Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
Nintendo si sta dando da fare per sottolineare il proprio impegno in ambito cinematografico. In settimana infatti è stato lanciato il sito ufficiale di Nintendo Pictures, nel quale si sottolinea con orgoglio il totale controllo della nuova controllata da parte della casa madre. La società, di fatto un rebranding dell’azienda Dynamo Pictures di cui Nintendo ha recentemente completato l’acquisizione, è guidata dal Representative Director (più o meno equivalente al nostro amministratore delegato) Hiroshi Hirokawa, specialista di VFX che vanta crediti tanto nella videoludica quanto nel cinema d’animazione.
Nintendo ha anche pubblicato un Direct dedicato alla presentazione di Super Mario the Movie, film realizzato in collaborazione con Illumination (la casa di produzione specializzata in film di animazione, creatrice di Cattivissimo me) di cui è stato mostrato il trailer. L’uscita è prevista per il 7 aprile 2023.
ZA/UM ha deciso di decapitare i vertici creativi che hanno fatto di ZA/UM ciò che è. Martin Luiga (co-fondatore), Robert Kurvitz (designer), Helen Hindpere (Writer) e Aleksander Rostov (art director), figure chiave del collettivo artistico omonimo dalle cui idee si è generato il capolavoro RPG contemporaneo Disco Elysium, sono stati allontanati dall’azienda nata in concomitanza con lo sviluppo del gioco e che ora si avvia verso lo sviluppo di un seguito e di altre avventure commerciali (a inizio anno è stato annunciato un accordo di first-look da parte di Amazon per una adattamento in forma di serie tv prodotta da dj2 Entertainment); inoltre l’azienda ha lanciato il proprio atelier di abbigliamento ispirato al gioco).
A dare la notizia è stato lo stesso Luiga in un comunicato, confermato poco dopo dai colleghi via Twitter, nel quale ha annunciato lo scioglimento del collettivo artistico (entità separata dalla società di sviluppo vera e propria), sconfitto dalle questionabili logiche commerciali dell’amministrazione societaria, che per altro non dev’essere gestita da menti particolarmente illuminate: Luiga si riferisce, senza nominarlo direttamente, al produttore esecutivo del gioco Tõnis Haavel, condannato a 7 anni con la condizionale più 3 anni di libertà vigilata per frode. Luiga è stato più esplicito su Twitter, dove ha postato una foto di Haavel e dell’altro produttore Kaur Kender.
Il comunicato sottolinea come la decisione di andarsene non sia stata volontaria, dunque i creativi sono stati licenziati: evidentemente le loro idee non soddisfacevano le ambizioni del board amministrativo. Ovviamente questo fa temere per la qualità del sequel di Disco Elysum, dato che primo titolo deve gran parte del suo successo ad un concept e stile di scrittura estremamente originali.
Per un paio di giorni la compagnia non ha commentato la vicenda. In seguito ha postato un laconico comunicato sul profilo Twitter, nel quale ribadisce l’impegno profuso nello sviluppo del prossimo capitolo della serie e nella volontà di valorizzare il lavoro di ogni singolo componente del team di sviluppo. Una sorta di frecciatina agli ex vertici, sostanzialmente accusati di fare le prime donne.
Continua anche la campagna assunzioni, che vede il team ancora alla ricerca di figure chiave come Lead Game Designer e Senior Unity Gameplay Programmer, oltre a specialisti nel settore Vendite e Monetizzazione.
Giusto settimana scorsa è stata annunciata una massiccia campagna di investimenti nel mercato gaming da parte del gruppo arabo Savvy Games Group, interessato a comprarsi un grosso publisher occidentale non meglio identificato. Il gruppo ha sede a Riyadh, che sembra stare diventando un calamita per il gaming in quella regione del mondo: vi ha appena stabilito il proprio quartier generale anche Sandsoft, sviluppatore arabo specializzato in giochi mobile su licenza (ad esempio Pacific Rim: Breach Wars). Questa settimana arrivano notizie analoghe dalla Cina, dove Tencent sta adottando una simile politica di investimenti mirati per riuscire ad aggirare i numerosi vincoli che frenano la crescita del mercato videoludico interno, dove il governo ha bloccato le sue nuove uscite sul mercato da quasi un anno.
