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L’incredibile svolta matura di Pokémon

Essere il franchise più redditizio e famoso al mondo ha dei pro e dei contro e questo Pokémon lo sa benissimo: a fronte di guadagni miliardari e orde di fan appassionati, l’altra faccia della medaglia prevede critiche su critiche, costruttive o meno, su ogni lavoro che la società produce, soprattutto per quanto riguarda i videogiochi che non sempre sono apprezzati da tutti.

Game Freak, l’azienda sviluppatrice dei giochi della serie principale, ha sempre cercato di accontentare tutti, adulti e bambini, rendendo i propri titoli accessibili e semplici per i più piccoli, ma allo stesso tempo contenenti qualche tema maturo per le persone più grandi. Negli ultimi anni, però, la tendenza sembra essere cambiata con un titolo in particolare, Leggende Pokémon Arceus, che pare indirizzato esclusivamente a un pubblico adulto.

Quasi come un horror

Lo spunto per questa riflessione è giunto grazie a un breve video pubblicato sul canale ufficiale Youtube di Pokémon: in questo filmato di circa 2 minuti possiamo notare come un esploratore stia registrando con una videocamera primordiale il luogo impervio nel quale si trova. Date le numerose interferenze del video, non si riesce a capire chi o cosa stia filmando, ma dalle sue parole possiamo evincere che si trova in un luogo piuttosto freddo, abitato da Snorunt, Pokémon di tipo Ghiaccio introdotto in Rubino e Zaffiro.

Dopo alcuni secondi, l’esploratore avvista un’altra strana creatura che però non riesce subito a identificare: crede si tratti di un Vulpix o di un Growlithe, ma si ricrede quando nota che il Pokémon in questione ha la punta della coda di colore rosso e una folta pelliccia bianca sul capo e intorno al collo. Fin qui niente di straordinario, ma ciò che ha fatto sobbalzare i fan è stata la parte finale del filmato: improvvisamente appare una terza creatura che attacca senza pietà l’esploratore, probabilmente uccidendolo.

Il contenuto del video unito al modo in cui è stato presentato è talmente atipico per la serie Pokémon che agli occhi di una persona meno esperta potrebbe sembrare un progetto fan made o addirittura un altro tipo di gioco. Sia chiaro: elementi horror nella serie Pokémon ci sono sempre stati, ricordiamo per esempio l’Antico Chateau di Sinnoh oppure il più recente mistero del Supermarket Affaroni di Alola infestato dagli spettri, ma si trattava sempre di brevi espedienti di gameplay per catturare il solito Pokémon di tipo Spettro di turno che amava fare dispetti ai visitatori, terminando il tutto con un lieto fine.

L’Antico Chateau, luogo di Sinnoh infestato da fantasmi

In questo caso, invece, siamo di fronte a una storia del tutto macabra, con un Pokémon selvatico che aggredisce un essere umano che incautamente si è intrufolato nel suo habitat naturale. Una storia realistica, ma che paradossalmente nel corso di 25 anni di videogiochi non è mai stata mostrata esplicitamente, facendo sempre e solo passare l’idea di un mondo Pokémon armonioso in cui le creature tascabili e gli esseri umani vivono in pace.

Una svolta nella serie, anche nella comunicazione

Leggende Pokémon Arceus, come detto più volte, rappresenta un titolo atipico per la serie Pokémon: i classici percorsi lineari sembrano qui sostituiti da aree molto grandi e spazi larghi in cui umani e Pokémon possono muoversi liberamente, ma la novità sostanziale di questo è gioco è sicuramente il metodo di cattura: i Pokémon selvatici possono essere affrontati in classiche lotte a turni, oppure lanciando direttamente le Ball sulla creatura in questione in tempo reale.

L’altra incredibile differenza con la serie classica, motivo per il quale molti giocatori sono rimasti allibiti, è la meccanica secondo la quale i Pokémon selvatici più potenti e aggressivi possono attaccare direttamente gli esploratori, introducendo per la prima volta il concetto di danno per gli Allenatori e non solo per i Pokémon. Questo tipo di gameplay si lega a doppio filo al video misterioso di cui abbiamo parlato in precedenza, confermando che in tempi antichi il mondo era totalmente selvatico e Pokémon e umani non vivevano in armonia come adesso.

