Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
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E’ stata ufficialmente presentato nel parlamento australiano il disegno di legge che mira a modificare la normativa vigente sull’introduzione delle loot box nei videogiochi. Il testo della legge a firma del deputato Andrew Wilkie – che potete leggere qui – mira a tutelare i videogiocatori, specie se minorenni, dal rischio di sperperare grandi quantità di denaro più o meno consapevolmente in meccanismi ludici spesso equiparabili al gioco d’azzardo. Per fare ciò la logica delle legge è pragmatica: anziché prevedere un sistema di sanzioni, si limita ad agire sul sistema di classificazione dei giochi, proponendo di assegnare automaticamente un rating +18 a qualsiasi videogioco che implementi tali meccaniche, o in alternativa non assegnarlo affatto. In entrambi i casi, infatti, la legge australiana proibirebbe di conseguenza la vendita a minorenni.
Come detto, il disegno di legge è stato appena presentato al parlamento, dove potrà essere suscettibile di emendamenti. Dopodiché, in caso di approvazione, dovrà passare in Senato per la seconda lettura e solo successivamente potrà essere ufficializzata. La strada insomma è ancora lunga, ma ogni passo compiuto dai governi in direzione di una maggior tutela dei consumatori dovrebbe essere accolto positivamente, anche in ambito videoludico.
Qualche settimana fa vi ho dato conto della nascita di Nintendo Pictures, la nuova divisione dell’azienda giapponese dedicata agli adattamenti audiovisivi delle proprie IP. Nella sua fase embrionale Nintendo Pictures ha profuso i suoi sforzi nella realizzazione di Super Mario Bros. – Il film, del quale in settimana è stato diffuso il secondo trailer ufficiale e che ormai è in dirittura d’arrivo (l’uscita italiana è prevista per il 6 aprile 2023). Ma la divisione sta già guardando avanti, con numerosi progetti in cantiere relativi a prodotti di animazione. Sebbene non siano stati annunciati progetti specifici, un tweet ufficiale comunica l’apertura delle assunzioni in vari ambiti di progettazione e produzione di contenuti animati di futura realizzazione.
Spulciando il sito ufficiale della compagnia si nota che la grande N sia alla ricerca tanto di personale fisso quanto di freelance, nei campi più disparati: si va dalla figura del direttore di produzione a quella di specialista in computer graphic, dal creatore di storyboard al production manager. Le assunzioni hanno come luogo di lavoro Tokyo, questo non si applica ovviamente per i freelance, per i quali è però richiesto un attestato N1 di lingua giapponese. Se siete tra i fortunati che rispettano i requisiti, potete spulciare qui le posizioni aperte.
Ormai gli MMO dilagano, le aziende che sviluppano titoli con funzioni online si moltiplicano ed il bacino di utenza non fa che allargarsi. Inevitabilmente sistemi così complessi richiedono infrastrutture sempre più complesse e qualche occasionale problema può sempre presentarsi. Nell’ultima settimana in particolare hanno avuto di che lamentarsi due community particolarmente numerose, ovvero quelle di Among Us e Pokémon.
La versione PC di Among Us è afflitta da un misterioso bug che restituisce a molti giocatori una schermata completamente nera all’avvio dell’applicazione, eccetto che per la presenza del logo di InnerSloth (developer del gioco). Il problema ha iniziato a presentarsi randomicamente a diversi utenti di Steam già da ottobre e, come riporta PCGamesN, nel corso di novembre è stato riscontrato lo stesso problema anche tra gli utenti di Epic Games Store. Sempre il sito sopracitato ha comunicato un possibile fix, la cui efficacia non è però garantita nel 100% dei casi. Qualora foste tra gli sfortunati afflitti dal bug, non vi resta che attende una patch correttiva da parte dello sviluppatore… o l’uscita di Among Us 2, sebbene sia molto improbabile che verrà realizzato, dato che InnerSloth ha spiegato in un suo devlog di volersi concentrare sul supportare costantemente il titolo esistente piuttosto che crearne un altro da zero.
