Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino
F.E.A.R. 2 è disponibile per Ps3, Pc e Xbox 360. La versione testata è quella Pc.
Ed ecco arrivare la versione scatolata di F.E.A.R. 2, pronto da installare e da giocare tutto d’un fiato, al buio e con delle cuffie per immergersi ulteriormente nelle atmosfere horror create da Monolith.
Per chi si forse perso qualche passaggio, sappiate che Project Origin è il diretto seguito di quel F.E.A.R. che ha tanto stupito nel lontano 2005, titolo dotato di tanto carisma e fornito di meccaniche estremamente curate sia dal punto di vista della trama che del gameplay da eleggerlo capolavoro a vita. Il primo F.E.A.R. è stato seguito da due espansioni stand alone, la prima bella, la secondo meno ma che hanno colmato la distanza fra il 2005 e il 2009 con l’arrivo di questo tormentato seguito.
NON MI FAI PAURA
Project Origin ricalca alla perfezione le premesse del primo capitolo ma si evolve in un titolo meno pauroso e anche un tantino meno tattico ma più votato alla distruzione di massa.
La storia, brevemente, ci vede prendere il controllo di un nuovo personaggio, tale Michael Beckett che viene inviato insieme a una sua squadra per fermare il disastro che avviene alla fine del primo gioco: una città viene letteralmente spazzata via dalla furia distruttiva di Alma, ragazzina dotata di incredibili potere telecinetici che dopo essere stata sezionata e analizzata nei più folli esperimenti, ha deciso di porre fine a questi fatti e di vendicarsi con tutti quelli che le stanno intorno. E qui, dopo l’esplosione e la caduta del nostro elicottero, entriamo in gioco noi.
La situazione a cui andremo incontro non è delle migliori. Prima di tutto dovremo cercare di sopravvivere a numerosi scontri a fuoco con dei soldati che vogliono zittire la situazione corrente. In secondo luogo e molto importante, dovremo anche fare i conti con gli orrori che ha generato Alma o almeno l’essere che crediamo sia lei stessa (visto che alla ragazzina in abito rosso se ne è sostituita una semi scheletrica). Riguardo i soldati, bisogna da subito dire che la tanto ambita intelligenza artificiale del 2005 non è stata ulteriormente migliorata ma anzi sembra che si siano fatti dei passi indietro. Le tattiche sono poche e quasi mai è capitato di trovarmi in serie difficoltà durante uno scontro a fuoco, cosa che nel capitolo precedente, succedeva molto spesso. In verità, credo che gli scontri a fuoco si siano semplificati anche per via del fatto che questo Project Origin è uscito in versione multi piattaforma e che dunque si è cercato di tenere un livello di difficoltà medio buono anziché a favore del medio alto per facilitare anche le persone meno avvezze a questo genere di giochi.
Non dico che non ci saranno sezioni in cui sputare sangue ma sembra che tutto sia stato programmato per addolcire più che per dare una vera e propria sfida al giocatore, almeno per quanto riguarda gli scontri a fuoco con gli altri soldati.
Detto questo, sappiate invece che combattere contro fantasmi e abominii, è sempre complicato e implicato una tattica maggiore rispetto alla controparte umana. Non mancheranno le sezioni in cui le pallottole voleranno da tutte le parti e la frenesia dello scontro si farà largo insieme all’adrenalina che questi ultimi comportano. Muovere il mouse all’impazzata cercando di non farci neanche sfiorare da simili orrori sarà una cosa che ci capiterà molto spesso e vi assicuro che la sensazione di essere accerchiati da entità pericolosissime è una costante, visto anche l’ottimo uso di alcuni effetti che ci faranno mancare la vista per qualche attimo o la perdita di vita costante.
Stesso discorso per quando inizieremo ad incontrare gli abominii, essere mutati geneticamente e mentalmente che hanno anche la capacità di schizzare da una parte all’altra degli schemi e di attaccare con molta furia il malcapitato di turno. Affrontare queste bestie con scarse munizioni o in situazioni di buio (attenti dunque ai rumori), è una sensazione da panico totale. Nota d’onore per un nemico che ha la capacità di resuscitare i morti, bellissimo l’effetto che riporta in vita i cadaveri e anche qui ci sarà pane per i vostri denti e non mancheranno i momenti di enfasi assoluta.
Sempre riguardo gli scontri, doveroso menzionare l’ormai abusato bullet time, in alcune situazioni sarà anche troppo facile massacrare senza pietà i nemici, schivando le pallottole e smembrandoli in modalità ravvicinata con il fucile a pompa. La situazione cambia leggermente in scontri con quattro o cinque unità in più ma neanche più di tanto visto che saper usare saggiamente il potere, include anche una ricarica dello stesso abbastanza veloce. Nota assoluta di demerito è l’impossibilità di sbirciare da dietro i muri e una cosa del genere in un fps non può proprio mancare.
Per quanto riguarda le situazioni di orrore, anche qui dividerei il gioco in due frangenti.
Da una parte ci sono le solite visioni che attanagliano il giocatore, Alma ha mantenuto il suo stile e ci costringerà a vedere scene al limite dello splatter e molto forti. Dall’altra, le situazioni proposte non sono da paura ma più che altro tendenti alla tensione…ascoltare ogni minimo rumore in alcune situazioni di buio è mille volte più coinvolgente che non vedere l’ennesimo fantasma o abominio che sbuca da un posto in cui punteremo quasi subito la canna del fucile. Comunque non ci sono scene da deboli di cuore, lo dico subito e questo particolare mi ha lasciato alquanto deluso, visto che mi aspettavo veramente qualcosa di altamente pauroso ma alla fine il genere è un fps e non un survival horror.
DEVASTAZIONE DA MECH
Gli spazi aperti sono ben resi e anche se ci si trova nel sempre presente canalone invisibile, la città distrutta rende particolarmente l’essenza del titolo.
Per quanto riguarda gli interni, dopo qualche ora risulteranno ripetitivi ma non sempre questo è un male, anche perché la longevità del gioco non vincerà sicuramente un oscar per la manciata di ore che ci vorranno per finire il titolo. Si ha comunque fra le mani un gioco che mescola sapientemente gli scenari anche se non sempre originali come scenografie.
La grafica, le animazioni e gli effetti, rimangono tutti su un livello qualitativo molto alto.
Il motore grafico usato è il famoso Lithtech che Monolith continua a usare per ogni suo lavoro, correttamente più pompato e meglio gestito di gioco in gioco ma che in verità non fa sicuramente gridare al miracolo, anche se le cose che deve muovere le riesce a gestire più che bene e anche dal punto di vista di richieste hardware non ci si può proprio lamentare. Piccola nota dolente per alcune sezioni in cui ho visto qualche collisione fra poligoni e interi pezzi di soldato morto sparire dentro ai muri ma sono errori che dovreste notare solamente se andrete a cercare il pelo nell’uovo, altrimenti passerete oltre senza accorgervene.
CONCLUSIONI
Con la votazione mi permetto di dare due parametri differenti.
Votazione finale: 75/100 – per chi si aspettava un ulteriore miglioramento dal primo capitolo, la delusione potrebbe essere scottante ma il gioco si attesta comunque sopra la media del genere.
Votazione finale: 80/100 – voto diverso per chi non ha avuto modo di giocare il primo capitolo e che comunque non può fare a meno di situazioni che mescolano l’azione con atmosfere horror e che si accontentano degli fps dal gameplay più classico.
Requisiti di sistema
CPU core 2 duo da 3GHz
RAM 2GB
SCHEDA VIDEO da 512MB
HD 10 GB