Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
Ogni domenica alle 11.00 commentiamo il #Gamersdigest sul canale Twitch di Player.it! Passate a trovarci!
In settimana si è svolto il Dragon Age Day 2022, giornata di celebrazione del franchise concepita inizialmente dalla comunità di fan ed in seguito adottata ufficialmente da Bioware come occasione per annunciare novità ed aggiornamenti su una delle saghe RPG di maggior successo della storia dei videogiochi.
Sulla pagina dedicata all’evento trovate un riassunto delle novità che lo sviluppatore ha dato in pasto al pubblico: ci sono sostanzialmente un paio di annunci importanti. Innanzitutto va segnalata come l’ennesima operazione di adattamento audiovisivo ad opera di Netflix – che ha in produzione una serie animata in 6 puntate basata sul gioco, intitolata Dragon Age: Absolution – sia in dirittura d’arrivo, tanto che quando leggerete queste righe sarà già disponibile sulla piattaforma (l’uscita è infatti prevista per il 9 dicembre). Nel caso ve lo foste persi qualche settimana fa, qui potete visionare il trailer ufficiale. Bioware è rimasta particolarmente abbottonata circa la narrativa della serie, che rimane avvolta nel mistero, eccetto che per le informazioni contenute nello stesso trailer, che vede un gruppo di avventurieri ingaggiati per rubare un potente artefatto magico.
L’aggiornamento più interessante riguarda ovviamente il nuovo capitolo videoludico della saga, Dragon Age: Dreadwolf. Bioware ha annunciato che il titolo ha raggiunto la fase alpha ad ottobre, dunque è già giocabile dall’inizio alla fine, ora inizia il lungo lavoro di completamento, pulizia ed ottimizzazione che richiederà una quantità di tempo ancora non dichiarata. Il gioco infatti non ha attualmente una data di uscita ipotizzata, nemmeno una finestra di lancio. Anche il materiale ufficiale pubblicato finora è risicatissimo, tuttavia per questa giornata di festa Bioware si è concesso il reveal di una scena di intermezzo che sarà presente nel gioco, realizzato con il con la consueta tecnica animata che da sempre contraddistingue la serie.
La cinematica è incentrata su Solas, personaggio chiave dell’ultimo Dragon Age: Inquisition, che a quanto pare ricoprirà un ruolo fondamentale anche nel prossimo titolo: sarà mica il main villain del gioco!
Quando ho letto di Keywords Studios ho faticato a rintracciare nella memoria qualche scampolo di informazione su questa società, di cui ricordavo giusto il nome. Poi mi è venuto in mente di conoscerla come azienda specializzata nella localizzazione. In realtà questo è solo uno dei numerosi servizi offerti dalla compagnia irlandese (fondata da Giorgio Guastalla e Teresa Luppino, entrambi di evidenti origini italiane) che oggi vanta 70 uffici in 23 paesi e fornisce supporto agli sviluppatori tramite publishing, QA, co-developing ed altro.
Pare di capire che dal punto di vista dello sviluppo Keywords sia interessata ad aumentare le proprie risorse interne, dato che nell’ultimo anno ha acquisito 3 studi: Smoking Gun Interactive (specializzato in giochi mobile), Migthy Games (che oltre a giochi sviluppa sistemi AI-based per testare i codici di gioco) e Forgotten Empires (che ha curato le riedizioni dei primi tre Age of Empires e di Age of Mithology), che vanno ad aggiungersi ai 15 già posseduti. Alla slide 31 di questa presentazione potete leggere l’elenco completo.
Non ancora soddisfatta, in settimana Keyword ha aperto un nuovo ufficio in Romania ed ha scucito ben 75 milioni di dollari per acquisire Helpshift, un tool AI-based di supporto clienti. A quanto capisco è una sorta di bot che dovrebbe sostituire gli esseri umani in alcune operazioni di assistenza alla clientela (spero sia meglio della chatbot di un servizio di spedizioni a cui mi sono dovuto rivolgere qualche giorno fa, la cui comprensione dell’italiano era pari a zero e di cui non farò il nome per decenza).
Panda Global ha licenziato il suo CEO Alan Bunney. Che però rientra dalla finestra, dato che è il proprietario della compagnia…
Non sapete cosa sia Panda Global? Male, significa che non avete letto il #GamersDigest di settimana scorsa, in cui vi ho riportato della diatriba in corso tra Nintendo e gli organizzatori di Smash World Tour, torneo non ufficiale di Super Smash Bros. Ultimate organizzato dalla comunità di fan, che quest’anno non si terrà perché, a detta degli organizzatori, Panda ha messo loro i bastoni tra le ruote.