Non se la passa meglio la componente online di Pokémon Scarlatto e Violetto i quali, se non si fosse capito, non sono proprio dei gioielli a livello di programmazione (i giochi sono stati criticati per i problemi a livello di framerate e risoluzione). A quanto pare la battaglie multigiocatore (modalità Battle Arena) soffrono di un grave difetto che ne pregiudica l’intera esperienza, poiché il fattore RNG legato alla messa a segno degli attacchi sarebbe totalmente prevedibile!
La notizia è stata riportata da Videogameschronicle, che ha riunito alcune supposizioni esternate in rete da utenti che hanno espresso le proprie perplessità in merito su Twitter e Twitch. In pratica il fattore RNG non cambierebbe a seconda del seed della partita ma rimarrebbe invariato, cosicché alcuni attacchi specifici non colpirebbero mai, mentre altri colpirebbero sempre, a seconda del momento in cui li si lancia: ad esempio usando come primo attacco una mossa che ha una precisione del 91%, questa risulterebbe sempre in un miss; oppure utilizzando la mossa Sheer Cold subito dopo Fake Out (scusate non so le traduzioni italiane di queste mosse), essa andrebbe sempre a segno nonostante di norma abbia solamente il 30% di probabilità di successo! Va da sé che, se comprovata, questa scoperta minerebbe alla base l’intero sistema di gioco online.
Certamente si tratta per ora di osservazioni di singoli utenti, che si stanno però dando un gran daffare su Reddit per cercare di capire quanto il problema sia grave. Da parte sua, Game Freak non ha commentato ufficialmente la cosa. Nel frattempo il tam tam delle lamentele deve aver raggiunto i vertici della grande N: è stata rapidamente rilasciata una patch 1.1.0 che promette alcune imprecisate correzioni di bug, accompagnata da un messaggio di scuse da parte di Nintendo che nel changelog si dice consapevole dei problemi tecnici riscontrati da alcuni utenti.
Male anche il frangente eSport: Nintendo come si sa è un’azienda conservativa, spesso al limite dell’ottusità, e ha sempre trattato la comunità eSport sorte attorno ai propri giochi con un misto di indifferenza ed ostilità. Un’eccezione alla regola sembrava confermata dallo Smash World Tour, il torneo annuale di Super Smash Bros., organizzato “dal basso”, direttamente dai fan del gioco. Quest’anno però l’evento non si terrà, e non si riesce a capire di chi sia la colpa.
Gli organizzatori lamentano mancanza di posizioni chiare da parte di Nintendo, che a fronte di generiche rassicurazioni avrebbe più o meno direttamente influenzato le azioni ostili nei confronti dell’evento intraprese da Panda Global, società partner incaricata dalla grande N di organizzare il torneo mondiale ufficiale del titolo; Dal canto suo l’azienda ha dichiarato a Kotaku che è stato impossibile raggiungere un punto di incontro con gli organizzatori dell’evento, malgrado reiterati tentativi di contrattazione. Sorge spontaneo chiedersi se ci abbiano provato davvero o se in fondo si tratti di uno sgarbo assolutamente intenzionale e pianificato…
Terza notizia su Nintendo, perché non c’è due senza tre: in settimana è arrivata la notizia della dismissione del gioco Dragalia Lost, uno dei pochissimi tentativi di dell’azienda di lanciare un titolo per il mercato mobile. Si trattava di un RPG lanciato nel 2018, riuscendo a totalizzare circa 100 milioni di dollari di ricavi nel primo anno di vita. Da allora però evidentemente il gioco è andato incontro ad un lento declino che gli ha impedito di continuare ad esser profittevole. Ragion per cui già in primavera Nintendo annunciò che non avrebbe rilasciato ulteriori aggiornamenti, ed anzi avrebbe provveduto a cessare definitivamente qualsiasi ulteriore lavoro sul titolo. Sparisce così l’unica IP originale che la grande N possedesse sul mercato mobile. All’oggi infatti ha pubblicato solo altri 5 giochi, tutti derivati da serie storiche: Super Mario Run, Mario Kart Tour, Animal Crossing Pocket Camp, Fire Emblem Heroes e Pikmin Bloom.
