Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
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Hyper Front è uno shooter tattico 5-contro-5 sviluppato da NetEase e pubblicato per piattaforme mobile nel gennaio di quest’anno. Oltre a ciò è anche un clone di Valorant, o almeno questa è l’accusa mossa da Riot Games, che ha sporto multiple denunce nei confronti della holding cinese. Le cause sono state depositate presso le corti di giustizia di vari paesi: Regno Unito, Germania, Brasile e Singapore, e denunciano similitudini imbarazzanti tra i due giochi in quanto a design dei personaggi, mappe delle arene, set di armi e skin delle stesse.
Come ha spiegato a Polygon l’avvocato di Riot Games Dan Nabel, il concept stesso dei due giochi è sostanzialmente identico: uno shooter a squadre multigiocatore 5-vs-5 free-to-play, e fin qui potrebbe anche essere tollerabile (altrimenti qualsiasi sviluppatore di MOBA potrebbe intentarsi causa a vicenda). L’accusa di Riot è però più specifica, poiché sostiene che l’operazione di copia sia avvenuta in modo pedissequo per quasi ogni elemento di gioco, dalle skin degli oggetti alle pose dei personaggi.
Tutte le nostre scelte creative sono state copiate nel gioco di NetEase. Non crediamo che limitarsi a cambiare il colore di un’abilità di un personaggio o modificarne leggermente l’aspetto estetico possa esimerci dal ritenerla una violazione di copyright. Come dice il proverbio, “puoi mettere un rossetto ad un maiale, ma rimane sempre un maiale”.
Dan Nabel intervistato da Nicole Carpenter per Polygon – 8 dicembre 2022
La richiesta di Riot, presso ogni paese in cui ha intentato causa, è la medesima: la rimozione di Hyper Front dagli store Android e un risarcimento economico di entità non divulgata. Per il momento NetEase non ha commentato la vicenda.
Ogniqualvolta le istituzioni mostrano di interessarsi all’industria videoludica, in termini di sostegno finanziario o di supporto all’educazione, vale la pena segnalarlo. In questo caso va lodata l’iniziativa di IIDEA di aver tradotto in italiano il corso online Games in Schools, finanziato dalla Commissione Europea nel 2019, facente parte di un progetto di integrazione del medium videoludico nelle scuole per favorire i processi di apprendimento degli studenti ed introdurli in modo sano e supervisionato all’utilizzo del medium in questione.
Mettendo a disposizione un manuale per gli insegnanti e una guida rapida per imparare con i videogiochi, IIDEA vuole favorire anche nelle scuole del nostro paese l’introduzione del videogioco come strumento educativo, fornendo utili consigli su quali giochi utilizzare a seconda della disciplina e dello scopo che di volta in volta il corpo docente si prefigge di raggiungere. Ovviamente l’utilizzo dei videogiochi nelle scuole, per quanto sparuto, non è una novità assoluta in Italia (personalmente ricordo con estremo piacere varie sessioni di gioco in classe a Missione Van Gogh, all’epoca della mia scuola elementare: era il 1998!), ma ancora mancava un documento orientativo che fosse di supporto agli insegnanti nel programmare attività di questo tipo, soprattutto se poco familiari con il medium in questione.
Ben vengano iniziative di questo tipo, speriamo siano sempre di più! Nel nostro paese inizia a investire sulla formazione anche Intel, che lancia il programma Skills for Innovation, una collaborazione con 5 istituti tecnici nostrani (ma speriamo aumentino in futuro) atta a fornire agli studenti competenze tecniche in materia informatica e maggiore consapevolezza circa le moderne tecnologie e le loro possibili applicazioni, oltre a fornire moduli di apprendimento ad hoc per il corpo docente e supporto per la realizzazione di un laboratorio tecnologico provvisto di postazioni PC di fascia alta e visori VR. Maggiori informazioni sul sito del programma.
Microsoft sta facendo di tutto per cercare di ingentilire le posizioni delle autorità americane in merito ai sospetti di sue mire monopolistiche nel mercato dei videogiochi. Il tentativo di acquisire Activision Blizzard si sta infrangendo contro un muro di indagini approfondite tanto in Europa, dove l’operazione è al vaglio di Commissione Europea ed ente di vigilanza del Regno Unito, quanto in USA, dove la Federal trade Commission ci è andata giù dura, facendo causa alla compagnia di Redmond.