La comunicazione marketing di The Pokémon Company, dunque, vuole farci intendere che il target per Leggende Pokémon Arceus è diverso rispetto a quello dei titoli usciti in precedenza: se prima i giochi contenevano elementi sia per i più grandi che per i più piccoli, questo nuovo titolo pare essere indirizzato soltanto a un pubblico più maturo, sia per il modo in cui il gioco è strutturato, sia per come viene presentato nei trailer.

Ritorno alle origini?

Per chi conosce Pokémon soltanto dal punto di vista videoludico, ciò che stiamo per dire risulterà strano, ma è doveroso specificare che l’idea primordiale di Satoshi Tajiri, padre delle creature tascabili, non era esattamente quella che poi è stata mostrata nei giochi ufficiali.
Tajiri era intenzionato a creare un mondo Pokémon decisamente più cruento rispetto a quello che abbiamo potuto vedere sulle nostre console, con le creature acquistabili nei negozi e fatte combattere solo per la brama di potere degli esseri umani e per il loro godimento.

L’idea di Tajiri è stata poi rivisitata ed edulcorata nel momento in cui i Pokémon sono arrivati sul mercato nell’ormai lontano 1996, ma il concetto alla base è stato ripreso in parte da altre trasposizioni del mondo dei mostri tascabili: stiamo parlando soprattutto del manga Pokémon che in Italia è arrivato sotto il nome di “Pokémon: La grande avventura“. Il manga conta attualmente 58 volumi (48 in versione italiana) e la storia è divisa in archi narrativi basati sui titoli della serie principale dei videogiochi: ad esempio i primi tre volumi ricalcano le vicende di Pokémon Rosso, Blu e Giallo.

Sebbene il contesto scenografico in cui si muovono i personaggi sia lo stesso presentato anche nei giochi ufficiali, la trama delle avventure Pokémon all’interno del manga si discosta ampiamente da quella dei titoli della serie principale. Come detto, in Pokémon Rosso e Blu e nei titoli successivi ci viene presentata una versione edulcorata del mondo Pokémon con le creature che nel peggiore dei casi svengono dopo battaglie estenuanti e i membri dei team malvagi non sono altro che teppisti con idee folli. Ne “La grande avventura“, invece, viene mostrata la cruda realtà senza censure di sorta: i cattivi sono rappresentati davvero da criminali a sangue freddo, pronti a lanciare i propri Pokémon contro gli Allenatori e le persone indifese col tentativo di ucciderli o ferirli gravemente; inoltre tra le pagine del manga possiamo notare scene davvero cruente, come ad esempio creature che vengono tagliate in due oppure congelate per poi essere fatte a pezzi.

Non stiamo dicendo che Leggende Pokémon Arceus sarà vietato ai minori di 18 anni perché ci saranno spargimenti di sangue, ma molto probabilmente verrà in parte abbandonato quel modus operandi edulcorato per lasciar spazio a temi più maturi e realtà più crude di quelle che abbiamo potuto vedere nei titoli precedenti e che più si avvicinano all’idea primordiale di Pokémon.

La serie di fronte a un bivio

Sappiamo con certezza che Leggende Pokémon Arceus è solo il primo capitolo di una nuova serie che spalanca le porte a un modo del tutto nuovo di raccontare e rappresentare il mondo dei mostri tascabili. Questo non vuol dire che non ci saranno più nuove generazioni, molto probabilmente già dalla metà del prossimo anno sentiremo parlare di nona generazione, anche perché l’arrivo di tante creature inedite favorisce anche le vendite dei gadget e del merchandise, elemento che frutta la maggior percentuale di guadagni per Pokémon.

Quale sarà, allora, il futuro dei giochi Pokémon?
Con ogni probabilità la serie si muoverà su due strade parallele: la prima strada sarà quella classica, con titoli dedicati a nuove generazioni con inedita regione, inedite meccaniche e inedite creature e una narrativa più edulcorata e gameplay più accessibile per i bambini; dall’altra parte avremo i capitoli della serie “Leggende” che verteranno totalmente sulla lore del mondo Pokémon e dei modi di raccontare la storia più maturi e diretti a un pubblico più adulto.

This post was published on 20 Ottobre 2021 10:39

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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