Perché l’avrebbe fatto? Perché Panda Global organizza il torneo ufficiale di Smash, dunque avrebbe voluto assicurarsi di non perdere pubblico e/o introiti minando la realizzazione del torneo “concorrente”. Come avrebbe fatto? Semplicemente mettendo in giro la voce che Nintendo fosse intenzionata a non far svolgere lo Smash World Tour quest’anno, facendo di fatto desistere gli sponsor dal finanziarlo. Ora i provvedimenti presi dal Consiglio di Amministrazione ad Interim sembrano andare nella direzione di un’ammissione di colpa e di tentativo di ripulirsi la reputazione, anche se rimane il nodo misterioso delle identità dei membri di questo Consiglio, che non sono state divulgate “per ragioni di sicurezza”, come si legge nel comunicato pubblicato dall’account Twitter dell’azienda:
Quali fantomatici rischi possano correre questi imprenditori, non è dato saperlo. In ogni caso Panda delinea le due azioni principali che il Consiglio intraprenderà: facilitare l’uscita dalla compagnia da parte di tutti coloro che ne faranno richiesta; e posporre la finale della Panda Cup (rimborsando tutti coloro che si erano già iscritti), verso cui la comunità di Smash in quest giorni ha promosso il boicottaggio in solidarietà con gli organizzatori dell’abortito SWT. Insomma, Nintendo è passata nel giro di una settimana dall’avere 2 tornei mondiali basati su Smash Bros a non averne alcuno. Un risultato che non era facile ottenere!
Si sta costituendo un nuovo sindacato all’interno di Activision Blizzard. Dopo Raven Software, il cui reparto QA ha annunciato di aver votato a favore della nascita della Union in primavera (con vergognose ritorsioni da parte dell’azienda), ora è la volta del reparto QA di Blizzard Albany, la cui votazione per la sindacalizzazione ha dato un risultato di 14 a favore 1 contrario. Ora la neonata Union avvierà il processo di negoziazione del contratto con la compagnia, la qual cosa necessiterà presumibilmente dimolti mesi di lavoro (Raven ha ancora non ha concluso le sue).
Ma anche in casa Microsoft le cose si stanno muovendo, ed è roba grossa: ci sono ben 300 dipendenti di Zenimax, tutti del reparto QA, intenzionati a costituirsi come gruppo sindacale, cosa che dovrà essere ratificata da una votazione prevista il mese prossimo. Se l’esito sarà favorevole, la Union di Zenimax sarà la più grossa dell’intero settore dei lavoratori del gaming. Da parte sua, Microsoft ha assicurato che non ostacolerà in alcun modo la sua eventuale costituzione, invitando anche i dirigenti Zenimax ad essere indulgenti. La notizia della costituzione in atto è stata data dagli stessi lavoratori tramite l’account Twitter ZeniMax Workers United, e la notizia è stata rimbalzata dal New York Times.
L’anno prossimo i giochi first-party di Microsoft costeranno di più. L’azienda di Redmond ha confermato l’aumento di prezzo da 60 a 70 dollari, il che automaticamente dovrebbe tradursi in un rincaro di 10 euro dalle nostre parti. Tra i primi titoli coinvolti da questa ritocchino saranno Starfield, Redfall e Forza Motorsport, secondo IGN che per primo ha dato la notizia. Non che fosse inaspettato, poiché qualche mese fa Phil Spencer aveva ventilato la possibilità di un rialzo dei prezzi, reso inevitabile dalle contingenze internazionali che hanno portato l’inflazione a livelli inconsueti, e i costi di sviluppo in costante crescita specie per quanto riguarda le produzioni AAA. Se non altro, i titoli in questione continueranno ad essere disponibili al day one anche su Game Pass.
Non ho idea di come si possa essere arrestati due volte nell’arco di poche settimane, ma questo è ciò che sarebbe accaduto a Yuji Naka, stando ad un report del quotidiano giapponese Asahi Shimbun. Già messo agli arresti per insider trading assieme ad un altro dipendente di Square Enix, con il quale avrebbe investito nello studio di sviluppo Aiming prima che fosse pubblicamente annunciato il gioco Dragon Quest Tact, il creatore di Sonic Yuji Naka ora è finito in manette una seconda volta con lo stesso capo d’imputazione, stavolta riguardante l’acquisto di azioni di ATeam Entertainment, developer di Final Fantasy VII The First Soldier, prima che tale lavoro fosse annunciato pubblicamente.