Stando al report di Reuters, la holding cinese sarebbe particolarmente interessata ad investire nel mercato europeo, acquisendo quote di maggioranza in compagnie di sicuro successo o di aziende innovative focalizzate sullo sviluppo di tecnologie e/o giochi per il metaverso, in questo modo allineandosi ad altre grandi compagnie asiatiche che stanno fortemente investendo nel settore NFT e blockchain, Square Enix su tutte.
CD PROJEKT RED ci dà dentro. Nell’ultimo strategy update agli investitori, la compagnia polacca ha prospettato un futuro fatto di tante nuove uscite, tra cui tre AAA, scaglionate nel corso degli anni. Tramite una politica di espansione ed esternalizzazione, lo sviluppatore vuole provare, in primis a sé stesso, che è possibile lavorare simultaneamente a più produzioni senza incappare nei giganteschi problemi che hanno contraddistinto lo sviluppo di Cyberpunk 2077, afflitto al lancio da una pletora di bug più o meno gravi e contenente solo una frazione di tutte le features promesse in fase di promozione del gioco. L’onere della prova spetta a loro, ovviamente.
Nel frattempo vediamo una sintesi dei progetti in cantiere, nel supposto ordine cronologico di uscita (un documento riassuntivo è visibile qui):
D’altra parte non si vive di soli videogiochi: ecco perché CDPR è fortemente intenzionata a supportare ciascuno di questi titoli con una pletora di contenuti transmediali, forti dell’ottimo riscontro di pubblico e critica della serie animata Cyberpunk: EDGERUNNERS realizzata da Studio Trigger e distribuita su Netflix. C’è da aspettarsi insomma che nei prossimi anni saremo travolti da una valanga di prodotti editoriali e di merchandising legati a The Witcher e Cyberpunk. In questo modo CDPR si allinea alla strategia aziendale che va per la maggiore tra i grandi player dell’industria, ovvero puntare alla creazione di proprietà intellettuali appetibili per il pubblico più grande possibile, per poterle declinare su ogni tipo di medium.
Questa evoluzione dell’azienda non sarà seguita in prima persona da Marcin Iwiński, fondatore della stessa, che a fine anno lascerà il suo ruolo quasi trentennale di co-CEO per candidarsi a Presidente del Consiglio di Sorveglianza. In un comunicato ufficiale pubblicato via Twitter, Iwiński ha ringraziato i colleghi per i traguardi raggiunti, e i videogiocatori per l’apprezzamento ricevuto in questi anni. Sarà un bene o un male per CDPR? Lo scopriremo solo giocando.
Settimana scorsa Koei Tecmo ha annunciato lo sviluppo di Wild Hearts, hunting game realizzato da Omega Force, il team celebre per i titoli musou. Questa settimana è stato svelato il primo gameplay trailer del gioco, che ha permesso di apprezzare alcune caratteristiche chiave: il ciclo di gameplay consiste innanzitutto di una fase di esplorazione a mondo aperto, in cui il nostro peregrinare è supportato dall’utilizzo dei Karakuri, gadget modulabili che ci permettono di superare ostacoli ambientali di vari natura.
Quando il nostro eroe si imbatte in un Kemono, i mostri colossali che siamo chiamati ad abbattere, inizia la fase di combattimento, affrontabile in singolo o in compagnia (vediamo un’azione combinata tra 3 giocatori, non è chiaro se sia il numero massimo). In questa fase combattiamo all’arma bianca con varie tipologie di strumenti, dalla classica katana al più stravagante ombrello. Ogni arma ha il proprio moveset, la sensazione è che non ce ne saranno tantissime, ma ciascuna sarà fortemente personalizzata.