Insomma la holding giapponese non sembra credere troppo nel settore in quanto a possibili introiti che, stando a quanto riportato da Axios, sono davvero briciole (169 milioni di dollari da aprile a settembre) tuttavia ciò non significa che non abbia una strategia. Un portavoce di Nintendo avrebbe infatti riferito come la compagnia non veda il mercato mobile come un settore nel quale tentare di insinuarsi alla ricerca del profitto a tutti i costi, bensì come una semplice cassa di risonanza per i propri marchi. In sostanza la strategia aziendale sarebbe quella di impegnarsi solamente in produzioni dal budget contenuto, che sfruttino IP storiche di Nintendo, caratterizzate quindi da un forte richiamo e facile presa sul pubblico, nella speranza di ampliare il proprio bacino d’utenza e/o convincere sempre nuovi giocatori a passare a Switch.
Ed un simile approccio renderebbe chiaramente inutile sforzarsi di lanciare nuove IP esclusivamente per il mercato mobile: ecco spiegato perché Dragalia Lost è stato finora un unicum nella storia di Nintendo, e perché non c’è da aspettarsi che una simile scelta possa venire replicata nel breve periodo. D’altronde è dal 2021 che non viene annunciato alcun nuovo gioco Nintendo destinato a questo segmento di mercato. Pochi ma buoni, insomma: per tutto il resto, c’è Switch.
MCU scansati, è arrivato il DCU!
Ok non è la novità del secolo che DC Comics stia creando il suo universo transmediale condiviso, anche se l’operazione non è mai stata coesa quanto quella di Marvel. Ora però la casa editrice proprietaria di Batman, Superman e altri famosi eroi vuole fare le cose per bene, unificando i suoi prodotti audiovisivi in un DC cine-gaming universe che includa i videogiochi di prossima realizzazione. E’ quanto ha twittato James Gunn, regista dei film Marvel Guardiani della Galassia ma anche del recente The Suicide Squad – Missione Suicida, che è stato da poco nominato co-CEO dei DC Studios, affiancando nel ruolo Peter Safran.
Il regista ha infatti risposto ad una domanda posta da un utente, riguardo la possibilità che anche i videogiochi futuri possano far parte del piano di unificazione narrativa dei prodotti filmici, televisivi ed animati delle produzioni DC. La risposta di Gunn è stato un secco, inequivocabile “Yes”. Certo, non sono stati definitivi orizzonti temporali precisi, quindi al momento è impossibile prevedere quali saranno i primi giochi inclusi in questa nuova compagine. Già l’anno prossimo però DC ha in programma l’uscita di ben 4 film (uno dedicato a Shazam, uno a Flash, uno a Blue Beetle e uno ad Aquaman), e sono già stati annunciati diversi sequel per gli anni a venire, dunque lo starting point potrebbe riguardare tutti i titoli il cui inizio sviluppo è pianificato a partire dal 2023. Gli occhi di Player.it vigilano.
E se lavorare a FromSoftware fosse un inferno?
Chi l’ha detto che solo noi giocatori dobbiamo tirare giù tutti i santi quando giochiamo i titoli della software house che ha creato il genere Soulslike? Vuoi vedere che anche gli stessi sviluppatori non se la passano poi troppo bene?
E’ quello che sembra suggerire un’inchiesta di Gamesindustry, che ha raccolto dichiarazioni anonime di dipendenti dell’azienda (cui di norma non è consentito parlare del proprio lavoro ai media). Stando a questi racconti nemmeno FromSoftware è esente da crunch, anzi: un dipendente racconta di aver fatto straordinari per tre mesi di fila, a ridosso dell’uscita di un titolo (non specificando quale). Tali straordinari sono sottopagati, o non lo sono affatto: l’azienda sulla carta offre contratti di 8 ore lavorative giornaliere, ma in periodi di release alcune fonti hanno riportato che sia un fatto normale rimanere in ufficio fino a mezzanotte, e solo le eventuali ore notturne dopo le 00.00 vengono effettivamente conteggiate come extra e retribuite, peraltro ad un prezzo inferiore delle ore regolari.
