È noto da tempo che The Witcher 3 riceverà una riedizione next-gen nel corso dell’anno, ma le ultime notizie svelano alcuni dettagli e chicche: alcuni dei “miglioramenti visivi e tecnici” che introdurrà potrebbero tramutarsi in realtà grazie al lavoro dei fan della comunità di modding, e a una mod in particolare.
All’inizio di questa settimana Halk Hogan, il creatore del progetto The Witcher 3 HD Reworked (che sostituisce molte delle texture originali del gioco con altre molto più nitide, abbreviata in HDRP), ha annunciato di essere in trattative con CD Projekt Red per collaborare alla release next-gen, scrivendo:
Ciao miei cari amici! È passato molto tempo dall’ultimo video. So di aver annunciato una nuova anteprima [del progett] all’inizio di marzo, ma sono stato in silenzio per tutto il tempo. Mi dispiace per questo. Ma in compenso ho delle buone notizie, e i motivi per cui sono stato in silenzio e perché non ho troppo da mostrare. Penso che la notizia più importante sia che ho ricevuto un messaggio ufficiale da CDPR riguardo a una cooperazione. Anche se non è ancora certo, è molto probabile che HDRP sarà incluso nell’aggiornamento ufficiale della prossima generazione. Vi informerò sulle prossime novità. Come sempre, vorrei ringraziarvi per tutto il vostro supporto e le vostre gentili parole. ❤️
Contattata in merito, CDPR ha confermato che
“Oltre ai nostri sforzi di sviluppo sulla prossima versione next-gen di The Witcher 3: Wild Hunt per Xbox Series X|S, PlayStation 5 e PC, siamo anche in trattative con i creatori di varie mods per la versione 2015 del gioco“.
Come sottolinea la dichiarazione di Hogan, tuttavia, nulla è ancora scolpito nella pietra, e CDPR aggiunge che “A oggi, tuttavia, non abbiamo alcun accordo vincolante con nessuna di queste parti”.
Solo lo scorso anno CDPR ha guadagnato più di 300 milioni di dollari, quindi si potrebbe pensare che sviluppare una versione next gen di TW3 che si avvicini ai risultati di HDRP sia relativamente semplice. Tuttavia, conoscendo CD Projekt una sua azione volta a valorizzare il lavoro “dal basso” per farne una parte della sua offerta, dando ai modder un compenso e la giusta gloria, non sembra una pratica così strana.