I Karakuri saranno utilissimi anche in battaglia, sia a scopo difensivo (ad esempio l’azione combinata di due giocatori edifica un muro contro cui si schianta il mostro di turno) sia offensivo (un’elica ci proietta verso l’altro, dandoci modo di colpire l’avversario da una posizione di vantaggio). Gli scontri sembrano essere articolati in più fasi, e i nemici più grossi dispongono di appendici recidibili, ad esempio nel video vediamo l’eroe spezzare un corno al gigantesco cinghiale furioso. Uccidere le creature ci consente di ottenere bottino sotto forma di ingredienti, si suppone legati ad una qualche meccanica di crafting.
In definitiva si è visto ancora poco, ma è sufficiente a dimostrare la voglia di Omega Force di sganciarsi dalla sua reputazione Warriors-only e dimostrare di poter offrire anche altro al mondo dei videogiochi.
I QA testers di Raven Software hanno votato a favore della costituzione di un sindacato all’inizio dell’estate, e per punizione Activision Blizzard gli ha bloccato l’aumento di salario, concesso invece a tutti gli altri reparti QA degli studi controllati. Questo ha stabilito il National Labor Relations Board americano, accogliendo le rimostranze presentate proprio dai lavoratori di Raven dopo la ritorsione operata dalla casa madre, che ovviamente nega tutto e si giustifica adducendo motivazioni contrattuali. Il fatto è stato riportato dal Washington Post.
Le trattative tra Activision e i tester per fissare il perimetro d’azione del nascente sindacato sono in corso, sebbene i lavoratori abbiano evidenziato più volte azioni ostili da parte della casa madre, tra cui tentativi di riorganizzazione interna per smistare i dipendenti in altri reparti, vanificando così sul nascere il tentativo di sindacalizzazione. Questi soprusi sono stati denunciati al NLRB dal CWA, il grande sindacato americano dei professionisti del settore comunicazione. L’indagine continua.
Le operazioni di M&A non riguardano solo sviluppatori e publisher di videogiochi, ma anche la stampa specializzata, indice di quanto il gaming sia diventato ormai il principale settore dell’entertainment, almeno dal punto di vista del volume d’affari.
Questa settimana e la precedente si sono concretizzate due grosse acquisizioni di massa: il media network australiano Gamurs ha comprato un blocco di siti specializzati ovvero Destructoid, Escapist Magazine, PC Invasion, Upcomer, Siliconera e Operation Sports, ampliando il ventaglio della propria offerta editoriale già ricca in materia gaming e eSports (sono proprietari, ad esempio, di Dot Esports e Gamer Journalist). Inoltre Gamurs ha annunciato di aver stanziato ulteriori 12 milioni di dollari per continuare il proprio shopping compulsivo.
La seconda campagna acquisti è stata effettuata da Fandom, compagnia americana sussidiaria della holding Texas Pacific Group, che si è messa in tasca alcuni pezzi da novanta dell’informazione videoludica quali GameFAQs, GameSpot e Metacritic (oltre ad altre non strettamente game-oriented) tutte di proprietà del gruppo Red Ventures. Queste espansioni hanno senso dal punto di vista commerciale, considerando che gli acquirenti occupano anche quote nel settore del marketing e advertising. Spetterà poi ai lettori saggiare la tenuta qualitativa delle linee editoriali.
Prima vittoria per Microsoft: l’autorità per la concorrenza del Brasile ha dato il suo placet all’acquisizione di Activision Blizzard. A nulla sono serviti i proclami di Jim Ryan contro l’operazione, esplicitati soprattutto in virtù del timore di vedere il franchise Call of Duty abbandonare PlayStation. Nelle motivazioni della decisione si legge infatti che nonostante l’eventualità di una perdita di utenti da parte di Sony possa verificarsi, ciò non sarebbe sufficiente a costituire una minaccia per la concorrenza, né assicurerebbe a Microsoft una posizione di monopolista sul mercato.