Microsoft prova a correre ai ripari: dopo aver garantito, nelle scorse settimane, la permanenza dell’IP Call of Duty sulle piattaforme della concorrenza per i prossimi 10 anni, ora la compagnia ha detto a Sony di essere disponibile a consentirne l’approdo anche sul PS Plus, il servizio in abbonamento che, tra le altre cose, consente anche lo streaming di un catalogo di titoli PlayStation su PC e console. In questo modo, CoD non sarebbe prerogativa del solo Game Pass, il che eviterebbe a Microsoft di essere in una situazione di netto vantaggio. Tuttavia pare che l’FTC non abbia nemmeno voluto starli a sentire, almeno a detta di un piccato Phil Spencer, che se ne è lamentato durante una riunione con gli investitori, secondo quanto riportato da Bloomberg.
D’altra parte non è detto che la causa intentata dall’FTC si risolva in favore di quest’ultima, dato che la Commissione dovrebbe convincere il tribunale che l’acquisizione in atto porterebbe alla creazione di un regime di monopolio retto da Microsoft… una circostanza difficile da dimostrare. La mia sensazione è che i giudici stabiliranno una qualche posizione di compromesso, delimitando confini ben precisi alla libertà d’azione di Microsoft, specialmente riguardo alle IP maggiori coinvolte.
Un paio di settimane fa riportavo la stesura di un disegno di legge australiano contro le loot box, ultimo di una lunga serie di provvedimenti che vari stati nel mondo stanno discutendo e/o mettendo in atto per tentare di regolamentare questa particolare meccanica del videogioco contemporaneo. Gamesindustry ha realizzato un utilissimo recap della legislazione vigente (o in corso di dibattimento) dall’Europa all’America, che permette di capire chi si stia muovendo in questo senso e come, nonché quali sono le prospettive per l’immediato futuro del settore.
In Europa sono i pesi nordici ad essere particolarmente attivi: l’Olanda ha dapprima intentato una causa contro EA, sostenendo che le loot box di FIFA fossero equiparabili al gioco d’azzardo, ma il giudice ha dato ragione alla software house. Per tutta risposta il parlamento dei Paesi Bassi ha preposto una mozione per vietare tout-court la presenza di loot box nei videogiochi venduti nel paese. In Belgio una Commissione istituita ah doc per indagare il problema ha stabilito l’illegalità delle loot box in quanto equiparabili al gioco d’azzardo, il che renderebbe necessario l’acquisto di un a licenza apposita da parte degli sviluppatori, che hanno dismesso in massa le loot box dai propri giochi… ma non del tutto, infatti la norma è facilmente aggirabile con l’utilizzo di VPN, ed inoltre il Ministero della Giustizia ha ammesso di non avere le risorse sufficienti per censire a tappeto tutti i videogiochi venduti nel paese in cerca di eventuali trasgressioni. In Germania non esiste legislazione specifica, ma almeno a livello di classificazione l’ente USK (sorta di PEGI nazionale) ha deciso di indicare la presenza di loot box e altri elementi online nel sistema di rating per fasce d’età.
Più conciliante la posizione del Regno Unito, che non vieta le loot box di per sé, ma ha intimato agli sviluppatori di auto-regolamentarsi istituendo meccanismi efficaci per prevenire il loro utilizzo da parte di videogiocatori minorenni, oltre che fornendo informazioni precise sul loro funzionamento. Nel frattempo, la Finlandia sta pensando di riscrivere la legge sul gioco d’azzardo per farvi rientrare le loot box, mentre la Spagna vorrebbe redigerne una apposita che ne dia una definizione ad hoc. Negli USA solo l’Illinois ha promosso un timido tentativo di legislazione, proponendo l’obbligo di applicazione di un disclaimer sui rischi derivanti dalla meccanica delle loot box nei giochi che ne fanno ricorso, mentre in Asia sono diversi i paesi, tra cui Cina e Taiwan, ad aver imposto l’obbligo di dichiarare le percentuali di pescaggio dei premi contenuti nelle loot box.
