Finalmente YouTube si sbottona su quali contenuti relativi ai videogiochi possono andare incontro alla demonetizzazione. La “AdPocalypse” ha colpito un sacco di youtuber dedicati ai videogiochi, se ne è parlato tantissimo soprattutto perchè la demonetizzazione e l’inserimento all’interno della modalità con restrizione sembrava essere totalmente arbitraria e non si capiva esattamente che cosa potesse causare l’inserimento in tale categoria da parte degli algoritmi di YouTube, ma finalmente qualcuno si sbottona a riguardo.
Prima di tutto, chi usa Youtube per il livestream non verrà toccato, gli youtuber che appunto fanno livestreaming sulla piattaforma non subiranno cambiamenti riguardo alla monetizzazione, ma coloro che creano montaggi violenti quasi sicuramente potrebbero avere problemi. Per esempio, un video che contiene un montaggio delle migliori uccisioni di giochi come Call Of Duty o Battlefield rientra nei video che potrebbero non venire monetizzati. Non è detto, ma YouTube potrebbe arrogarsi il diritto di non mettere pubblicità su video di quel tipo.
Un rappresentante dell’azienda ha recentemente parlato con Polygon a riguardo, di seguito riportiamo un frammento di quanto detto.
“Ovviamente c’è gente preoccupata per la questione della monetizzazione, per quello che possono o non possono fare. Le lamentele maggiori da parte dei creatori di contenuti riguardano il fatto che le linee guida che abbiamo rilasciato non sono abbastanza per capire cosa va bene e cosa non va. Per quello stiamo creando delle linee guida nuove, più specifiche, fatte apposta per aiutare i creatori a capire cosa è monetizzabile e cosa non li è. La violenza nei gameplay rientra nei contenuti accettabili per la monetizzazione, ma i montaggi dove la violenza gratuita è il punto focale del video non sono video accettabili per la monetizzazione.”
Certo è che la monetizzazione dei video con contenuti da videogiochi è un argomento problematico da qualche tempo. Già nel 2015 era difficile trovare compagnie disposte ad acquistare spazi pubblicitari per quel tipo di video, per quanto YouTube volesse promuovere certi tipi di canale dedicati ai videogame.
“I contenuti legati ai videogiochi sono esattamente quelli che cerca YouTube perchè sono video lunghi che creano un sacco di engagement con il pubblico, per cui la gente resta più a lungo sul sito, quindi YT cerca in tutti i modi di mantenere e far crescere la propria community di videogiochi, ma la monetizzazione è un’altra storia. Ci sono tantissimi video sui videogiochi, YouTube ne è pieno, ma mancano gli advertiser. “
Scriveva Hank Green riguardo al problema riscontrato nel 2015.
Il problema si è acuito negli ultimi mesi con la fuga di massa delle aziende disposte a pagare per avere la propria pubblicità su YouTube, la così detta Adpocalypse di cui sopra, per via di contenuti violenti e offensivi – fece molto scalpore il caso di PewDiePie – che ha portato ad un rimaneggiamento degli algoritmi che decidono cosa è monetizzabile e cosa non lo è. Il problema è che questi algoritmi sono diventati incredibilmente restrittivi, tanto che YT ha dovuto metterci mano più e più volte per far rientrare la situazione, che comunque non è neanche minimamente vicino alla normalizzazione.
Le più recenti linee guida della compagnia riguardo ai contenuti che non dovrebbero stare su YouTube recitano così:
Contenuti d’odio: contenuti che promuovono la discriminazione o offende o umilia un individuo o un gruppo di persone sulla base di razza, etnia o origine etnica, nazionalità, religione, disabilità, età, se hanno fatto il servizio militare o meno, orientamento sessuale, identità di genere, o altre caratteristiche associate alla discriminazione sistematica o alla marginalizzazione.
Uso inappropriato di personaggi per l’intrattenimento delle famiglie: contenuti che ritraggono questi personaggi in situazioni violente, di natura sessuale, vile o in ogni caso inappropriate, anche se per scopi comici o satirici.
Contenuti fatti solo per generare flame o denigratori: contenuti che generano flame gratuito o denigrano qualcuno o qualcosa. Per esempio, contenuti che usano gratuitamente un linguaggio scurrile e irrispettoso atto a offendere un individuo o un gruppo.
Che YT stesse tentando di piazzare più pubblicità sui contenuti adatti a tutti è ovvio, perchè sono quei video che possono essere guardati dalla fetta di pubblico maggiore, ma il mondo dei videogiochi su YT è stato colpito molto duramente dalla rielaborazione degli algoritmi responsabili per la monetizzazione. Sempre stando a Polygon, il rappresentante dell’azienda che fa capo a Google sostiene che YT non sta tentando di frenare la creatività dei propri utenti e spera che con le nuove linee guida diventi più facile per i canali dedicati al gaming creare contenuti che possano essere monetizzati.
Sembra quindi che l’intenzione di YouTube non sia quella di demonetizzare completamente tutti gli stream o i let’s play, il problema sono i montaggi con contenuti violenti gratuiti presi dai videogiochi.
Quindi, aggiungiamo noi, un buon 50% dei video di videogames che vengono caricati ogni giorno su YouTube.
This post was published on 5 Giugno 2017 16:50
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