D’altronde, con una rapida occhiata al documento ufficiale pubblicato dall’ente regolatore, si incappa in una tabella che riassume i ricavi 2021 del mercato dei videogiochi in Brasile: Microsoft e Activision Blizzard assieme non costituiscono più del 10% delle quote complessive.
Insomma non esiste alcuna minaccia alla libera concorrenza, quantomeno per il Brasile e l’Arabia Saudita (quest’ultima aveva già espresso il proprio parere favorevole all’operazione nel corso dell’estate). Microsoft sta però ancora giocando le partite principali, riguardanti i mercati nordamericano, europeo e britannico, i cui organi di vigilanza stanno svolgendo indagini approfondite che porteranno a pareri definitivi solo fra qualche tempo: in Europa ad esempio la commissione sta effettuando indagini interpellando sulla questione developer e publishers, di cui vuole sentire il parere in merito ad oltre 100 quesiti, che principalmente riguardano la possibilità che Microsoft possa attivamente bloccare l’accesso a Call fo Duty da parte degli utenti di altre compagnie. L’ente regolatore dovrà poi esprimere un’opinione preliminare entro l’8 novembre, che in molti ritengono sfocerà in un’indagine più approfondita.
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Il capitolo recensioni è aperto da Claudio Albero, che ci dice la sua su No More Heroes 3, ultimo capitolo della pazza serie action-adventure di Suda51 che anche questa volta non si è smentito, nel bene e nel male.
Accogliamo a braccia aperte in redazione Enrica De Mauro, che ha provato per voi la freschissima Life Is Strange: Arcadia Bay Collection, raccolta per Switch dei primi due titoli della serie: leggete il pezzo per sapere se si tratti di una conversione riuscita!
Fan del calcio ne abbiamo? Venghino signori a leggere i fiumi di parole spese da Michele Giannini per valutare FIFA 23, l’ultimo che possa sfruttare la licenza ufficiale della federazione calcistica. Chissà se il sipario è calato tra gli applausi o i fischi…
Oltre alle classiche recensioni, questa settimana vi proponiamo anche un deep focus dell’Astropate Nicholas Sacco che ha steso un bilancio del primo anno di vita di Warhammer+, il servizio di intrattenimento digitale con cui Games Workshop ha proposto serie animate, scan di riviste e manuali ufficiali, show originali e promozioni varie legate a uno dei wargame più famosi del mondo.
Da segnalare inoltre l’approfondita anteprima su Stranded: Alien Dawn stilata da Pasquale Monniello, che ha spolpato per bene la versione early access del nuovo colony sim di Frontier.
Spazio poi alle rubriche: l’offerta degli indie è ormai sterminata, ma quali vale la pena di giocare davvero? Il buon Michele Longobardi vi cava d’impaccio suggerendovi 7 giochi indie da recuperare ora.
Il nostro ha partorito anche un secondo pezzo, nell’estremo tentativo di educarci a un semplice concetto di buon senso che ha fatto ripetere in coro a tutta la redazione, sotto minaccia di punizioni terribili: è importante finire un gioco prima di recensirlo! Leggetelo perché non è nient’affatto scontato.
Ognuno ha le proprie idiosincrasie, anche videoludicamente parlando. Ad esempio Gaia Tornitore: ci pareva una brava ragazza, invece ha sconvolto la redazione rivelando la sua ossessione per Rhythm Paradise e la ricerca della perfezione.
Infine Fabio Antinucci, in cerca di una scusa qualsiasi per venir meno ai suoi incarichi istituzionali, è andato a rileggersi un po’ di stampa videoludica d’epoca: dopo aver studiato il passato, ecco cosa ha capito del giornalismo videoludico presente.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 41.
P.S.: abbiamo aperto il canale Twitch ufficiale di Player.it, passate a trovarci!
This post was published on 9 Ottobre 2022 10:00
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