Il nome di Bloober Team è ormai sulla bocca di tutti grazie a delle produzioni di successo che hanno anche saputo apportare delle novità nel mondo del gaming. The Medium, ad esempio, l’ultimo gioco sviluppato dal team polacco, ha fatto parlare di sé per la Dual Reality, cioè la possibilità di esplorare simultaneamente due mondi differenti, cosa impossibile sulle vecchie console (il titolo è uscito precedentemente in esclusiva su Xbox Series X/S per poi arrivare anche su PS5).
Bloober è stata inoltre al centro di un importante accadimento, cioè la sua acquisizione da parte di Konami, cosa che ha fatto subito scattare in piedi i fan di Silent Hill.
Ormai diventato sinonimo di gioco horror fortemente disorientante, Bloober ha iniziato a farsi conoscere al grande pubblico nel 2016 con Layers of Fear, titolo in cui il giocatore impersonava un pittore maledetto, in cerca di ispirazione per il suo capolavoro. Nel 2019, è stato rilasciato il seguito che invece esplorava i meandri della mente di un attore.
I lavori di Bloober Team, infatti, sono sempre stati legati a doppio filo al mondo dell’arte, scandagliato nelle sue profondità più buie e terrificanti. Ebbene, con un trailer davvero inquietante, Bloober annuncia che la serie sta per tornare: ‘Your Fear Will Return’.
Il titolo sarà disponibile nel 2022 per le console di nuova generazione e potrà avvalersi dell’Unreal Engine 5, la versione più aggiornata del motore grafico che dovrebbe ridefinire gli standard visivi nei videogiochi.
Stando al filmato, il terzo capitolo dovrebbe essere un seguito diretto del primo Layers of Fear, cosa che appare evidente dalla presenza di un pittore e di tutto ciò che serve all’artista per creare arte. Il CEO Piotr Babiebo ha affermato che Layers of Fear è stato un gioco “rivoluzionario” per lo studio e che ha aiutato il team a crescere ed espandersi.
Bloober è in fermento perché oltre al nuovo Layers of Fear è al lavoro su altri due progetti, entrambi definiti AAA. Il primo è nel pieno dello sviluppo, mentre il secondo è in pre-produzione. Lo stesso Babieno, a febbraio di quest’anno, si fece sfuggire che lo studio fosse al lavoro su una IP horror famosa.
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