Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
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Gli ultimi AAA di Marvel sono stati sviluppati dagli ex studi occidentali di Square Enix (Marvel’s Avengers da Crystal Dynamics; Marvel’s Guardians of the Galaxy da Eidos-Montréal). Con la (s)vendita di questi studi ad Embracer Group, Marvel deve aver deciso che non era più aria di continuare la collaborazione con questi studi, e in settimana è stata svelata l’azienda con cui ha intrecciato una nuova relazione, che si preannuncia già focosa: il principe azzurro è stavolta interpretato da Electronic Arts, con cui Marvel ha stretto un accordo per la realizzazione di “almeno 3 titoli action-adventure da pubblicare su PC e console” (dal comunicato ufficiale).
In particolare, il primo di questi 3 titoli sarà un action game single-player avente come protagonista Iron Man. Lo sviluppo del gioco è affidato a Motive Studio, un team interno di EA noto ai più per essere artefice di Star Wars Squadron nonché il molto atteso remake di Dead Space. La narrativa di gioco sarà originale, dunque non adatterà fumetti o altri media pre-esistenti legati alla figura di Tony Stark. La squadra di Motive sarà capitanata dall’Executive Producer Olivier Proulx, il cui incarico precedente era – non certo a caso – proprio in Eidos-Montréal e proprio su Marvel’s Guardians of the Galaxy, di cui fu Senior Producer. Nonostante il cambio di studio, quindi, possiamo aspettarci una qual certa continuità tra i passati e futuri progetti videoludici Marvel.
Nonostante i numeri sembrino darle torto, Netflix non è ancora pronta a dare forfait sul lato gaming, avendo anzi deciso di continuare ad investire nel settore: la compagnia ha infatti acquisito un ulteriore studio di sviluppo, Spry Fox, che va ad aggiungersi agli altri 5 che già possiede. Spry Fox è uno studio di Seattle specializzato in mobile gaming, che ha realizzato titoli a metà tra life sim e puzzle caratterizzati da grafiche pucciose, come Cozy Grove e Alphabear. Vedremo se questa strategia, che nel primo anno di vita non ha pagato, saprà dare i frutti che Amir Rahimi spera:
Il nostro viaggio nei videogiochi è appena iniziato, ma sono orgoglioso del lavoro fondamentale che abbiamo svolto per sviluppare la nostra capacità creativa interna, necessaria poter offrire ai nostri iscritti la migliore esperienza di gioco possibile, anche senza pubblicità e senza acquisti in-app, come parte integrante del loro abbonamento.
Amir Rahimi, comunicato stampa Netflix – 31 ottobre 2022
WTF?!?!?! Giusto un paio di Digest fa ho scritto del rebranding di Square Enix Montréal, uno degli studi acquisiti da Embracer di cui abbiamo accennato poco sopra, ribattezzato Onoma Studio. E ora verrà chiuso definitivamente, dopo poche settimane di vita.
E’ una mossa in controtendenza rispetto ai trend del settore: non perché non si usi fare riorganizzazioni interne degli studi, specie se appena acquisiti, bensì per la natura di questo studio specifico: Onoma Studio era infatti specializzato nel mobile gaming (sua la serie GO che ha visto giochi dedicati a Tomb Raider, Hitman e Deus Ex tra gli altri), il segmento di mercato su cui tutti i grandi player dell’industria stanno puntando con investimenti massicci (vedi anche notizia sotto). Pare invece che in questo caso sia avvenuto l’esatto opposto: team dissolto e 200 dipendenti licenziati, come riporta Kotaku riprendendo un articolo di Bloomberg. E dire che lo studio non stava certo con le mani in mano: sul sito ufficiale di Onoma (fintanto che sarà ancora accessibile) si possono vedere 3 titoli che erano in corso di sviluppo, e che a questo punto possiamo dimenticarci.
Sempre secondo la fonte di Bloomberg, l’intento di Embracer è quello di concertare le risorse nello studio di Eidos Montréal, che attualmente sta portando avanti diversi grossi progetti per cui serve personale: pare infatti che alcuni dipendenti di Onoma vi siano stati riallocati. In cantiere ci sarebbero sia un nuovo capitolo del franchise Deus Ex, sia lo sviluppo del remake di Fable, che era stato annunciato qualche anno fa ma su cui poi è calato il silenzio radio. Si tratterebbe in effetti di IP talmente importanti da richiedere tutto lo sforzo produttivo possibile, il che giustificherebbe la razionalizzazione dei costi operata da Embracer, che può comunque contare su altre divisioni totalmente focalizzate sul mobile, come DECA e Easybrain.
Mea culpa per non aver dato la notizia settimana scorsa, ma è troppo grande per non parlarne, anche se in ritardo: non è mai stato annunciato ufficialmente, ma Microsoft ha in cantiere la creazione di uno store mobile proprietario, da riempire con i titoli sviluppati dai propri studi interni ed in particolare da Activision Blizzard, sempre che ne vada in porto l’acquisizione.
