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Chris Avellone, la stampa videoludica, la cancel culture e nuove confessioni: il punto della situazione

Lo sceneggiatore di videogiochi Chris Avellone, noto per lavori come Star Wars e Fallout, l’anno scorso è stato confinato ai margini dell’industria per delle accuse di molestie mentre lavorava a Dying Light 2. Dopo tanto tempo in silenzio, lo sceneggiatore si espone pubblicamente per la prima volta in un lungo post su Medium.com dicendo la sua e prendendo anche una posizione decisa contro la stampa videoludica e ciò che lui identifica come cancel culture.

ATTENZIONE: l’intera faccenda è complessa e spinosa, ancora in divenire e, soprattutto, ancora non arrivata in sedi legali. In questo articolo non si cerca di far prevalere una parte o l’altra, ma si mettono in luce i nuovi elementi.

Le accuse un anno fa

Chris Avellone era stato accusato di molestie da tre donne: Karissa, Jackie e Kelly. Le principali accuse riguardavano i rapporti personali che lo sceneggiatore aveva avuto con Karissa e Jackie, confermati fin da subito anche da lui, e da delle presunte avances nei riguardi di Kelly. Tutto sarebbe partito da dei tweet delle tre interessate, in un periodo storico dove tali dichiarazioni non vanno mai prese sotto gamba.

La portata delle accuse hanno portato le aziende con cui Chris Avellone era sotto contratto a un licenziamento in tronco, inclusa Techland per la quale lo sceneggiatore stava lavorando a Dying Light 2.

Karissa Barrows e Chris Avellone si erano conosciuti nel 2012 al Dragon Con, una fiera legata al mondo dei videogiochi, mentre l’amica Jackie gli sarebbe stata presentata proprio da lei un anno dopo. L’uomo avrebbe stretto rapporti con entrambe ma i suoi comportamenti molesti, secondo le accusatrici, si sarebbero protratti negli anni e avrebbero coinvolto anche Kelly.

A tutto questo, finora, Chris Avellone aveva risposto solo con delle scuse alle persone coinvolte, prima di sparire da internet e da ogni radar in un rigoroso silenzio.

La posizione di Chris Avellone

Un anno dopo la faccenda, Chris Avellone si è fatto avanti con una lunghissima dichiarazione nella quale espone per la prima volta la sua posizione. Lo sceneggiatore riferisce di non essersela passata bene, di essere stato in un “posto buio” e di aver meditato perfino di prendere “decisioni drastiche“, ma che grazie alla sua famiglia e ai suoi cari è riuscito a ristabilirsi e, adesso, a far sentire la sua voce.

Il suo lungo post su Medium si concentra in primo luogo nel dare la sua versione dei fatti: lo sceneggiatore avrebbe avuto una relazione amichevole con Karissa, anche se iniziata con un paio di baci appassionati, e una vera e propria frequentazione romantica con Jackie successivamente, ma mai sfociata in un vero e proprio fidanzamento, almeno dal suo punto di vista. Il rapporto con Jackie, sempre secondo Chris Avellone, non sarebbe mai decollato e, anzi, quando ha iniziato a incrinarsi e a precipitare rovinosamente verso la sua fine, anche Karissa gli è diventato ostile. Tutto questo molto prima di giugno 2020, periodo in cui sarebbero state presentate le accuse di molestie.

Dunque, Chris Avellone rigetta ogni accusa di molestia e sostiene che le dichiarazioni delle tre donne sarebbero false perché guidate dal risentimento di due di esse. A supportare la sua tesi, lo sceneggiatore avrebbe incluso nel suo lungo articolo dei comportamenti incoerenti online di Karissa, come la cancellazione di alcuni tweet passati in cui sembrava dipingere tutt’altra immagine dello sceneggiatore o in cui criticava il movimento #MeToo.

La stampa videoludica e la cancel culture

La lunga filippica di Chris Avellone non si è esaurita nel respingere le accuse e nel fornire la sua versione dei fatti. Lo sceneggiatore ha accusato anche il comportamento della stampa videoludica e della cosiddetta “cancel culture“, un comportamento attivo soprattutto online che si esprime nello screditare e nell’ostracismo qualcosa o – come in questo caso – qualcuno cercando di estrometterlo da cerchie sociali e/o professionali.

Va da sé che dichiarazioni come accuse di molestie vanno sempre ascoltate, e questo, almeno, è stato ammesso dallo stesso sceneggiatore come potete leggere nella citazione in basso presa dal suo post su Medium. Il problema che sorge per l’accusato è successivo, e secondo Chris Avallone è responsabilità soprattutto della stampa: bisogna ascoltare ma bisogna anche investigare.

Sono nell’industria dei videogiochi. E ci sono molti problemi nell’industria dei videogiochi che devono essere affrontati. Non dovremmo tacere su di essi, e quando le persone si fanno avanti, dovremmo ascoltare le loro voci. Io l’ho fatto. Ho ascoltato per un anno.

Quando qualcuno sente di aver subito un torto, la sua storia non dovrebbe essere ignorata. Bisognerebbe investigare in queste storie come se fossero vere. Credo anche che dovrebbero essere presentati tutti i fatti prima di emettere un giudizio.

Chris Avellone

Per Chris Avellone, il ruolo che invece la stampa ha avuto in questa occasione è stato di screditare l’autore, diffondere dichiarazioni non verificate e amplificare la protesta che era montata nei suoi confronti, costringendo le aziende per cui lavorava a dover prendere decisioni drastiche. Sia gli articoli che le dichiarazioni delle aziende sono state usate poi come fonti da ulteriori articoli e dalle stesse presunte vittime di molestie come se fossero fatti accaduti, senza prendersi il tempo necessario per verificare quanto fossero veritiere le accuse.

Esistono le sedi legali

È lo stesso Chris Avellone a sottintendere nei suoi tweet e nel suo post che la faccenda verrà portata in tribunale per essere risolta.

Ecco perché, piuttosto che presumere la colpa di una delle due parti, la nostra società ha altri mezzi per risolvere accuse come queste, al fine di garantire che tutte le voci siano ascoltate. I social media non sono uno di questi luoghi, e Twitter è uno dei peggiori.

Chris Avellone

Tutta la questione, però, sta assumendo connotati piuttosto assurdi.
Da un lato abbiamo presunte vittime che vogliono far sentire la loro voce ma che mostrano un comportamento incoerente con quanto dichiarato online in passato, dall’altro troviamo un presunto colpevole che avrebbe perso il lavoro e che solo adesso, dopo un anno di silenzio, starebbe rilasciando le sue prime dichiarazioni a riguardo… a episodi. Già, Avellone ha dichiarato che pubblicherà ulteriori aggiornamenti a riguardo.

Onestamente non riusciamo a calarci nella realtà americana dove qualunque cosa diventa business, perfino difendersi da accuse di molestie creando una sorta di appuntamento a episodi. Tutto questo non ha senso, non ha senso che si pubblichi e si discuta su internet di faccende del genere, non ha senso che si decida chi è il colpevole e chi è innocente sulla base di Twitter, e non ha senso che io sia qui a scrivere di queste cose quando vorrei parlare solo di Dungeons & Dragons.

Da questo momento in poi attendiamo che un tribunale sancisca la verità.

This post was published on 28 Giugno 2021 20:46

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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