Personalmente il primo esempio di questo tipo che mi è capitato di vedere è nella recente iterazione del TCG Pokémon Live, all’interno del quale possiamo conoscere le percentuali di rarità delle carte presenti all’interno di ogni busta di espansione che decidiamo di spacchettare. Immagino che ciò implichi l’adeguamento degli sviluppatori giapponesi al medesimo standard di quelli cinesi e taiwanesi.
Lara Croft tornerà. Certo, nessuno aveva dubbi sul fatto che, prima o poi, sarebbe stato annunciato lo sviluppo di un nuovo titolo della serie Tomb Raider, pietra miliare degli action adventure che ha come protagonista una delle icone videoludiche più conosciute anche al di fuori del medium di riferimento. Ora è arrivata la conferma ufficiale: Crystal Dynamics è al lavoro su un nuovo episodio, sviluppato assieme ad Amazon Games. A darne l’annuncio è Embracer Group, proprietaria dello studio, che nel comunicato stampa specifica che si tratterà di un gioco multipiattaforma e sarà una produzione dal budget importante, parte di un più ampio programma di partnership che la holding sta intraprendendo nell’ottica di un piano pluriennale di progetti AAA:
…era nostra intenzione coinvolgere un partner che condividesse l’ambizione e la visione di Crystal Dynamics circa la serie Tomb Raider, e che permettesse allo studio di continuare a creare nuovi titoli AAA della serie. (…) Il gruppo sta lavorando a siglare accordi con importanti partner industriali per lo sviluppo di giochi ad alto budget di qui i prossimi 6 anni. L’accordo annunciato oggi è uno di questi.
Lars Wingefors, comunicato stampa di Embracer Group – 15 dicembre 2022
In questo contesto acquista un significato più chiaro la dismissione dello studio Onoma (ex Square Enix Montréal), di cui vi ho dato conto poche settimane fa: si sapeva che buona parte dello staff sarebbe stato riallocato su altri progetti, nell’ottica di una concentrazione di risorse su progetti maggiori a discapito di titoli mobile, per i quali Embracer ha alcune divisioni ad hoc che se ne occupano specificatamente. Personalmente, inoltre, considero scontata la natura transmediale dell’operazione: Tomb Raider è già un franchise spalmato su tanti media, e l’incursione di Amazon Games non fa che rendere quasi certa una traduzione dell’IP anche in senso cinematografico o seriale, oltre che meramente videoludico.
Alla fine Epic rischia di spuntarla al 91°. Dopo aver perso la causa contro Apple, era riuscita ad ottenere solamente che questa abolisse le sue pratiche anti-steering, aprendo alla possibilità che gli sviluppatori potessero promuovere, all’interno delle proprie app, metodi di pagamento alternativi all’App Store, aggirando così le revenues dovute alla casa di Cupertino, fissate al 30%. Ovviamente però Apple è ricorsa in appello su questo punto, e ci si aspetta che il tribunale non arriverà a prendere decisioni definitive in questo senso prima di qualche anno.
Ora però, stando a Bloomberg, pare che Apple sarà costretta a cedere alle nuove regolamentazioni che l’Unione Europea sta mettendo a punto in materia di libera concorrenza, che ricadono sotto il nome di Digital Markets Act, di cui si prevede l’entrata in vigore a partire dal 2024. Per adeguarsi a queste nuove diposizioni, la mela morsicata starebbe lavorando all’implementazione di store si terze parti nei propri dispositivi mobili, a partire dalla prossima versione di iOS. Se così fosse ci sarebbero conseguenze notevoli nel mercato mobile, non solo per l’industria del gaming. Attendiamo di capire la fondatezza di questo report prima di esultare.
Ecco perché Henry Cavill ha dismesso il suo ruolo di The Witcher! Ecco perché ha detto no persino a quello di Superman! Perché da ora in poi sarà Mr. Warhammer!
Ok non so se sia questa la ragione, sebbene sia assolutamente lecito pensarlo: con un post sul suo profilo Instagram, l’attore ha annunciato al mondo – oltre al fatto di essere un nerd – di aver accettato il ruolo di direttore creativo del futuro Warhammer Cinematic Universe! L’operazione sarà condotta in partnership con Vertigo Entertainment (casa di produzione nota per i suoi film horror tra cui gli adattamenti americani The Ring e The Grudge) e con il supporto di Amazon. Oltre a dirsi soddisfatto per la libertà creativa che gli sarà concessa, Cavill rassicura i fan sul fatto che si impegnerà al massimo per realizzare degli adattamenti audiovisivi che non tradiscano lo spirito del franchise e le aspettative della fanbase. Il primo passo sarà l’ingaggio del team creativo, ovvero sceneggiatore e regista. Scegli bene, Henry!