Questo è quanto si legge in documenti difensivi che l’azienda di Redmond ha presentato al garante per la concorrenza inglese, che in questi mesi sta vagliando proprio l’operazione di M&A con la Grande Emme punta ad assorbire l’azienda di Diablo e World of Warcraft, giusto per non dire subito Candy Crush (c’è infatti anche King nel lotto, non dimentichiamolo). Eccone la traduzione di un passaggio, riportato da The Verge:
L’operazione porrà Microsoft nella condizione di poter creare un innovativo negozio digitale di videogiochi che operi su una gamma di dispositivi, compresi quelli mobili, grazie all’aggiunta del portfolio di Activision Blizzard. Basandosi sulle comunità già esistenti di giocatori di titoli di Activision Blizzard, Xbox cercherà di realizzare una versione di Xbox Store su misra per i dispositivi mobili, attirando i giocatori sulla nuova piattaforma. La migrazione degli utenti dal Google Play Store e dall’App Store sui dispositivi mobili richiederà tuttavia un importante cambiamento nelle loro abitudini di consumo. Microsoft spera che, offrendo contenuti appartenenti ad IP note e popolari, i giocatori saranno più propensi a provare la novità.
Stralcio di un documento riportato da Tom Warren per The Verge – 19 ottobre 2022
La strategia di Microsoft, messa così nero su bianco, ha perfettamente senso: permetterebbe infatti il superamento dell’annoso problema delle royalties intascate dai proprietari degli store Google e Apple, da sempre oggetto di malcontento (utile ricordare il procedimento Apple-Epic tuttora in corso). Certo non mi è chiaro come l’ammissione di questa mira espansionistica su un ulteriore segmento di mercato possa aiutare l’ente britannico ad assumere un’opinione favorevole rispetto a questa operazione. Chiara è invece l’immagine che Microsoft cerca di dare di sé: un’azienda in procinto di entrare come “nuovo player” in un segmento in cui è stata finora poco presente, distogliendo l’attenzione dal mercato console che è quello realmente sotto le lenti d’ingrandimento dei regolatori europei (e non solo).
Basterà questo intortamento ad ovattare le grida d’allarme di un Jim Ryan in debito d’ossigeno? Ricordiamo infatti che il casus belli sollevato da Sony riguarda soprattutto il rischio di esclusività del franchise Call of Duty, che vanta numeri da capogiro sia su mobile che su console. Proprio su questo fronte Microsoft cerca di ribaltare l’accusa ed apparire come parte lesa, sottolineando il fatto che gli accordi siglati tra Sony e Activision Blizzard escludano per diversi anni la possibilità che i giochi di CoD siano pubblicati su Game Pass: questa tesi difensiva, ricorda sempre The Verge, è stata presentata all’attenzione dell’ente regolatore brasiliano, che recentemente ha dato il suo placet all’operazione di acquisizione.
Un co-op survival game ambientato in un loop infinito centro commerciale infestato? Fantastico, kickstartiamolo subito! Ah no, c’è un problema: IKEA vuole fargli causa.
Questo è quanto accade nei confronti di The Store Is Closed, progetto videoludico ultra-indie sviluppato da una sola persona che risponde al nome di Jacob Shaw. Il povero Jacob si è visto recapitare un ordine di cease and desist, ovvero un intimazione di cessazione di un’attività che viene giudicata illegale. Nel concreto, IKEA accusa il programmatore di ledere l’immagine della catena di centri commerciali, di cui ha palesemente plagiato logo e colori. Le accuse sono dunque di pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, secondo quanto raccontato dallo stesso Shaw a Kotaku.
Ovviamente il programmatore ha tutta l’intenzione di modificare gli elementi di gioco ritenuti sgraditi da IKEA: l’unico problema è che ha solamente 10 giorni di tempo per farlo prima che i perfidi svedesi intraprendano azioni legali nei suoi confronti. In una corsa contro il tempo, Shaw dovrà impiegare l’ultima settimana di kickstarter non per offrire migliorie ed aggiornamenti ai suoi backers, bensì per accontentare i capricci della multinazionale di turno. Che Shaw abbia palesemente attinto alla brand identity di IKEA è pacifico: come questo possa ledere gli affari di IKEA o danneggiarla economicamente, è qualcosa che i dirigenti dell’azienda dovrebbero spiegare; speriamo solo che scelgano di non infierire sul malcapitato…
Sony ha finalmente svelato data di vendita al pubblico e prezzo di lancio del nuovo PlayStation VR2, il dispositivo di realtà virtuale di nuova generazione che soppianterà il suo predecessore, la cui libreria di giochi sarà peraltro incompatibile.