Più fonti confermano che From offra stipendi inferiori alla media delle aziende giapponesi di settore. Si parla di uno stipendio medio di $25.000; davvero poco se paragonato ad un’altra azienda dello stesso ordine di grandezza come Atlus (entrambe hanno un po’ più di 300 dipendenti), dove il compenso medio si aggira attorno ai $38.000. Lo stipendio è particolarmente inadeguato se pensiamo al contesto: la sede di From si trova a Tokyo, una delle città dal costo della vita più alto al mondo. Inoltre nessun aumento di stipendio sarebbe arrivato a seguito delle straordinarie performance di vendita di Elden Ring, nonostante il publisher Bandai Namco lo abbia invece fatto già a febbraio. Rimane se non altro l’attaccamento all’azienda e soprattutto la soddisfazione per la qualità del prodotto finito, cosa di cui tutti gli intervistati si dicono comunque orgogliosi. Poveri ma felici, insomma…
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Come sempre partiamo dalle recensioni:
Non si parla d’altro che di Pokémon Scarlatto e Violetto ormai, ma tutto il mondo sa che Gaia Tornitore ha l’ultima parola sulla questione, perciò leggetevi la sua recensione e mettetevi il cuore in pace.
Stefano Sergente si è cimentato invece nella prova di The Knight Witch, un valido metroidvania che potrebbe piacere anche ai meno avvezzi al genere.
Anteprime succose:
mentre alla Games Week facevano spazio per far passare il suo nickname, Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori si è dato da fare per analizzare tutto il possibile di Street Fighter 6.
Sempre alla Games Week Alessandra Borgonovo ha avuto la possibilità di un tête-à-tête con Forspoken, l’intrigante nuova IP di Square Enix, di cui ora sappiamo decisamente qualcosa in più.
E per gli amanti dei JRPG Michele Giannini ha provveduto a redigere un approfondita disamina di Crisis Core: FINAL FANTASY VII Reunion, riedizione del classico PSP.
Lato guide continua la copertura a tappeto di Pokémon Scarlatto e Violetto, con Simone Mauro che vi consiglia i metodi migliori per racimolare Crediti Lega e stila la perfetta guida allo shiny hunting, oltre che spiegarvi per filo per segno come affrontare il Raid 7 stelle di Charizard; dal canto suo, Salvatore Montagnolo ha redatto una fondamentale guida ai Pokemon Leggendari e all’Area Zero.
Claudio Albero invece vi aiuta a scovare tutti gli scudi in God of War Ragnork, oltre a consigliarvi le migliori armature, i cimeli e le else; Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori invece vi offre la guida completa alla regione di Alfheim.
Stimolante come al solito la nostra offerta di rubriche:
come già detto c’è stata la Games Week a Milano, ed il nostro inviato speciale Alessandro Colantonio ha pensato bene di gettarsi a capofitto nell’Indie Dungeon a provare le ultime novità, riscontrando che l’indie Made in Italy è una continua conferma.
l’On. Fabio Antinucci, nostro aggancio con i poteri forti, ha dissertato di cosa succede quando l’industria culturale opera un rebranding di icone videoludiche, decontestualizzandole rispetto al loro habitat naturale, com’è successo quella volta che Dead By Daylight ha fatto arrabbiare il papà d Pyramid Head.
Continua l’approfondimento della lore di The Binding of Isaac: stavolta Domenico Ascione ci spiega come il gioco svela le verità scomode. Sempre Domenico, in vena di pezzi aulici, ci offre anche un’analisi comparata di Tragedia Greca e videogiochi: una catarsi moderna.
Nel caso ve lo foste perso, Michele Longobardi riavvolge per voi le lancette del tempo fino a sei anni fa per parlarvi di Furi, un indie che merita tutt’oggi di essere scoperto.
Fan dei viaggi nel tempo? Allora correte a leggere lo speciale del caporedattore galattico Graziano Salini su 5 videogiochi che vi offrono 5 prospettive diverse sui loop temporali.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 49.
This post was published on 4 Dicembre 2022 10:00
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