Naka avrebbe quindi sfruttato la propria posizione di dipendente di Square Enix (per la quale ha sviluppato il disastroso Balan Wonderworld) per accedere ad informazioni riservate riguardanti i piani di sviluppo di questi giochi, e ne avrebbe approfittato per acquistare azioni dei team incaricati dello sviluppo prevedendo un rialzo delle loro quotazioni in borsa non appena tali informazioni sarebbero state rese di pubblico dominio. Square Enix non è entrata nel merito dei comportamenti del suo dipendente, dichiarando genericamente di essere pienamente disponibile a collaborare con le autorità per far luce sulla vicenda.
Tempo di razionalizzazioni in casa CD Projekt: Spokko, lo studio interno dedito ai giochi mobile e autore di The Witcher Monster Slayer, sarà dismesso il prossimo anno, e i suoi dipendenti verranno in parte riallocati nello studio principale CD Projekt Red e in parte licenziati. Il titolo mobile infatti non ha raggiunto gli obiettivi di ricavo fissati dalla compagnia, secondo quanto dichiarato dallo stesso team in un comunicato ufficiale, secondo cui il gioco sarà dismesso completamente il prossimo 30 giugno 2023.
Non è l’unica razionalizzazione interna operata da CDP, che ha già annunciato la dissoluzione del team di GWENT, il gioco di carte digitale spin-off della serie The Witcher. Il gioco non verrà chiuso completamente, ma ne verrà cessato il continuo aggiornamento, mantenendo giusto un pugno di dipendenti dedicati al suo mantenimento tecnico e aprendo la possibilità di modifiche e miglioramento del bilanciamento della carte alla comunità dei giocatori, secondi metodologie ancora tutte da capire. Quel che è certo è che non ci saranno ulteriori aggiornamenti del gioco, a partire dal rilascio di nuove carte.
Tutte queste operazioni sembrano orientate alla concertazione della propria forza lavoro sui numerosi progetti di grandi dimensioni annunciati di recente dalla compagnia polacca, che ha in programma diversi tripla A pianificati da qui ai prossimi anni, dalla nuova saga di The Witcher al remake del primo titolo della trilogia, fino al prossimo gioco del franchise Cyberpunk. Teoricamente dovremmo essere contenti di queste mosse perché fanno ben sperare sul fatto che lo studio possa aver imparato la lezione appresa dal terribile lavoro compiuto proprio su Cyberpunk 2077, gioco dallo sviluppo a dir poco rushato che fu pubblicato in uno stato tecnico pietoso. L’episodio che macchiò in modo indelebile la reputazione di uno studio fino a quel momento adorato dai propri utenti e vezzeggiato dalla stampa specializzata. Speriamo siano scelte sufficienti ad evitare nuovi scivoloni.
Nuova puntata nella telenovela dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, con quest’ultima che annuncia di aver garantito il rilascio dell’IP Call of Duty sulle piattaforme Nintendo per i prossimi 10 anni, qualora l’operazione fosse approvata dagli enti regolatori chiamati ad esprimersi su di essa. Qualche settimana fa si era detta pronto a fare lo stesso sulle piattaforme Sony. Insomma Phil Spencer sta cercando in tutti i modi di ingraziarsi gli organi di vigilanza dimostrandosi pronto ad offrire garanzie di mantenimento di una giusta concorrenza nel mercato videoludico, in particolare riguardo una delle serie più redditizie dello stesso.
Solo che non è bastato alla FTC, che ha annunciato di voler fare causa a Microsoft per bloccare l’acquisizione! La commissione infatti ha valutato negativamente le conseguenze dell’acquisizione nell’ambito del mercato videoludico, giudicandola dannosa per la libera concorrenza. La tesi sarebbe supportata dai precedenti comportamenti assunti da Microsoft in un simile frangente: a seguito dell’acquisizione di ZeniMax, infatti, l’azienda di Redmond ha adottato alcune strategie monopolistiche, ad esempio facendo di Starfield un’esclusiva Xbox, malgrado all’epoca dell’accordo avesse rassicurato mercati e organi di vigilanza del contrario. Se pensiamo ai franchise enormi, sia single che multiplayer, di cui godono le aziende di Activision, Blizzard e King – da World of Warcraft a Call fo Duty, da Diablo a Candy Crush – capiamo bene quanto sia fondata la paura che scelte ostruzionistiche nei confronti della concorrenza possano generare forti squilibri di mercato. Un’altra ragione di dubbio da parte della FTC è la già assoluta dominanza di Microsoft nel segmento cloud gaming, grazie a servizi come Game Pass e Xbox Cloud, un’offerta che nessun competitor è ad oggi in grado di eguagliare, e che a seguito dell’acquisizione aumenterebbe ulteriormente la propria convenienza:
È probabile che l’acquisizione proposta da Microsoft riduca sostanzialmente la concorrenza, o tenda a creare una situazione di monopolio in più segmenti di mercato, poiché darebbe vita ad un’impresa conglomerata, dotata di ancora maggiore incentivo ad utilizzare la proprietà delle IP Activision per a detrimento dei concorrenti di Microsoft. La proposta di acquisizione potrebbe inoltre accelerare una tendenza già in atto: quella verso l’integrazione verticale e il consolidamento del mercato videoludico, alzando in tal modo la barriere d’ingresso nel settore da parte di nuove aziende.