Come dichiarato sul PlayStation Blog da Isabelle Tomatis, Vice Presidente della divisione Brand, Hardware and Peripherals di SIE, il nuovo visore debutterà ufficialmente il prossimo 22 febbraio 2023. Oltre al bundle che comprende l’headset con cuffie stereo e i due Sense controller, a partire dallo stesso giorno sarà messa in vendita anche la stazione di ricarica per questi ultimi, venduta però separatamente. Infine, sarà disponibile un bundle che comprende l’headset, i Sense controller ed un voucher per scaricare la copia digitale di Horizon Call of the Mountain. Di seguito il listino prezzi dei 3 prodotti:
In alcuni paesi si potrà preordinare il proprio visore direttamente dal sito PlayStation, ma fra questi non c’è l’Italia: da noi i 3 prodotti saranno disponibili tramite i consueti rivenditori autorizzati. Per festeggiare la notizia, Sony si è sbottonata anche sul fronte software, annunciando 11 nuovi titoli in sviluppo, che per comodità di riepilogo di seguito (cliccando sul titolo sarete portati al relativo trailer). Val la pena sottolineare che non si tratta di titoli di lancio:
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Non credo che questa settimana l’umanità abbia scritto qualcosa di più importante della recensione di God of War Ragnarök ad opera del titanico Claudio Albero? Io credo di no, infatti ci siamo ben guardati da scriverne altre.
In compenso vi abbiamo soffocato di così tante rubriche che avrete avuto a malapena tempo di leggerle tutte!
Apre le danze Domenico Ascione, che vi racconta come giocare a “L’Ombra di Mordor” dopo “Gli Anelli del Potere” vi permetterà di trovare numerosi punti di contatto tra le due produzioni, nonostante la distanza temporale (per non dire produttiva) che le separa; nel caso non siate ancora sazi di Halloween, è sempre il buon Domenico a suggerirvi 5 titoli per trasformarsi in un vero vampiro e, per rimanere in tema, anche 3 saghe storiche che nessun amante dei vampiri può perdere; infine, out of nowhere, ha analizzato anche il rapporto ventennale tra Harry Potter e i videogiochi.
Il tema horror è stato toccato anche da Michele Longobardi, che ci ha offerto interessanti di spunti di riflessione su Saturnalia e il folk horror italiano; da Alessandra Borgonovo, che ha sviscerato (tanto per usare vocaboli truculenti) la fantamedicina di Resident Evil Village offrendoci un identikit dell’infezione; e da Demetrio Scira, che ci porta in ambito crossmediale propinandoci una terrificante anatomia dei jumpscare.
Il qui presente vostro affezionatissimo ha messo insieme un po’ di dati numerici sul fatturato del mercato videoludico di quest’anno, che non è smagliante come quelli appena trascorsi: si può parlare di recessione in arrivo? Leggete e saprete!
Luigi Cianciulli, il nostro fido scrutatore degli abissi del mobile gaming, vi propone 2 strategici esagonali per cellulari che meritano di essere recuperati.
Il già citato (ma non lo è mai troppo) Michele Longobardi ha concluso la sua dissertazione iniziata la scorsa settimana con la seconda parte del suo approfondimento sulle 5 meccaniche che hanno rivoluzionato il videogioco.
Salvatore Montagnolo invece ci offre la prima parte di quella che si preannuncia essere una corposa retrospettiva storica su Insomniac Games: l’ammiraglia di casa Sony, raccontandone la nascita e la consacrazione ottenuta grazie al lancio di Spyro: The Dragon.
Pietro Falzone invece è andato a scambiare quattro chiacchiere con Dannol0 del collettivo di Spaghetti Showdown, per realizzare un’intervista a tema anime fighters, tra passione e community; ma il buon Pietro ha anche sfoggiato il suo lato più masochistico analizzando il sentimento di tanatofobia attraverso Dark Souls e Outward.
Nel frattempo Claudio Albero non è riuscito a riprendersi dalla sbornia di God of War, ed anzi ha continuato a battere il ferro pur di raccontarvi un simpatico aneddoto: quella volta in cui Ben Stiller è diventato Kratos.
Stefano Sergente invece preferisce le atmosfere del vecchio west, e infatti si è gettato a capofitto nella narrativa di Red Dead Redemption 2, invitandovi a compiere con lui un viaggio indietro nel tempo.
Il neoborbonico Pasquale Monniello ci spiega invece come, rendendo Napoli capitale del Regno, è riuscito a risolvere i problemi dell’Italia in Victoria 3.
Infine un po’ di mondanità. Quando ci sono occasioni pubbliche, Player.it non perde occasione di sfoggiare il suo miglior volto: parlo ovviamente di Gaia Tornitore, che ha redatto un bellissimo ed esaustivo reportage dal Lucca Comics 2022.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 45.
This post was published on 6 Novembre 2022 10:00
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