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Dopo la morte di Stadia, Google vuole tornare all’attacco con il Cloud Gaming

Invece di proseguire con una propria piattaforma rivolta ai consumatori, Google sta offrendo i servizi Cloud agli sviluppatori di giochi live-service e non solo.

Google ha chiuso i suoi servizi Stadia mesi fa, ma non è uscita del tutto dal settore videoludico: Google Cloud presenta la sua nuova strategia denominata Google Cloud for Live Games, che punterà ad utilizzare la sua infrastruttura globale per agevolare le aziende che producono videogiochi.

Morta Stadia, Google è pronta a tornare nell’industria videoludica

La tecnologia di Google Cloud, che alimenta YouTube e Google Search, può consentire alle aziende di videogiochi di effettuare lanci impeccabili e di supportare fino a milioni di utenti senza sbagliare un colpo: lo ha dichiarato Jack Buser, direttore delle soluzioni per l’industria dei videogiochi di Google Cloud. “È stato in quel momento, quando abbiamo dovuto prendere decisioni su Stadia, che ci siamo resi conto che, in Google Cloud, diamo il meglio di noi stessi quando aiutiamo gli altri a costruire queste cose, non necessariamente a costruirle”.

Anni fa Buser è stato il responsabile del mondo virtuale PlayStation Home e si è unito al team di Google Stadia all’inizio del 2016, per mettere in piedi una piattaforma che potesse mirare a competere con giganti come Sony, Microsoft e Nintendo; offrendo una serie di titoli giocabili in streaming, sfruttando dei server remoti, senza che l’utente avesse bisogno di console o PC.

Google guarda al futuro dei videogiochi

Alla fine del 2021, Buser è passato al team gaming di Google Cloud, dove la tecnologia di Google viene sfruttata per gestire giochi di terze parti in esecuzione su console, PC o telefoni: “La dirigenza di Google Cloud ha deciso di avere un’organizzazione globale di giochi. E mi hanno incaricato di venire a guidarla”, ha detto Buser. “È stata una corsa sfrenata”.

“I giochi di punta sono tutti giochi con servizi dal vivo, tutti”, ha detto Buser. “Quindi, sia che si tratti di un MMO, sia che si tratti di un gioco mobile live service, sia che si tratti di un battle royale”, ha detto Buser. “Il filo conduttore è che questi giochi vengono aggiornati a lungo termine in base al comportamento, ai desideri e alle richieste dei giocatori. Bisogna capire i giocatori. Bisogna essere in grado non solo di attirarli nel gioco, ma anche di trattenerli per lunghi periodi di tempo. È molto diverso dai vecchi tempi delle cartucce e dei dischi ottici”.

Si tratta di una svolta che trasforma Google in un pericoloso avversario per gli altri fornitori di infrastrutture cloud, come Amazon e Microsoft: Google Cloud ha già stretto partnership con editori e sviluppatori come Niantic, Embracer Group e 2K. Si tratta di un servizio nettamente diverso dall’offerta originaria di Stadia, è una manovra che si pone obbiettivi molto differenti dalla piattaforma ormai deceduta, di conseguenza Google non punterà a fornire le stesse funzionalità.

“Non offriremo quell’opzione di streaming, perché era legata a Stadia stesso”, ha dichiarato Buser a Stephen Totilo di Axios. “Quindi, purtroppo, quando abbiamo deciso di non andare avanti con Stadia, anche questo tipo di offerta non ha più potuto essere proposta”.

Troppi giocatori collegati contemporaneamente? Nessun problema, ci pensa Google

Per quanto riguarda Stadia, Buser ha affermato che il problema principale era lo scarso numero di abbonati, non le potenzialità della piattaforma: “Non credo che nessuno possa discutere la tecnologia. Voglio dire, la tecnologia era davvero incredibile. Quello che abbiamo capito internamente, mentre prendevamo la difficile decisione di chiudere Stadia, è che siamo molto più bravi a costruire piattaforme in modo che altri possano costruire le loro piattaforme”.

La missione di Google è quella di mettere a disposizione server sicuri per collegare i giocatori ai giochi che desiderano. L’infrastruttura dei server dovrebbe essere adattabile, ovvero in grado di servire i giochi ai giocatori sia che un lancio attiri 1.000 giocatori sia che ne attiri milioni.

Insomma, per Buser nessun gioco dovrebbe impedire l’accesso agli utenti perché sono già connessi troppi giocatori:”Si tratta di una strategia molto ponderata per risolvere efficacemente quello che crediamo fortemente sia il futuro di questo settore […] Io gioco molto. Non c’è niente che mi spezzi il cuore più di quando, mentre sto giocando a uno dei miei giochi preferiti, vedo manifestarsi questi problemi. Non deve essere così. Questi problemi sono risolti da Google”.

This post was published on 10 Marzo 2023 6:30

Stefano Sergente

Nato nel 1993 tra le rive radioattive del Fiume Pescara, dopo aver studiato le antiche arti della sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics, decide inconsciamente di dedicare la sua vita alla scrittura. Tra le tante avventure intraprese ci sono diversi progetti cinematografici e fumetti brevi, tra i quali alcuni pubblicati con il collettivo Spaghetti Comics. Grazie all'educazione spartana impartita dai suoi fratelli maggiori, può vantare la fortuna di avere avuto un joypad del NES tra i suoi primi giocattoli, passione che ha portato avanti tutta la vita consumando pad di varie console, mouse, tastiere, occhi e mani.

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