La polemica della settimana, soprattutto oltreoceano, sembra essersi incentrata sulla natura politica di Far Cry 6, prossimo gioco della saga di Ubisoft in arrivo a ottobre. Subito dopo lo scorso gameplay reveal, è stato proprio il Narrative Director Navid Khavari a definire il gioco non politico, mentre il sito ufficiale riportava di rovesciare situazioni politiche. Per questo motivo lo sviluppatore è intervenuto personalmente sul sito di Ubisoft cercando di fare chiarezza sul gioco e sulle sue dichiarazioni.
Khavari stavolta non lascia spazio a dubbi: il primissimo rigo del comunicato dice chiaramente che la storia del gioco è politica. In seguito, si addentra nel discorso cercando di chiarire la sua precedente dichiarazione e ampliando la discussione sulla narrativa di Far Cry 6.
La nostra storia è politica.
Una storia su una rivoluzione moderna deve esserlo. Ci sono discussioni dure e rilevanti a riguardo in Far Cry 6, sulle condizioni che portano all’ascesa del fascismo in una nazione, sui costi dell’imperialismo, sul lavoro forzato, sulla necessità di elezioni libere ed eque, sui diritti LGBTQ+ e altro ancora.
Khavari riferisce che il team di Ubisoft non si è posto freni nella creatività riguardo alle motivazioni politiche del gioco, né alle ispirazioni. La polemica principale sui social riguardava il fatto che l’isola di Yara sembrasse davvero tanto l’isola di Cuba, ma Khavari afferma che sebbene la nazione tropicale sia sicuramente tra le ispirazioni maggiori dell’ambientazione di Far Cry 6, niente in gioco racconta di vicende realmente accadute.
L’approccio che ha usato il team di Khavari è stato sicuramente quello di studiare la storia delle più celebri guerriglie e rivoluzioni dell’epoca contemporanea, e per questo i creativi di Ubisoft sono andati direttamente sui posti reali per studiare il territorio e per parlare con i sopravvissuti, cercando di prendere quante più ispirazioni possibili per creare una narrazione e un’ambientazione verosimili ma originali in Far Cry 6.
Le conversazioni e le ricerche fatte sui punti di vista di coloro che hanno combattuto le rivoluzioni alla fine degli anni ’50, all’inizio degli anni ’60 e oltre si riflettono assolutamente nella nostra storia e nei personaggi. Ma se qualcuno sta cercando una dichiarazione politica semplificata e binaria specificamente sul clima politico attuale a Cuba, non la troverà.
Khavari sostiene che ciò che i giocatori troveranno in Far Cry 6 è una storia in cui il punto di vista del personaggio principale cerca di catturare la complessità politica di un clima di guerriglia in un contesto fittizio. Non è la prima volta che la saga di Far Cry affronta tematiche spinose e importanti, basti pensare al fanatismo religioso di Far Cry 5, ma probabilmente è la prima volta che il tema politico è molto centrale nella trama di gioco.
Infine, il Narrative Director conclude cercando di chiarire perché nei giorni scorsi si sia creata confusione sulla natura politica di Far Cry 6. Secondo lo sviluppatore, Ubisoft semplicemente non vuole fare una dichiarazione politica su ciò che accade a Cuba nello specifico, ma le sue dichiarazioni sono state travisate come se lui stesse sostenendo una natura apolitica del gioco.
Far Cry 6 uscirà su Xbox One, PS4, Xbox Series X|S, PS5, Google Stadia e PC il 7 ottobre, ma ci aspettiamo che compaiano nuove informazioni durante l’E3 2021, magari proprio in occasione dell’Ubisoft Forward del 12 giugno.
This post was published on 1 Giugno 2021 17:45
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