FTC, Microsoft/Activision: Administrative Part 3 Complaint (Public) – 8 dicembre 2022
Più sotto lo stesso documento sintetizza i punti salienti temuti dalla FTC:
Per tutte queste ragioni la Commissione ha giudicato, con 3 voti su 4, che l’acquisizione in questione violino i principi di libera concorrenza descritti nella Sezione 5 del FTC Act. Non resta quindi che attendere le mosse della giustizia americana, per capire quando e dove sarà imbastito il processo: il suo esito, in un senso o nell’altro, determinerà il futuro dell’industria videoludica di qui a molti anni.
Forse ci avrete fatto caso, questa settimana si è tenuta la consueta cerimonia dei The Game Awards. Optando per un formato più contenuto e pregno, lo show di Geoff Keighley si è contraddistinto per la quantità di annunci di primo piano, che lo hanno reso di buon diritto uno degli eventi più succosi dell’anno. Di seguito tutti i premi conferiti e a seguire gli annunci.
Ove presente, il link riporta alla nostra recensione:
Presentati nell’ordine cronologico di comparsa all’interno dello show:
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Il fronte recensioni vede ai posti di combattimento una brigata agguerrita: Alessandra Borgonovo ci dice la sua su Paper Cut Mansion, un’avventura roguelite in un mondo di carta. Non ancora soddisfatta, Alessandra si è lanciata anche nella prova dell’action platform Trifox, che l’ha riportata per un breve momento al gaming spensierato degli anni ’90.
Pasquale Monniello invece si cimenta con il remake grafico di Dwarf Fortress, uno dei più seminali (e famigerati) colony sim mai creati che rappresenta ancora un caposaldo imprescindibile del genere.
A proposito di riedizioni, Michele Giannini ha spolpato Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion, per verficiare se il classico PSP tenga ancora botta in questa versione che ambisce ad essere “più di una semplice Remastered”.
Pietro Falzone ha invece vissuto l’esperienza di Somerville, un’avventura indie dotata di forte fascino visivo, ma che ha più di un elemento da limare.
Continuano ad aggiornarsi le guide di Pokémon Scarlatto e Violetto: Alessandro Colantonio vi elenca tutti i codici download del Dono Segreto.
Infine vi proponiamo rubriche per tutti i gusti: Michele Longobardi approfondisce la lore di Resident Evil e The Last of Us: due modi differenti di raccontare un’infezione.
Per #Seimesidopo, la rubrica che analizza la qualità e la tenuta di un gioco sul lungo periodo, Maria Enrica Vallucci riflette sull’impatto di Elden Ring nella scena videoludica attuale per capire se valga effettivamente la pena di cimentarsi nella brutale esperienza proposta da FromSoftware.
Direttamente da un centro di recupero, la nostra sventurata Enrica De Mauro ci parla della malattia che la affligge: l’insoddisfazione da film videoludici.
Pasquale Monniello lancia un appello: Per favore smettiamola di dare generi a caso ai giochi. Pasquale, dimmi dove devo firmare grazie!
Dopo una lunga assenza esce una nuova puntata di Momenti BG del nostro mitico Nicholas Sacco alias l’Astropate.
Michele Longobardi è rimasto colpito dalla vittoria di God of War Ragnarok ai TGA per Miglior Narrativa, ed ha affidato alle nostre pagine una sua particolare riflessione.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prosima con il #Gamersdigest 50.
This post was published on 11 Dicembre 2022 10:00
I messaggi vocali di Whatsapp non sono affatto così sicuri e innocui come credi, anzi:…
Alla fiera giapponese abbiamo provato con mano l'attesissimo soulslike di S-GAME, che punta a divenire…
Un altro enorme traguardo per Pokémon: la nuova app dedicata ai mostriciattoli tascabili ha raggiunto…
Se hai una delle macchine che ormai sono state categorizzate come problematiche potresti non ricevere…
Per i buoni fruttiferi arrivano delle novità molto importanti da parte di Poste Italiane in…
Rockstar ha svelato diversi piani per il 2025 tra cui un aggiornamento tanto richiesto per…