E’ stato raccontato varie volte – persino da lui stesso – quanto Hideo Kojima sia appassionato di cinema, tanto che molti lo considerano un “regista mancato” (personalmente sono molto contento della sua carriera di game designer). Eppure quel sogno nel cassetto è sempre stato evidente nei suoi lavori, sublimato in scene di intermezzo che fanno sfoggio di un roboante estro registico, basti pensare ai lunghissimi piani-sequenza di The Phantom Pain. Ora Kojima-san compie un ulteriore passo verso la convergenza mediale: ha infatti annunciato che Death Stranding sarà protagonista di un adattamento cinematografico, realizzato assieme alla casa di produzione di Hammerstone Studios, che lo finanzierà interamente (mentre la produzione esecutiva sarà realizzata in tandem).
Secondo l’articolo di Deadline, il film non sarà un pedissequo adattamento della trama del primo gioco (tantomeno del secondo), bensì ne espanderà l’universo narrativo presentando una storia e dei personaggi inediti. Il produttore di Hammerstone Studio Alex Lebovici, ha sottolineato quest aspetto:
A differenza di altri adattamenti di giochi AAA, questo sarà un prodotto più intimo e concreto. Il nostro obiettivo è ridefinire il significato di adattamento videoludico, avendo a disposizione la più totale libertà creativa ed artistica. Questo film sarà una produzione autenticamente “alla Hideo Kojima”.
Alex Lebovici citato da Matt Grobar per Deadline – 15 dicembre 2022
Flash news su trailer e annunci della settimana (tantissime a questo giro!):
Dopo le grandi produzioni delle ultime settimane, sul fronte recensioni tornano gli indie: Gaia Tornitore ha dato sfogo alle proprie idiosincrasie con Melatonin, un rhythm game all’insegna del lo-fi con cu non poteva che andare a nozze.
Pietro Falzone invece si è cimentato nella prova di Blacktail, opera prima del team polacco The Parasight che, al di là di qualche sbavatura, lo ha a dir poco stupito in positivo.
Nel caso aveste voglia di provare il brivido della velocità, potete dare un’occhiata alla recensione di Need for Speed Unbound ad opera del caporedattore galattico Graziano Salini, un riuscito capitolo che porta lustro ad una già illustre serie di racing games.
Ogni tanto ci concediamo anche la prova di giochi da tavolo: a questo giro Diego del Buono si è cimentato nella prova di Fort, un deckbuilder che dietro l’aria scanzonata nasconde un’appassionante anima strategica.
“Porca Vacca!” è la reazione di Alessandro Colantonio suscitata dalla prova di Porca Vacca!, un gioco di carte che ce la mette tutta per farvi scompisciare… e a quanto pare ci riesce!
La sezione guide si arricchisce di un utile vademecum ai Desideri e al pity System di Genshin Impact, redatta dall’impareggiabile Gaia Tornitore, che vi consiglia anche i personaggi migliori e cove sbloccarli, oltre a darvi qualche dritta su come creare il team perfetto per iniziare a giocare. Infine, ha anche aggiornato la lista dei nuovi codici per le Primogemme gratis e scritto una guida al multiplayer!
Si finisce, come sempre, con le rubriche: il nostro indagatore dell’incubo Demetrio Scira si è inabissato nella perturbante lore di Scorn, analizzandone immagini e significati dei tormenti.
Luigi Cianciulli, il nostro esperto di giochi mobile, in queste settimane si è innamorato di Vampire Survivors, e ha dedicato al gioco una perorazione: innamoratevene anche voi!
Infine, se siete incerti su che cosa recuperare del vostro backlog durante il Natale, rivolgetevi a Domenico Ascione! Egli vi consiglierà i 7 videogiochi lunghi da recuperare durante le feste.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 51.
This post was published on 18 Dicembre 2022 10:00
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