Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
Parola di Glen Schofield, CEO di Striking Distance Studios, il team al lavoro su The Callisto Protocol, survival horror in uscita a fine anno che promette di essere l’erede spirituale di Dead Space. In un tweet Schofield ha rivendicato con orgoglio che il fatto che gli sviluppatori abbiano lavorato anche su turni di 15 ore, sacrificando pranzi e cene, e lo hanno fatto con piacere perché amano il proprio lavoro. Come detto il tweet è stato cancellato ma uno screen è stato twittato da Jason Schreier.
Così Schofield è stato costretto a correggere il tiro e ha pubblicato un altro tweet di scuse rivolte la sua squadra, sostenendo di dare valore alla passione e non alla durata dei turni di lavoro. Schizofrenico, non vi pare?
Call of Duty vale troppo. Troppo pubblico, troppi soldi. Sony non ha alcuna intenzione di lasciarselo soffiare da Microsoft, ed è terrorizzata dal fatto che, prima o poi, l’azienda di Redmond lo renda esclusiva Xbox. Questo malgrado le rassicurazioni di Microsoft sul fatto che il franchise continuerà a rimanere su PlayStation almeno per i prossimi 3 anni, e le dichiarazioni pubbliche sul fatto che rendere CoD un’esclusiva non sarebbe economicamente vantaggioso.
Jim Ryan non ci sta. Un commentatore sarcastico potrebbe dire che se la fa sotto all’idea di perdere il pubblico legato a CoD, un bacino d’utenza costituito da milioni di persone in tutto il mondo (la serie ha venduto complessivamente oltre 400 milioni di copie nel corso della sua storia). Sarebbe indubbiamente un colpo al cuore per Sony, che negli ultimi anni non è riuscita a tenere il passo per quanto riguarda cloud gaming e servizi in abbonamento (PS Now è un mezzo fiasco rispetto a Game Pass, che costa meno e ha un catalogo più vasto). Per questo motivo Ryan ha fatto pubblicare una nota stampa in cui esprime ufficialmente la posizione di Sony rispetto a quella che dovrebbe essere la gestione del franchise da parte di Microsoft.
Microsoft ha proposto che Call of Duty rimanga su PlayStation solo per ulteriori 3 anni rispetto alla fine dell’accordo precedentemente sottoscritto con Activision. Dopo quasi 20 anni di permanenza di Call of Duty su PlayStation, la proposta fatta è inadeguata da molti punti di vista, non tiene conto dell’impatto che tale decisione può avere sui nostri giocatori. Vogliamo garanzie che gli utenti PlayStation abbiano la migliore esperienza di CoD possibile, e la proposta di Microsoft non soddisfa questa esigenza.
Jim Ryan, nota stampa emanata il 7 settembre 2022
Sono parole che, da un lato, appaiono umilianti per Sony, costretta a rivolgersi a Microsoft col cappello in mano chiedendole di mettersi una mano sulla coscienza. Dall’altro si tratta di una strategia per rivolgersi indirettamente alle autorità antitrust che in questi mesi stanno valutando l’operazione di acquisizione di Activision Blizzard (vi rientra anche King) da parte della compagnia guidata da Phil Spencer. I via libera alla gigantesca M&A infatti non sono scontati, dato che già settimana scorsa l’autorità inglese ha annunciato di non essere soddisfatta delle rassicurazioni di Microsoft a riguardo, e di voler approfondire la questione con una Fase 2 di indagine.
Se l’acquisizione avrà successo, è chiaro che in un modo o nell’altro Microsoft riuscirà a rendere CoD un qualcosa di esclusivo, magari lasciando la versione base anche su PlayStation ma garantendo contenuti bonus sulle proprie versioni, oltre che rendere ogni futuro episodio disponibile al Day 1 su Game Pass. Sony dunque cerca disperatamente di guadagnare più tempo possibile, e magari dietro le quinte è già al lavoro per creare una IP proprietaria che diventi lo sparatutto portabandiera di PlayStation. Dopotutto in scuderia hanno sempre Guerrilla Games: qualcuno si ricorda Killzone?
