanti animali che gli USA stanno addestrando per missioni di recupero e di ricognizione in mare, sembra che i risultati più promettenti li stiano compiendo i leoni marini, specie di appartenenza proprio di Spike. I leoni marini sono mammiferi acquatici molto simili alle foche, ma con zampe anteriori più poderose e un linguaggio più elaborato che comprende grida, ululati e abbai. Il che li rende anche simili a molti gamer di nostra conoscenza!
Ci sono stati tanti animali che hanno avuto un impiego negli eserciti e che ancora oggi continuano a essere utilizzati per motivi bellici. In passato il loro utilizzo era molto esteso, mentre oggi fortunatamente per motivi etici ci sono forti limitazioni e addirittura divieti.
Cavalli, asini e muli sono stati alla base dei combattimenti del passato, tant’è che esistevano interi blocchi di eserciti chiamati Cavalleria. Anche oggi gli esemplari equini sono molto utilizzati, ma principalmente in compiti di sorveglianza, ricognizione e trasporto su terreni difficili e aree remote inaccessibili da veicoli bellici tradizionali.
I cani sono da sempre i migliori amici dell’uomo, e ancora oggi trovano impiego anche nelle forze armate. Esistono particolari unità di cani da guerra che vengono utilizzati per la ricerca di esplosivi, droghe e mine grazie al loro olfatto molto sviluppato.
In passato si faceva largo utilizzo di volatili come i piccioni per inviare messaggi in territori dove le comunicazioni erano difficili, oggi per fortuna ci sono metodi meno dannosi come le comunicazioni radio o le linee internet. Tuttavia di recente hanno trovato un nuovo impiego uccelli rapaci come falchi e aquile, addestrati per la difesa contro i droni.
Anche foche e leoni marini come Spike, oltre ad altri mammiferi come i delfini, sono stati già utilizzati da corpi militari, ma principalmente per missioni di trasporto in mare o di ricerca. In particolare, i sensi acuti e l’intelligenza di questi mammiferi ha contribuito al sondaggio dei fondali e delle coste gremite di mine ed altri esplosivi, salvando potenzialmente parecchie vite.
Gli animali marini che stanno venendo addestrati dagli Stati Uniti in questi giorni si trovano tutti nella baia di San Diego, in California. Qui uno staff di 300 persone curano e addestrano oltre 120 leoni marini e delfini. Tra queste persone vi sono anche scienziati appartenenti al Naval Information Warfare Center e alla National Marine Mammal Foundation. Lo scopo ufficiale del loro addestramento è svolgere compiti di ricognizione e recupero in mare meglio degli esseri umani. Ma cosa c’entrano i videogiochi in tutto questo?
Il progetto di cui vi stiamo parlando si chiama US Navy Marine Mammal Program, che letteralmente vuol dire “Programma Mammiferi Marini della Flotta degli Stati Uniti”. I militari americani presentano le attività videoludiche svolte dagli animali come una “cura olistica“, un esercizio che consente a questi animali intelligenti di tenere in forma la loro mente, offrendo un arricchimento cognitivo.
Il già citato leone marino Spike è un videogiocatore incallito, e fa parte di un gruppo di tre foche esperte giocatrici. Spike in particolare è stato il primo leone marino a imparare a giocare e a completare l’intero programma di addestramento. Gli scienziati gli hanno insegnato il concetto del controllo di un cursore sullo schermo, dopodiché gli hanno sottoposto giochi più impegnativi e laute ricompense.
La marina descrive una giornata-tipo di Spike in questa maniera: Spike usa il suo muso per premere un pulsante e manovrare un cursore attraverso un labirinto. agli studiosi, l’animale sembra sempre molto concentrato sull’obiettivo. Quando vince, lo staff applaude e l’addestratore premia Spike con delle aringhe. L’animale poi comincia a danzare e a guaire di felicità, per poi voltarsi verso lo schermo, pronto per cominciare la sua prossima partita.
È per questo che lo faccio. Mi stanno davvero a cuore questi animali e la vita che conducono. Mi piacciono tutte le cose interessanti che possiamo osservare con questa ricerca, ma alla fine della giornata voglio vederli felici e divertiti.
– Kelley Winship, scienziata dell’NMF
La marina americana spiega che Spike si è allenato volontariamente per 3 anni. Spesso la foca vuole giocare anche se non sono previste aringhe come ricompensa. In totale finora si sono accumulate 750 sessioni di gioco tra tutti gli animali. Per il momento la ricerca si è concentrata solo sul fattore divertimento, notando come i leoni marini videogiocatori abbiano mostrato un miglioramento nella forma e nella salute generale.
Ma come fanno a videogiocare delfini e leoni marini? Gli scienziati hanno creato una strumentazione ad hoc, predisposta proprio a essere manipolata da mammiferi dotati di pinne. L’attrezzatura, chiamata sistema EVE, consiste in un carrello di plastica con un monitor da 27 pollici protetto da un vetro acrilico, con un computer incassato, un altoparlante esterno collegato via bluetooth e un controller USB composto da 4 pulsanti di plastica.
Il sistema EVE creato per i delfini è leggermente diverso per poter funzionare in acqua, ma c’è di più… a quanto pare ai delfini piace anche guardare SpongeBob la sera! Man mano che la complessità dei giochi sviluppati per foche e delfini è aumentata, i ricercatori dei Marine sono anche riusciti a creare un videogioco PVP. Spike ancora non l’ha provato, ma questo consisterà in una sorta di acchiapparello tra gli animali giocatori e lo staff di ricercatori.
Da un lato siamo molto curiosi di capire a cos’altro sarebbero in grado di giocare questi animali dall’intelligenza sorprendente, dall’altro inorridiamo sempre più al fatto che questi esseri viventi non vivono nella natura selvaggia e partecipano contro la loro volontà e contro la loro natura ad esperimenti per l’esercito.
This post was published on 12 Maggio 2023 14:00
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