Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino
A inizio 2009, casa Sony aveva annunciato per la sua PSP tutta una serie di titoli molto conosciuti sia sulla piattaforma PS2 che su quella PS3: uno di questi titoloni era stato Resistance, con il sottotitolo di Retribution, giunto questa settimana nei negozi di tutto il mondo.
“Noi siamo la resistenza e abbiamo sete di vendetta.”
RETRIBUTION IN PICCOLA SCALA
Prima di tutto il punto di vista è stato cambiato, ora la telecamera sarà in terza persona o si potrà mettere in modalità ravvicinata con il semplice tocco di un pulsante. La soggettiva si potrà utilizzare solamente con alcune armi per colpire con più precisione. L’uso della visuale è assegnato dunque ai quattro pulsanti di destra mentre per muovere il personaggio si dovrà utilizzare l’analogico. Per quanto riguarda il pad di sinistra, questi tasti vengono utilizzati per il cambio delle armi, alla ricarica di esse, al fuoco secondario e alla mira in prima persona. Se sulle prime riscontrerete qualche difficoltà nella gestione del fuoco (assegnato al tasto R), sappiate che invece tutto funziona più che a meraviglia, anche per quanto riguarda le coperture del gioco che verranno eseguite automaticamente quanto ci si avvicinerà ad un muro o ad un punto strategico. Il gameplay è dunque funzionale e perfettamente integrato, difficilmente vi capiterà di morire per colpa dei comandi di gioco, come spesso accade in altri titoli del genere. Sempre per quanto riguarda il gioco, molto buona è la varietà delle armi proposte e, oltre a quelle principali (mitragliatrice, cannone al plasma, fucile da cecchino, fucile a pompa, lancia missili, armi a energia etc.), avremo modo in alcuni frangenti di utilizzare delle armi fisse come torrette o cannoni.
Altro punto importantissimo è la parte grafica.
Con l’uscita di God of War, le aspettative sul piano visuale della piccola di casa Sony si sono alzate parecchie e in quell’occasione abbiamo potuto assistere ad una notevole impennata nel campo tecnico.
Retribution non delude e anzi alza, a mio modesto parere, ancora il tiro. Il primo impatto è sorprendente ma diventa ancora tutto più bello quando entreremo dentro le strutture dei Chimera e assisteremo sia a delle animazioni più che fluide dei mostri che ad una modellazione generale veramente eccellente e piena di particolari: cose che in altri titoli venivano lasciate all’uso delle immagini bidimensionali (soprattutto per gli sfondi), qui le vedremo totalmente in 3D.
Eccellenti gli effetti di luce e gli effetti di esplosioni che illuminano il terreno dello scontro. Ottima la gestione di alcuni particellari come fuoco e nebbia anche se in questo caso si era visto di meglio per quanto riguarda l’avventura di Cratos (God of War) ma qui, fra uno scontro e l’altro, non è che possiamo fare i turisti. Per ultimo, piccola nota di merito anche per la gestione dell’acqua: riflessi e movimento del fluido, sono resi molto bene.
INTELLIGENZA ALIENA
ERA IL 1951 QUANDO…
TUTTO OK?
Sul piano delle ore di gioco, vedere il the end a schermo vi porterà via una decine di ore, qualcosa in più se sceglierete di giocare in modalità difficile. Non ho riscontrato grossi punti dolenti se non i soliti difetti che assillano il genere: prima di tutto non abbiamo la possibilità di esplorare e gli schemi saranno formati dalle solite stanzone o corridoi dove si combatte un gruppo di mostri e si va avanti per ricominciare tutto da capo. Mi sarei aspettato più punti veramente complessi o più situazioni dove mettere il cervello se non le solite, schiaccia un pulsante per abbassare la porta o per continuare nel livello. Anche l’azione è ben amalgamata ma in alcuni punti mi aspettavo più frenesia che invece non hanno saputo mischiare correttamente. Comunque sia, abbiamo per le mani un piccolo gioiello che ameremo dall’inizio alla fine senza troppi compromessi.