La nota catena di negozi di videogiochi deve affrontare una causa per violazione della privacy e furto di dati personali. Pare infatti che negli Stati Uniti la catena si affidi ad un servizio esterno di customer support gestito da Zendesk, azienda che poi forniva alla stessa GameStop delle trascrizioni non autorizzate delle interazioni con i clienti: in tal modo GameStop avrebbe raccolto tantissime informazioni sugli utenti, compresi dati personali e preferenze di acquisto, in modo da poter effettuare del marketing mirato, il tutto senza che gli utenti stessi ne fossero stati messi al corrente.
Se ciò fosse vero GameStop avrebbe violato la California Invasion of Privacy Act che vieta espressamente la trascrizione di interazioni dell’utenza sul web senza che questa ne sia messa a conoscenza ed abbia fornito esplicita autorizzazione a tale pratica. Cercheremo di capire quanto ci sia di fondato in queste accuse seguendo la vicenda nelle prossime settimane. Se fosse tutto vero, potrebbe essere la mazzata finale per la catena, da anni sull’orlo del fallimento.
In un gesto di estrema umanità, EA ha corretto al ribasso i compensi in termini di buona uscita per i manager, fissando un termine preciso: il compenso cash del TFR dei dirigenti non potrà superare di 2.99 volte il salario base percepito. Un bagno di sobrietà che ci stringe il cuore e ci fa provare solo amore nei confronti dei vertici EA. La quale non pone comunque alcun limite alla eventuale soglia di pagamento in azioni: sacrosanto, devono pur pagare le bollette!
A parte questo EA ha anche aperto un nuovo studio, si tratta di Ridgeline Games e sarà focalizzato sullo sviluppo di componenti narrative per titoli dell’IP Battlefield. Basato a Seattle e guidato dal co-creatore di Halo Marcus Letho, lo studio avrà sostanzialmente il compito di concepire la modalità campagna del prossimo titolo del celebre FPS, cui si vuol dare una maggior sostanza dal punto di vista della scrittura.
È un grande onore poter collaborare con DICE e Ripple Effect ed assumere il ruolo di guida nello sviluppo della narrativa, dell’intreccio e della caratterizzazione dei personaggi nella serie Battlefield.
Marcus Letho, comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale EA – 8 settembre 2022
In settimana si è tenuto lo showcase Ubisoft, con tante novità sul franchise Assassin’s Creed ma non solo.
Anche questa settimana è stata ricca di recensioni: il nostro redattore capo Graziano Salini ha picchiato a destra e a manca in Jojo’s Bizarre Adventure All Star Battle R, di cui potete leggere qui la recensione.
Di botte da orbi ha parlato anche Michele Giannini, alle prese con LEGO Brawls, incursione dei mitici mattoncini nel mondo dei picchiaduro a piattaforme. Un esordio interessante anche se non perfetto, come potete leggere nella sua recensione.
Ancor meno perfetta è stata la prova di F1 Manager 2022, che ha deluso il nostro Riccardo “The Gametist” Galdieri. Il gioco non ha mantenuto tutte le sue promesse, in particolare proprio dal punto di vista manageriale, tradendo in parte le aspettative create dal titolo stesso. Per saperne di pià leggete la sua recensione.
Infine Diego del Buono ha giocato per voi Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness, avventura tratta dal celebre manga. Se siete fan non potete perdervelo, ma tutti gli altri dovrebbero giocarlo? La risposta a questa domanda la troverete leggendo la recensione, ovviamente.
C’è spazio per una sfuriata di Fabio Antinucci rispetto a come i canali di informazione gestiscono le news su GTA VI, di cui quasi quasi siamo stufi di sentir parlare; ci va giù duro anche Michele Longobardi, che parla del vero significato della disputa Sony-Microsoft su Call of Duty. Per finire su note più liete, quel giocherellone di Simone Alvaro “Gyubrush89” Segatori (che soddisfazione scriverlo per esteso ogni volta, e pure in grassetto) ha chiesto a Midjourney di disegnare i personaggi dei videogiochi: ne è uscita una discreta pinacoteca!
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 37.
This post was published on 12 Settembre 2022 12:30
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